Dicembre 2019: l’ex legale esterno di Eni, Piero Amara, viene sentito dai magistrati milanesi Ilaria Pedio e Paolo Storari nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta Eni, in particolare quello chiamato “Falso complotto Eni”.

Amara viene sentito il 6, 14, 15 e 16 dicembre e l’11 gennaio 2020 e rende una serie di verbali, nei quali racconta dell’esistenza di quella che lui chiama la loggia Ungheria, una associazione segreta composta da magistrati, politici, funzionari delle forze dell’ordine e uomini di potere, che operava per influenzare gli esiti dei processi e altre attività occulte.


Aprile 2020: Storari, preoccupato per l’inerzia della sua procura e contrario all’immobilità secondo lui imposta dal procuratore capo, Francesco Greco, si consulta con il consigliere del Csm, Piercamillo Davigo. Dei verbali non si è ancora fatto nulla, non procedendo all’inscrizione nel registro delle notizie di reato per cominciare le indagini.

Davigo assicura di poter ricevere i verbali perchè a lui, in quanto consigliere del Csm, non è opponibile il segreto istruttorio. Storari glieli consegna, in formato word e su una chiavetta Usb, e Davigo promette di attivarsi presso il Csm.


4 maggio 2020: Davigo comunica all’ufficio di presidenza del Csm, composto dal vicepresidente David Ermini e dai due membri di diritto della Cassazione, e anche ad altri consiglieri il contenuto dei verbali di Amara, spiegando le sue preoccupazioni per l’inerzia di Milano davanti a quella che potrebbe essere una nuova loggia P2.

Ne parla anche con il pg di Cassazione, Giovanni Salvi, membro dell’ufficio di presidenza del Csm e titolare dell’azione disciplinare oltre che vertice dei procuratori italiani, per chiedergli di intervenire sul procuratore di Milano, Francesco Greco.

Davigo consegna anche copia dei verbali a Ermini, il quale parla del loro contenuto al presidente della repubblica, Sergio Mattarella. Ascoltato come testimone nei giorni scorsi, Ermini ha confermato questi fatti, dicendo di non aver letto i verbali ma di averli distrutti.


9 maggio 2020 la procura di Milano iscrive nel registro delle notizie di reato lo stesso Piero Amara, il suo collaboratore Alessandro Ferraro e l’avvocato Giuseppe Calafiore, con l’ipotesi di reato di associazione segreta.


Giugno 2020: A questo punto c’è un primo fatto su cui ci sono diverse versioni: Salvi sostiene di aver telefonato a Greco e di avergli ingiunto di procedere sui verbali della Loggia Ungheria. «Greco mi informò per grandi linee della situazione e delle iniziative assunte. Si convenne sulla opportunità di coordinamento con le Procure di Roma e Perugia. Il coordinamento fu avviato immediatamente e risultò proficuo», ha spiegato Salvi, indicando dunque che un fascicolo sarebbe stato infine aperto sul contenuto dei verbali di Amara.

Greco dice di non aver ricevuto alcuna pressione esterna, che per la delicatezza delle indagini bisognava procedere con cautela e di averlo fatto secondo i tempi che lui riteneva idonei, appunto nel maggio 2020.


Ottobre 2020: il Csm, in una tesissima seduta, vota per l’esclusione di Davigo dal plenum, in quanto pensionato.


Dicembre 2020: i verbali della loggia Ungheria, lasciati da Davigo nel suo studio, vengono trafugati e inviati in plichi anonimi a due giornali, il Fatto Quotidiano e Repubblica, che però non li utilizzano e vanno a denunciarli alle procure di Roma e Milano.


Gennaio 2021: dopo un interrogatorio congiunto ad Amara tra le procure di Milano e Perugia, la procura di Milano trasmette l’intero procedimento per competenza alla procura di Perugia. L’ipotesi accusatoria è di associazione segreta e gli indagati dovrebbero essere dei magistrati romani di cui ancora non si conoscono i nomi.


27 aprile 2021: il nostro quotidiano pubblica un articolo sugli affari del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in cui vengono citati anche i verbali di Amara.


28 aprile 2021: durante il plenum del Csm, il togato Nino Di Matteo rende pubblica l’esistenza dei verbali e della presunta loggia Ungheria, dicendo di aver ricevuto i verbali in un plico anonimo e di ritenerli calunniosi nei confronti in particolare del collega del Csm, Sebastiano Ardita.


Aprile 2021: sono aperti altri due procedimenti penali: uno a Roma per calunnia a carico di Marcella Contraffatto, ex segretaria di Davigo e considerata la mittente dei plichi anonimi e uno a Brescia, con l’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio a carico di Storari.


Settembre 2021: Greco va in pensione da procuratore capo di Milano, in una intervista difende il suo operato e attacca sia Storari che Davigo per l’utilizzo dei verbali.


Ottobre 2021: Greco viene indagato dalla procura di Brescia e rinviato a giudizio con l’accusa di omissione d’atti d’ufficio per la gestione del processo Eni-Nigeria, in cui si tentò di utilizzare anche le dichiarazioni di Amara e che è all’origine dello scontro interno alla procura di Milano.

Dello stesso reato sono imputati anche Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, titolari del fascicolo.


Febbraio 2022: il procedimento contro Greco viene archiviato dal tribunale di Brescia.


Marzo 2022: il tribunale di Brescia assolve Storari con un procedimento con rito abbreviato per rivelazione di segreto d’ufficio. Rimane in corso un procedimento con la stessa imputazione a carico di Davigo, che ha scelto il rito ordinario.


Aprile 2022: inizia a Brescia il processo a Davigo per rivelazione di segreto d’ufficio, nel quale verranno sentiti tutti i vertici coinvolti.


Luglio 2022: la procura di Perugia chiede l’archiviazione dell’inchiesta per associazione segreta sulla presunta loggia Ungheria, ritenendo che le dichiarazioni di Amara non abbiano sufficienti riscontri. Stralcia però alcune delle sue dichiarazioni e le invia per competenza ad altre procure perchè si continui ad indagare.

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