Il candidato sindaco della destra alle elezioni comunali di Roma è Enrico Michetti, 55 anni, avvocato amministrativista, professore di diritto degli enti locali presso l’Università di Cassino e direttore della Gazzetta amministrativa e del Quotidiano della PA.

Poco noto fuori Roma, ma conosciuto in città per la sua partecipazione a un seguito programma radiofonico locale, Michetti è stato indicato da Fratelli d’Italia dopo lunghe e difficili trattative. Affronterà la sindaca uscente Virginia Raggi, l’indipendente Carlo Calenda e il vincitore delle primarie del centrosinistra di domenica prossima.

La carriera

Michetti è un personaggio conosciuto e con molte relazioni negli ambienti della pubblica amministrazione e della politica. Da avvocato amministrativista ha spesso difeso gli enti locali, mentre le sue società si occupano di vendere servizi di vario genere alle pubbliche amministrazioni (alcuni di questi contratti, però, in passato sono stati bocciati dall’Anac in passato perché assegnati alle sue società senza gara). 

Grazie a questa attività, Michetti ha stretto rapporti con numerosi politici e altre personalità. Dagli organi della sua rivista, ad esempio, sono passati politici di tutti gli schieramenti, dal Partito Comunista a Forza Italia, passando per la Lega e i Ds. Sono transitati anche a importanti magistrati, come il famoso Luca Palamara, giudici contabili e consiglieri di stato.

Michetti è stato anche consulente dell’Associazione nazionale comuni italiani, del sindacato autonomo di Polizia, dell’Autorità garante per le comunicazioni, del commissario all’emergenza idrica nel Lazio e vicepresidente di Acea, la società che gestisce il sistema idrico di Roma.

La politica

Michetti non ha precedenti esperienze politiche e non fa ufficialmente parte di alcun partito. La sua candidatura è stata indicata al centrodestra da Giorgia Meloni, motivo per cui Michetti è considerato vicino al suo partito, Fratelli d’Italia.

Di fronte ai problemi di Roma, «è uno che sa dove mettere le mani», lo ha descritto Meloni a durante la presentazione della sua candidatura al Tempio di Adriano.

La scelta di Michetti è arrivata dopo mesi di complicate trattative tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Per molto tempo il candidato favorito era stato l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, ma l’opposizione di Fratelli d’Italia ha bloccato la sua nomina. 

La scelta di Michetti ha permesso di sbloccare anche una serie di altre candidature alle amministrative del prossimo autunno. Fratelli d’Italia ha comunque dovuto accentare la candidatura a vice sindaca di Simonetta Matone, sostituto procuratore presso la corte d’Appello di Roma, ex capo di gabinetto del ministro Mara Carfagna e commentatrice di fatti di cronaca nera per il programma televisivo Porta a Porta.

Matone è stata indicata da Forza Italia ed è stata presentata come candidata “pro sindaca”, una carica che in Italia non esiste, ma che serve probabilmente a indicare l’importanza del suo ruolo e il fatto che, come hanno riferito diversi giornali, la giudice non intende essere “seconda” a nessuno.

La Radio

Michetti è sostanzialmente sconosciuto fuori da Roma, ma è un personaggio noto in città, in particolare per gli ascoltatori di Radio Radio, una delle numerose emittenti locali che si occupano soprattutto di calcio con un discreto seguito.

La particolarità di Radio Radio è che negli ultimi anni ha diversificato la sua offerta, aprendo ai temi della politica con una venatura di complottismo folkloristico. Tra i suoi programmi di punta ci sono “Lampi di pensiero”, condotta dal filosofo e personaggio pubblico Diego Fusaro, e una rubrica di Giuseppe Di Bella, figlio del medico inventore dell’omonima “cura Di Bella”, molto pubblicizzata negli anni Novanta, ma priva di basi scientifiche.

Michetti è un ospite fisso del programma di attualità condotto dal vicedirettore della radio, Ilario Di Giovambattista, durante il quale ha annunciato ufficialmente la sua candidatura, e si inserisce perfettamente nello stile e nei temi dell’emittente.

Nel programma, Michetti parla di temi di attualità più vari con posizioni spesso piuttosto semplici, dirette e a volte quasi grossolane. Il suo stile gli hanno fatto guadagnare su giornali di questi giorni l’appellativo di “tribuno”.

Negli anni, Michetti ha fatto una serie di affermazioni discutibili o problematiche, che stanno cominciando ad emergere in questi giorni.

A proposito della pandemia, ad esempio, ha paragonato il Covid ad un’influenza, ha sostenuto che il saluto romano fascista fosse un’alternativa migliore e più igienica della stretta di mano e ha definito i vaccini «doping di stato» (salvo poi farsi fotografare mentre veniva vaccinato alcune settimane dopo).

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