Libertà e memoria: due parole che sembrano semplici, ma che si caricano di un peso profondo in una terra come la Calabria, dove la memoria spesso si intreccia con il sangue e la libertà va conquistata ogni giorno. Su questi due pilastri si regge la XIV edizione di Trame – Festival dei libri sulle mafie, che torna a Lamezia Terme dal 17 al 22 giugno con un programma fitto di appuntamenti, nomi di rilievo e un messaggio chiaro: la cultura è resistenza.

Una resistenza che ha il volto di Giancarlo Siani, il giovane cronista de Il Mattino ucciso dalla camorra nel 1985, e di Francesco Ferlaino, primo magistrato assassinato dalla ’ndrangheta in Calabria, nel 1975. Due figure simbolo a cui l’edizione 2025 rende omaggio, nel segno di un anniversario che non vuole essere solo commemorazione, ma rilancio dell’impegno civile. «La memoria di Siani e Ferlaino ci impone di non abbassare la guardia e di rinnovare ogni giorno il nostro impegno per la legalità e la giustizia», ha dichiarato Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame, durante la presentazione del festival presso la sede della Fnsi a Roma. «La libertà – ha concluso – è un bene prezioso, che va difeso con coraggio e determinazione, soprattutto nelle terre dove la criminalità organizzata ha cercato di cancellare la speranza».

Cento voci contro il silenzio

Saranno oltre 100 gli ospiti di questa edizione: magistrati, giornalisti, scrittori, attivisti, ricercatori, artisti. Tra i nomi più attesi spiccano quelli del Procuratore di Napoli Nicola Gratteri, dello scrittore Roberto Saviano, dell’ex Presidente del Senato Pietro Grasso e del Procuratore Capo di Catanzaro Salvatore Curcio. Insieme, animeranno una kermesse che intreccia riflessione e denuncia, dibattito e narrazione, memoria e futuro.

A dirigere il festival è Giovanni Tizian, cronista d’inchiesta e autore di numerose inchieste sulla criminalità organizzata, direttore artistico della Fondazione Trame. Accanto a lui, Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, e Nuccio Iovene, in un progetto che da anni rappresenta un unicum nel panorama culturale italiano: un festival letterario interamente dedicato al racconto delle mafie, dei loro mutamenti, delle loro connessioni globali e delle resistenze quotidiane che vi si oppongono.

Il programma

Si comincia martedì 17 giugno, con l’apertura ufficiale nel Chiostro di San Domenico: un luogo simbolico di bellezza e silenzio che, per sei giorni, diventerà l’agorà del confronto civile. Subito due mostre: “Il valore della testimonianza”, dedicata al fotoreporter Andy Rocchelli, ucciso nel Donbass nel 2014, e “E lui che mi sorride”, una narrazione a fumetti sulla vita di Giancarlo Siani.

In serata, un momento dedicato al Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo e la proiezione del documentario “Ombre sul mare”, seguita dal film “Cutro, Calabria, Italia” di Mimmo Calopresti: un’opera che riporta lo sguardo sul naufragio che ha scosso le coscienze italiane ed europee.

Il programma prosegue mercoledì 18 con un’ampia gamma di incontri: dal racconto del narcotraffico internazionale, fino alla “Caccia a Rocco Morabito”, passando per “Le mutazioni della ’ndrangheta”. In serata, letture e documentari accenderanno il dibattito su arte e criminalità, con il reading “Col buio me la vedo io” e il doc “Follow the paintings”.

L’antimafia e le sfide del presente

Il cuore pulsante del festival batte giovedì 19, con l’intervista al magistrato Pietro Grasso e un incontro tra il giudice e i giovani volontari di Trame. Si parlerà di ecomafie, economia illegale, e del potere della narrazione visiva come strumento di denuncia. Grasso sarà protagonista anche di “Da che parte stai?”, un evento in prima serata che mescola memoria e attualità.

Venerdì 20 sarà dedicato a Francesco Ferlaino, con un omaggio a cinquant’anni dalla sua uccisione, accompagnato da riflessioni su finanza etica, minacce ai giornalisti (con Paolo Siani, fratello di Giancarlo, in collegamento), e la presentazione del libro “Una cosa sola” di Gratteri, intervistato dal nostro direttore Emiliano Fittipaldi.

Sabato 21, il festival guarda al futuro, con dibattiti su mafie transnazionali, attivismo giovanile e informazione. In serata, Roberto Saviano presenterà il suo nuovo libro “Noi due ci apparteniamo”, seguito da un confronto sulla separazione delle carriere in magistratura. A chiudere, il docufilm “Aemilia 220” sul maxiprocesso alla mafia emiliana.

Domenica 22, infine, una giornata che chiude il cerchio tra inchiesta, cultura e spettacolo: ospiti Attilio Bolzoni, Marisa Manzini, Diego Bianchi e il procuratore Giuseppe Lombardo, in un confronto serrato su borghesia mafiosa, sanità e potere criminale. Il sipario calerà con lo spettacolo “Bella Ciao. Genesi di un mito” e il concerto dei Malvax, in collaborazione con Musica contro le mafie.

Trame

Nato nel 2011 per iniziativa della Fondazione Trame e del comune di Lamezia Terme, con il sostegno di enti nazionali e associazioni locali, Trame è oggi molto più di un festival. È una comunità diffusa che ogni anno accoglie centinaia di volontari e migliaia di partecipanti. Un esperimento riuscito di cultura come presidio civile, che ha saputo mettere insieme scrittura e testimonianza, politica e arte, denuncia e sogno.

In una regione troppo spesso raccontata solo per le sue ferite, Trame è diventato un simbolo di resistenza culturale. E, come ogni simbolo, ha bisogno di voci che continuino a raccontarlo. Perché, come recita il titolo scelto per questa edizione – “Liberi Liberi” – la libertà è una conquista collettiva. E non basta ricordarla: bisogna immaginarla, costruirla, viverla.

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