La decrescita di un paese si misura in vari modi: in Italia, per esempio, un indice incontrovertibile è il calo delle nascite. Con queste premesse si aprono oggi gli Stati generali della natalità, la due giorni italiana dedicata al futuro demografico del nostro paese.

L’evento, convocato a Roma dal presidente nazionale del Forum delle famiglie Gigi De Palo, nasce come uno spazio dove i nomi della politica, dell’impresa, il mondo della cultura e quello dello sport si avvicenderanno per trovare nuove soluzioni e invertire, così, il tasso di denatalità del paese: «Ci aspettiamo che nell’agenda politica del nostro paese venga inserito il tema della natalità» spiega l’organizzatore dell’evento Gigi De Palo. Secondo recenti stime europee, in rapporto al tasso di fecondità dell’1,5 per cento nell’Unione europea, l’Italia con il suo 1,3 per cento ne rappresenta il fanalino di coda.

Se si sfascia la famiglia

Le cifre del panorama italiano sono ancora più tragiche, come sottolineava un anno fa l’economista Matteo Rizzolli. Pertanto, i quattro panel della prima giornata dedicati al mondo dell’economia e della politica, saranno introdotti dall’intervento del presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), Carlo Blangiardo. Ospite pochi giorni fa al convegno “Famiglia, genitorialità ed educazione” organizzato dall’Istituto universitario salesiano di Venezia, aveva così commentato le infelici proiezioni della natalità italiana: «C’è incertezza economica e sul futuro. In una situazione di questo tipo se si sfascia la famiglia è la fine».

Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, il 2021 è stato l’anno peggiore per la natalità in Italia: in vent’anni, il numero medio di componenti familiari è passato da 2,7 a 2,3, con le famiglie monocomponente che oggi rappresentano circa il 33 per cento del totale. Per giunta, rispetto al 2019, la pandemia ha ridotto del 47 per cento i matrimoni, fra cui il 68 per cento sulle nozze con rito religioso. La denatalità però non riguarda solo le neo famiglie: dagli anni Duemila a oggi, la quota di famiglie con almeno cinque componenti si è ridotta di oltre il 2 per cento. Quello della pandemia si rivela il conto più salato per le famiglie: secondo l’Istat, nel 2020 in Italia i matrimoni sono calati di oltre il 47 per cento rispetto al 2019; di questi, circa il 68 per cento riguarda le nozze con rito religioso e i primi matrimoni.

Il crollo di un intero paese

«Si sta banalizzando il crollo di un intero paese, perché se non nascono più figli crollano il sistema pensionistico, il Pil, il welfare e la sanità pubblica. Non c’è una consapevolezza vera e le cose non si risolvono se non si mette in atto una politica seria, che porta alla risoluzione delle cose» spiega Gigi De Palo. Per questo, gli Stati generali propongono un nuovo sguardo economico e politico per rintracciare politiche di sostegno e supporto alla famiglia efficaci.

Nella giornata di oggi, dopo i saluti del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, si avvicenderanno il ministro alla Pubblica istruzione, Patrizio Bianchi e la ministra alla Famiglia, Elena Bonetti. Per la prima volta dopo tanto tempo, sotto un panel si riuniranno i principali nomi della politica italiana: da Carlo Calenda di Azione ed Enrico Letta del Pd a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini della Lega.

E poi Ettore Rosato di Italia viva, assieme a Licia Ronzulli (presidente della Commissione infanzia e adolescenza di Forza Italia) e Laura Castelli (viceministro dell’Economia 5 stelle): «Su questo tema non c’è distinzione fra destra, sinistra e centro – dice De Palo –. Noi commentiamo i dati Istat, ma poi serve la sintesi. Alla luce di questo, credo che dovremmo mettere i giovani nelle condizioni di realizzare i propri sogni: automaticamente avremo più bimbi e più famiglie. Il problema è che oggi non riusciamo a offrire loro queste condizioni».

Fra gli ospiti, interverranno i rappresentanti del mondo delle aziende con Pietro Labriola, ceo del Gruppo Tim, Marco Sesana, ceo di Generali Italia&Global Business Lines, Michele Crisostomo, presidente dell’Enel, Sergio Marullo di Condojanni, ceo di Angelini Industries e consigliere di Fondazione Angelini, Francesco Baroni, country manager di GiGroupItalia. Dal mondo dello spettacolo, l’attrice Giusy Buscemi con il marito regista Jan Michelini, Ilaria Spada, attrice, Rebecca Bianchi, étoile del Teatro dell’Opera di Roma, Andrea Delogu e influencer come Julia Elle e Giulia Lamarca con Andrea Decarlini.

Maternità, questa sconosciuta

Uno spazio è dedicato anche alla medicina pediatrica, con Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, Nicola Colacurci, presidente della Società italiana di ginecologia, e Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia, a riprova del fatto che la natalità coincide con la rivendicazione di uno spazio sociale riservato anche alle madri. A due anni dallo storico discorso della deputata statunintense Alexandra Ocasio-Cortez: «Vi parlo da essere umano, da donna i cui sogni di maternità ora hanno un sapore dolce-amaro, visto ciò che so sul futuro dei nostri bambini», il tema del rapporto fra donne è denatalità ha preso piede anche in Italia, come ha mostrato l’eco mediatica innescata su La Stampa dalla giornalista Simonetta Sciandivasci, che in un articolo ha rivendicato lo spazio di chi madre non vuole proprio diventarlo, fino ad assumere i contorni del gender gap, come dimostra il caso della stilista Elisabetta Franchi: «Ciascuno è libero di fare quello che vuole, chi non vuole avere figli è libero di non averli – puntualizza De Paolo –. Ma chi vuole averli oggi, non è libero di farlo: sappiamo, infatti che la seconda causa di povertà in è proprio la nascita di un figlio».

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