Il ministero dell’Interno sará responsabile civile nel caso riguardante Hasib Omerovic, il cittadino bosniaco di 39 anni con disabilità che tre anni fa precipitò dalla finestra in circostanze poche chiare a Roma durante un’attività di polizia. Il giudice lo ha deciso questa mattina, venerdì 21 febbraio, nel corso dell’udienza preliminare tenutasi a piazzale Clodio.

Il Viminale ha chiesto e ottenuto l’estromissione in riferimento alle posizioni di alcuni agenti coinvolti, ma non per quella dell’assistente capo della polizia Andrea Pellegrini, accusato dai magistrati della procura capitolina di tortura nei confronti di Omerovic.

Il giudizio abbreviato è stato chiesto invece dai poliziotti Alessandro Sicuranza e Maria Rosa Natale, a cui viene contestato, in concorso con lo stesso Pellegrini, il reato di falso aggravato.

È proprio per le posizioni di Sicuranza e Natale che il ministero ha ottenuto l’estromissione da responsabile civile. Nei mesi scorsi invece l’agente Fabrizio Ferrari, la cui posizione era stata stralciata, aveva patteggiato a undici mesi e sedici giorni.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 17 ottobre.

I Fatti

È il 25 luglio 2022 quando quattro agenti di polizia entrano, senza alcun mandato, nella casa di Primavalle di Hasib Omerovic, all’epoca 36enne. I poliziotti vogliono identificarlo a seguito di alcuni post comparsi su un gruppo Facebook che fanno riferimento a presunte molestie del ragazzo sordomuto nei confronti di alcune ragazze. Ma dopo la perquisizione nell’abitazione popolare, sita nella periferia ovest di Roma, la situazione precipita e Hasib vola dalla finestra, rischiando la morte.

Una vicenda che per molti rievocherebbe il caso Stefano Cucchi.

In base a quanto emerge dalle carte giudiziarie, sarebbe stato l’agente Pellegrini, per i magistrati capitolini, ad aver legato Hasib Omerovic a una sedia con un filo dell’elettricità. Pellegrini lo avrebbe poi schiaffeggiato e minacciato con un coltello. Da qui il terrore di Omerovic che, per sfuggire alla situazione, si sarebbe buttato dalla finestra della sua palazzina, riportando gravi lesioni.

Andrea Pellegrini avrebbe dunque arrecato a Hasib «un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto», si legge non a caso negli atti.

Testimone dell’accaduto e del controllo illegittimo la sorella di Omerovic, Sonita, anche lei con disabilità.

Come parti civili erano già stati ammessi dal giudice Hasib, i genitori, le sorelle e infine l’associazione 21 Luglio, in quanto organizzazione da sempre impegnata nella lotta contro ogni forma di discriminazione.

«L’accurato lavoro di indagine svolto sino ad ora ci consente di esprimere piena fiducia nel percorso processuale che si andrà a intraprendere. Siamo fiduciosi», era stato all’epoca il commento del presidente dell’Associazione, Carlo Stasolla.

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