Domenica 20 giugno, si voterà per le primarie della coalizione del centrosinistra con cui sarà scelto il candidato sindaco alle elezioni comunali di Roma del prossimo autunno (nello stesso giorno si voterà anche a Bologna: qui la nostra guida ai candidati). I partecipanti sono sette: il favorito, l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sostenuto da gran parte del Partito democratico, il suo principale sfidante, il presidente del terzo municipio Giovanni Caudo, e poi Imma Battaglia, Cristina Grancio, Tobia Zevi, Imma Battaglia e Paolo Ciani.

Il vincitore affronterà la sindaca uscente Virginia Raggi, sostenuta dal Movimento 5 stelle, l’avvocato e imprenditore Enrico Michetti, candidato del centrodestra e l’ex ministro Carlo Calenda, che corre da indipendente.

Come si vota

Sono primarie aperte a cui tutti i maggiori di sedici anni, italiani o stranieri, potranno partecipare dopo aver versato due euro ai gazebi che saranno sparsi nella città. Sarà anche possibile votare online tramite la piattaforma ParteciPa, registrando con il proprio Spid entro giovedì sera.

I candidati

Giornalisti e osservatori considerano le primarie di Roma un affare già concluso e danno per scontata la vittoria di Roberto Gualtieri, professore di storia contemporanea e tra il 2009 e il 2019 influente parlamentare europeo. Oggi, Gualtieri è affiancato da potenti alleati nel Pd romano e probabilmente, più che chiedersi se vincerà o meno, si domanda quante persone andranno a votare domenica.

Non pensa che le primarie siano già finite quello che molti considerano il principale sfidante di Gualtieri: Giovanni Caudo, professore di urbanistica all’università di Roma Tre e attuale presidente del terzo municipio, dove ha svolto un lavoro che è stato apprezzato in maniera trasversale. Caudo e uno dei numerosi candidati dell’ala sinistra della coalizione e ha ottenuto l’appoggio dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, di cui è stato assessore alla Trasformazione urbana.

Un altro candidato con esperienza “da sinistra” nelle competizioni elettorali della capitale è Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia nel governo Letta e candidato della sinistra alle elezioni del 2016, quando raccolse poco meno del 5 per cento dei voti. Oggi è deputato di Liberi e Uguali e fondatore dell’associazione politica Patria e Costituzione.

Un’altra importante candidatura che arriva dalla parte sinistra della coalizione è quella di Imma Battaglia, attivista Lgbt, matematica e imprenditrice. La sua candidatura è sostenuta da Liberare Roma, il gruppo della sinistra romana basato nell’ottavo municipio guidato da Amedeo Ciaccheri, da Massimiliano Smeriglio, eurodeputato molto vicino all’ex segretario Pd Nicola Zingaretti e da Monica Cirinnà, deputata del Pd e prima firmataria della legge sulle unioni civili.

Alle primarie si è candidata anche l’ex consigliera del Movimento 5 stelle, Cristina Grancio, che dopo aver lasciato il partito con cui è stata eletta al consiglio comunale nel 2016 ha aderito al Psi.

Tra i primi a candidarsi, già lo scorso settembre, c’era Paolo Ciani, consigliere della regione Lazio eletto con la lista cattolica di sinistra Demos. Ciani fa parte della comunità di Sant’Egidio ed è un esperto di politiche sociali e dell’integrazione.

Molto presto era arrivata anche la candidatura di Tobia Zevi, nato nel 1983 è l’unico sotto i 40 anni del gruppo. Iscritto al Partito democratico, Zevi è ricercatore dell’Ispi, ex consigliere del ministero degli Esteri e poi del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Nel 2013 si era candidato alla segretaria romana del Pd, ma era stato sconfitto.

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