- Il ruolo che il ministero della Giustizia durante il governo Draghi attribuiva a Cospito era quello più di un ideologo che di un capo che passava ordini specifici.
- Il regime del 41 bis gli ha certo tolto la voce – almeno fino a quando non è iniziata la processione di parlamentari che lo visitano e ne riportano le idee – ma ha senza dubbio rafforzato l’influenza di suoi scritti già in circolazione. Difficile che Cospito, da Sassari dove era rinchiuso o da Opera dove si trova ora, potesse fornire indicazioni precise per specifiche azioni.
- Invece è diventato un simbolo, usato anche dai boss della criminalità organizzata che da sempre contestano un regime carcerario che a loro si impedisce di comandare a distanza.
La scelta del governo Meloni di trasformare il caso Cospito in un’arma contro l’opposizione ha fatto perdere di vista in un paio di giorni il merito della questione della quale si stava dibattendo: cosa ha fatto l’anarchico Alfredo Cospito? Si merita il regime del “carcere duro” del 41 bis, di solito riservato ai boss mafiosi? E’ il simbolo dell’oppressione dello stato che reprime in modo esemplare chi osa metterne in dubbio la legittimità, o è il testimonial perfetto della necessità di una n



