L’anno che ci mettiamo alle spalle è stato monopolizzato da quel nemico invisibile che ha reso piccole e insignificanti le nostre paure quotidiane. Negli ultimi dodici mesi, ogni volta che siamo venuti a sapere della morte di un personaggio del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport o della politica, la prima cosa che ci siamo chiesti è se fosse stato il Covid-19. La verità è che, virus o meno, quest’anno si è portato via un numero impressionante di personalità che hanno scritto pagine importanti di storia nei rispettivi campi. Talenti irripetibili, come del resto questo 2020. Noi del Domani abbiamo deciso di selezionarne dieci, per ricordare tramite loro i tanti – troppi – che ci hanno lasciato.

Kobe Bryant – 26 gennaio

Si era ritirato da poco meno di quattro anni quando il velivolo che lo portava insieme a otto persone – tra cui la figlia 13enne Gianna Maria – a un torneo di basket giovanile si è schiantato, per cause ancora oggi da definire, sulle nebbiose colline di Calabasas, in California. La morte di Kobe Bryant è stato un colpo per tanti appassionati di pallacanestro, che per anni hanno sognato grazie alle sue imprese con la maglia giallo-viola dei Los Angeles Lakers. Un fenomeno che nasce una volta ogni cento anni, andatosene in un modo davvero difficile da accettare. Kobe, americano, era anche “figlio” dell’Italia: tra i 6 e i 13 anni ha vissuto qui seguendo il padre, ex giocatore NBA.

(AP Photo/Mark J. Terrill, File)

Luis Sepulveda – 16 aprile

Ci ha abituati alla tenerezza di un gatto che mantiene la parola data e insegna a una gabbianella a volare, lui che aveva i lineamenti forti di chi ha combattuto per tutta una vita. Per gli ideali, gli stessi che permeano i suoi libri e i suoi personaggi, così tanto influenzati dalle vicende della sua stessa esistenza. Luis Sepulveda è morto a 70 anni a causa del coronavirus. Lasciando milioni di lettori che avevano seguito i suoi passi trangugiando le sue opere, da “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” a “Il mondo alla fine del mondo”, passando per “La frontiera scomparsa” e “La lampada di Aladino”. Una vita intensa, una prosa asciutta e fantasiosa che dalle prigioni cilene di Pinochet lo ha portato nel Nirvana della letteratura.

Luis Sepulveda - Foto LaPresse

Ennio Morricone – 6 luglio

Ha scritto le colonne sonore più belle della storia del cinema e con esse ha accompagnato la nostra vita. Con quel sorriso disinvolto che solo chi cova dentro sé l’eccellenza riesce a sfoggiare in ogni circostanza. Il maestro Ennio Morricone è scomparso in estate a 91 anni. Qualche giorno prima della morte, si era rotto il femore. Nella sua lunghissima carriera ha venduto 70 milioni di dischi in tutto il mondo, oltre a vincere decine di premi tra cui due Oscar e tre Grammy. Oggi persino un asteroide porta il suo nome: un orgoglio italiano, un talento universale.

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Franca Valeri – 9 agosto

“Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale delle leggi razziali e pianse”. Quando nel 1943 riuscì a sfuggire alle persecuzioni nascondendosi con la madre sotto falso nome, Franca Valeri non avrebbe mai pensato che la seconda metà del secolo le avrebbe riservato una vita così piena. Teatro, cinema, radio e televisione: non c’è un lato del mondo dello spettacolo in cui la celebre attrice, morta a 100 anni, non abbia lasciato un segno indelebile. Dopo aver lavorato con artisti del calibro di Fellini, Visconti, Totò, Sordi e Risi. A lei è intitolato il primo David di Donatello alla carriera.

AP Photo/Antonio Calanni

Rossana Rossanda – 20 settembre

Giornalista, fondatrice de Il Manifesto, intellettuale, comunista, scrittrice, storica dirigente del Pci. Rossana Rossanda se n’è andata a 96 anni dopo una vita di battaglie, compresa quella con il suo stesso partiti che la radiò nel 1969 con l’accusa di frazionismo. Smise di collaborare con il giornale che aveva fondato nel 2012, per insanabili fratture con la direzione: “I figli per crescere hanno bisogno di uccidere i padri e le madri. Ora è toccato a me”, disse con la sua consueta lucidità.

LaPresse

Sean Connery – 31 ottobre

Per i puristi, il vero James Bond ha il suo volto e la sua voce. Interpretò i primi sette film dell’agente segreto con licenza di uccidere e accedette subito all’Olimpo del cinema. Ma ebbe il merito di non accontentarsi, arrivando in 50 anni di carriera a dimostrare una strabiliante versatilità. Nel 1999 la rivista People lo ha incoronato “uomo più sexy del secolo”. Se n’è andato serenamente nel sonno alle Bahamas. A noi rimangono almeno quaranta film: avremmo potuto godercelo anche nei panni di Gandalf de “Il Signore degli Anelli”, se lui non avesse rifiutato perché riteneva il personaggio “poco interessante”.

AP1996

Gigi Proietti – 2 novembre

“Se io ne avessi il potere, farei una legge che vieta nei prossimi cento anni di portare le barzellette di Gigi Proietti a teatro. Non serve reinterpretarli, sul web c’è un patrimonio pressoché infinito dei suoi sketch. L’originale è sempre qui con noi”. Con queste parole Flavio Insinna ha ricordato recentemente il celebre attore e comico romano, morto a causa di alcuni problemi cardiaci. Dalla sua inesauribile creatività sono venuti fuori personaggi rimasti nell’immaginario degli italiani, siparietti che fanno piegare dal ridere anche chi ormai li conosce a memoria. Proietti è morto nel giorno del suo 80esimo compleanno: l’ultimo scherzo di un campione del cabaret.

Stefano Colarieti

Diego Armando Maradona – 25 novembre

Sfacciatamente straordinario: sublime con una palla tra i piedi, gli stessi piedi con i quali ha più volte raschiato il fondo del baratro. “Ribaltava il concetto di normalità: per questo lo veneravano”, ha detto di lui Emir Kusturica. Diego Armando Maradona è stato più cose insieme: vendicatore dei popoli oppressi quando con la sua Mano de Dios eliminò dai Mondiali quell’Inghilterra che tanto aveva fatto soffrire il popolo argentino per la questione delle isole Falkands, idolo assoluto della città di Napoli, pessimo esempio per molti. Se n’è andato a 60 anni per un attacco cardiaco. L’ultimo suo video lo ritrae ballare goffamente, visibilmente ubriaco. La fine di un Dio imperfetto e per questo maledettamente reale.

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Lidia Menapace – 7 dicembre

Dopo l’armistizio dell’8 settembre, tra i monti della Val d’Ossola e della Valsesia partecipò alla Resistenza con il nome di battaglia Bruna. Staffetta partigiana, tra i fondatori de Il Manifesto, pacifista instancabile, femminista militante, senatrice della Repubblica. Lidia Menapace, una delle ultime testimoni della Resistenza, se n’è andata a 96 anni a causa del Covid.

© Riccardo Squillantini/La Presse 08-03-2007 Roma Il Manifesto della Donna Nella Foto : la Senatrice di Rifondazione Comunista Lidia Menapace

Paolo Rossi – 9 dicembre

Se Maradona è stato idolo mondiale dell’Argentina, il nome Paolo Rossi suscita emozioni analoghe nel cuore di tanti tifosi italiani. Con i suoi sei gol al Mondiale spagnolo del 1982, regalò all’Italia la sua terza coppa del mondo. Lui, che era fermo da due anni a causa di una squalifica per il calcioscommesse, riscattò una vicenda mai del tutto chiarito con quello che sapeva fare meglio: i gol. Di rapina, quelli alla Pablito, quelli che gli sono valsi anche un Pallone d’Oro. E il riconoscimento eterno di tutto il mondo del calcio.

(AP Photo/File)

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