Hanno voluto allontanare Mediterranea dalla porzione di mare in cui si trovava? E perché? Cosa stavano nascondendo i militari dell’80imo Battaglione per le “Operazioni speciali” della 111esima Brigata che la notte tra il 20 e il 21 agosto hanno lanciato nelle acque dieci persone, tra cui tre minori, dopo averle colpite con calci e pugni?

Se lo chiede Luca Casarini, capomissione dell’ong, la stessa che ha presentato davanti alla procura di Trapani, che starebbe lavorando all’apertura di un fascicolo, un’integrazione all’esposto in cui venivano denunciati i fatti atroci di quasi un mese fa.

«Fatti gravissimi», dice a Domani Casarini, che negli scorsi mesi ha anche scoperto di essere vittima di spionaggio dei servizi segreti tramite il software israeliano Graphite. «Abbiamo immediatamente denunciato il tentato omicidio di cui Mediterranea è stata testimone e, ora, in base alle nostre nuove acquisizioni, siamo in grado di rilevare anche dell’altro».

Vale a dire la «vicinanza» tra l’attuale sottosegretario alla Difesa nel governo di unità nazionale di Tripoli, Abdul Salam Al-Zoubi, che è a capo del Battaglione coinvolto nei fatti del 20 e 21 agosto, e le istituzioni italiane. Neanche un mese fa – il 4 settembre scorso – il numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi, insieme al capo della Polizia Vittorio Pisani e al direttore dell’Aise Giovanni Caravelli, hanno del resto incontrato ufficialmente Al-Zoubi.

«La Libia è un partner strategico nel Mediterraneo e il costante dialogo tra i nostri Paesi è fondamentale per fronteggiare le sfide di sicurezza comuni», aveva detto, durante quell’incontro, Piantedosi, destinatario, insieme al guardasigilli Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano, del provvedimento di autorizzazione a procedere per la vicenda Almasri.

Proprio di Almasri il Battaglione in questione sarebbe “nemico”. Se il torturatore libico rilasciato dall’esecutivo Meloni si sta proteggendo a Mitiga con i miliziani della Rada, la brigata identificata da Mediterranea Saving Humans si starebbe muovendo per sconfiggerlo. Motivo per cui il capo del Battaglione, non a caso Al Zoubi, è stato promosso a sottosegretario, a luglio 2024, direttamente dal primo ministro Dbeibah.

L’esposto ai pm di Trapani allega così le prove: gli uomini che hanno gettato in acque internazionali i dieci naufraghi sono i miliziani del Battaglione. Oltre all’esposto alla procura siciliana, Mediterranea ne ha presentato anche un altro davanti alla Cpi. E le opposizioni hanno detto la loro.

«L'inchiesta di Mediterranea dimostra che i militari del governo di Tripoli, con cui Meloni ha firmato accordi miliardari, sono trafficanti di esseri umani. In questo quadro appare ancora più scandalosa la decisione del governo di rimettere in libertà Almasri», ha detto il parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli.

Proprio su Almasri domani è prevista una nuova riunione della Giunta per le autorizzazioni. Oscura, intanto, resta la serie di legami tra l’Italia e la Libia.

Oscura come quella notte quando il personale di bordo di Mediterranea ha salvato dall’annegamento le dieci vittime di tortura dei miliziani libici, sottoposte nel tempo, si legge nell’esposto, «a ogni tipo di abuso e violenza, sevizia e lavori forzati».

Gli attivisti della ong hanno chiesto agli inquirenti di essere sentiti dai pubblici ministeri di Trapani come persone informate sui fatti.

© Riproduzione riservata