La Fondazione Migrantes ha presentato oggi il suo quinto rapporto sul mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate. Intitolato “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”, il rapporto denuncia la crescita delle detenzioni arbitrarie in Libia e la scarsità di domande di asilo registrate dai paesi dell’Unione Europea, a fronte di una crescita del fenomeno migratorio. Inoltre pone l’accento sul diaframma che la pandemia da Covid  ha creato tra la fetta di popolazione mondiale in grado di curarsi e la parte che invece non ha accesso alle cure.  

I centri di detenzione libici

Sono detti centri facenti capo alla Direzione per il contrasto dell’immigrazione illegale, ma sono veri e propri centri di detenzione. Il rapporto rivela che da gennaio a ottobre la presenza di migranti in questi centri si è decuplicato, passando a contenere dalle 1.100 persone di gennaio alle 10mila di giugno.

Per non parlare delle torture, delle violenze e degli abusi, ai quali queste persone sono sottoposte, come denunciato nell’estate dal segretario generale dell’Onu e dall’Unsmil, la missione Onu in Libia. «Hanno denunciato come i prigionieri dei centri continuino ad essere sottoposti a torture, violenze e abusi, tra vitto insufficiente e scarsa assistenza», si legge nel rapporto.

Le domande di asilo negate

«Fino all’estate 2021 – ha evidenziato il rapporto –  i livelli della “domanda di asilo” nei confini dell’Ue non aveva ancora raggiunto quelli del pre-pandemia». Le persone che hanno potuto accedere alla richiesta di asilo (ma non anche all’accoglimento della loro domanda) sono state nei primi sei mesi del 2021 circa 200mila, più o meno lo stesso numero del primo semestre del 2020, investito dal fenomeno pandemico. Da  marzo a giugno 2021, infatti, i richiedenti asilo registrati sono stati 103mila. Il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando la prima ondata di Covid-19 aveva paralizzato il sistema dell’accettazione delle richieste e i migranti che avevano potuto ottenere una registrazione della propria domanda erano stati 48mila. Nei tre mesi precedenti (gennaio-marzo 2020) le registrazioni erano state 150 mila, cioè il triplo. 

Nel 2020 il totale dei richiedenti  asilo è stato di 417mila persone, prima della pandemia, invece, nel 2019 a vedersi registrare la domanda erano stati in 631mila. Di queste 417 domande del 2020, solo 281 sono state accolte dai paesi dell’ Unione europea. Mentre delle 631 del 2019 a ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria o di quella umanitaria erano stati 296 mila persone. 

Mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi "irregolari" di rifugiati e migranti (-12 per cento rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). «Ma L’Ue vuole continuare ad alzare i muri alle frontiere non solo simbolicamente», si legge.

Il Covid ha approfondito la disuguaglianza

La pandemia, spiega il rapporto, «ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Il Covid-19 ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un'altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele». La situazione è peggiorata nel 2021 che «ha visto dilagare la “nuova disuguaglianza” nell’accesso ai vaccini anti Covid».

Oltre  1.500 morti e dispersi nel Mediterraneo

Il rapporto riferisce che all’inizio di novembre 2021, «la stima (minima) dei migranti morti e dispersi nel Mediterraneo ha già superato il totale del 2020, 1.559 contro 1.448». Di questi, più di 1.200, hanno perso la vita nella rotta che conduce verso l’italia e Malta. Un disastro umanitaro che si consuma nell’indifferenza  degli Stati europei e appartenenti all’Ue.

La quinta edizione del rapporto

Il rapporto della Fondazione Migrantes è oggi l’unico in Italia dedicato specificamente al mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate. Si concentra in modo particolare sulla relazione tra questi fenomeni e l’Europa, con particolare focus sull’Italia.

Il titolo dato all’edizione 2021, “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”, riprende il messaggio di papa Francesco per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. I contributi che raccoglie, si legge nella presentazione, «sono curati da un’équipe di autori che, oltre ad essere studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia, o sono essi stessi rifugiati». Alla realizzazione del documento ha contribuito anche l’osservatorio Vie di fuga.

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