- «Oltre quella linea c’è l’Ucraina, c’è la guerra. Secondo te c’è l’Europa?». Thomas, è uno dei tanti volontari presenti sulla striscia di terra di Medyka.
- Le autorità polacche ci tengono a ribadire che sono in prima linea e non si stanno tirando indietro e poco importa se al confine con la Bielorussia, non molto più a nord, si offrano come un laboratorio attivo della disumanità.
- Con chi scappa da Putin e dalla sua terrificante aggressione, invece, questa volta, l’Europa c’è. I profughi intrappolati da mesi, in numero molto minore rispetto a quelli che arrivano dall’Ucraina, sono, per tanti governanti, una storia da osteggiare, ignorandola.
«Oltre quella linea c’è l’Ucraina, c’è la guerra. Secondo te c’è l’Europa?». Thomas, è uno dei tanti volontari presenti sulla striscia di terra di Medyka, mi rivolge la domanda con il sorriso, indicando la linea, davvero pochi metri, che ci separa dalla nazione aggredita da Putin. Il lembo d’Europa che fa da porta d’accesso alla cultura della solidarietà è occupato da due strisce di gazebo in mezzo alle quali passano le famiglie in fuga dal conflitto. Mi rendo conto che ai miei occhi sono imm



