Il libro di Luciano Segreto apre finalmente alla comunità scientifica e al pubblico interessato una prospettiva per approfondire e continuare a indagare oltre le note etichette appiccicate dalla stampa (non solo scandalistica) la vicenda di due protagonisti della storia del nostro paese
Chi scrive di storia sa di partecipare a un paziente lavoro collettivo, mai definitivo, e sa che il proprio contributo è destinato a essere oggetto di critica e sarà presto revisionato, emendato, superato.
La ricerca e l’analisi storica procedono incessantemente, frutto del lavoro di tanti colleghi che, con i loro libri, propongono gli esiti provvisori delle loro fatiche.
Oggi possiamo finalmente rallegrarci per uno di quei casi fortunati che dischiudono allo storico un universo di fonti inesplorato: certo, la “fortuna” non è la giusta chiave di lettura, perché non rende conto della volontà della famiglia Ferruzzi/Sama e delle competenze dell’autore che, insieme, hanno portato a questo risultato di assoluto valore nel panorama della storiografia d’impresa italiana.
La volontà della famiglia erede del fondatore Serafino Ferruzzi è stata decisiva per la “scoperta” e la messa in sicurezza di un patrimonio documentario che verrà offerto alla ricerca storica in condizioni ottimali, ma il lavoro di esplorazione e analisi di Luciano Segreto ha già dimostrato come l’acribia dello studioso possa far parlare i documenti facendo leva su più fonti, da quelle scritte a quelle rappresentate da testimonianze e ricordi, anch’essi inediti.
Spente le luci dei riflettori mediatici, sottratta la vicenda di Raul Gardini ai clamori feroci della cronaca e al suo ribaltamento in una facile damnatio memoriae vuota di contenuti e approfondimenti, salutiamo con riconoscenza il lavoro enorme e minuzioso che ha consentito all’autore di riaprire le finestre, mettendo “in circolazione” le idee su una fase importante per la storia d’impresa e per la storia industriale ed economica del paese.
Il mestiere dello storico è percorrere le strade difficili della ricostruzione di una vicenda sulla base di una documentazione varia e composita, talvolta conservata solo per caso o per accidente. Il suo vaglio è quello di chi studia, riflette e cerca di restituire coerenza e significato a una storia di sicuro rilievo, con attori noti e meno noti, discussi e giudicati, non per formulare assoluzioni, condanne o salvataggi, ma perché convinto che solo lo scavo documentario e l’apertura di vie nuove possano far progredire la conoscenza e la “coscienza” di una fase storica particolare, quella che ha segnato la fine della Prima Repubblica.
Questo volume apre finalmente alla comunità scientifica e al pubblico interessato una prospettiva – o, meglio, tante prospettive – per approfondire e continuare a indagare oltre le note etichette appiccicate dalla stampa (non solo scandalistica) ai protagonisti e agli accadimenti narrati.
Destreggiarsi tra le fonti
L’arco storico ricostruito è ampio. L’autore si impegna a cogliere le dinamiche che hanno segnato l’intera storia del gruppo, cominciando dalle società costituite da Serafino Ferruzzi negli anni Trenta per arrivare all’epilogo giudiziario, con l’esito dei processi a carico dei vertici della società al Tribunale di Ravenna all’inizio degli anni Duemila.
Le tappe della vicenda sono note: dalle origini nel commercio dei cereali al trading internazionale si svolge la parabola imprenditoriale di Serafino Ferruzzi (probabilmente l’uomo più ricco del paese, ma “sconosciuto”); a seguire, l’incidente aereo e l’assegnazione della guida del gruppo a Raul Gardini, genero del fondatore, da parte della famiglia; la crescita dell’impresa alla dimensione di multinazionale diversificata, il suo coinvolgimento nell’inchiesta di Mani pulite, il suicidio dell’oramai “notissimo” Gardini, l’indebitamento del gruppo e il tentativo di risanamento fallito; infine, il commissariamento da parte delle principali banche italiane, le conseguenze giudiziarie e i processi.
Meno scontato è il lavoro dello storico e la sua capacità non solo di restituire una ricostruzione coerente e ragionata, ma anche quella di maneggiare fonti tanto diverse, facendo dialogare quelle recentemente acquisite – soprattutto a Ravenna, ma anche a Milano (Edison) e a Roma (Eni) e quelle già sondate nelle inchieste giornalistiche.
Il racconto rende protagoniste le voci individuali ma non dimentica mai il contesto economico nazionale e internazionale: basta scorrere l’indice del volume per vedere il dipanarsi della storia della Ferruzzi grazie a un’immersione empatica dello studioso nelle vicende individuali dei protagonisti e dei testimoni (fra interviste, ricordi, lettere private e dialoghi familiari), mentre l’analisi si interroga sulle grandi questioni storiografiche che riferiscono all’analisi macroeconomica in merito alla “quasi scomparsa” di un intero settore in Italia, quello chimico, per riflettere infine sulla coerenza industriale e finanziaria del gruppo e sulle potenzialità di tenuta imprenditoriale e manageriale della governance strutturata attorno a Serafino Ferruzzi, prima, e a Raul Gardini poi, nella fase del drammatico declino.
I due protagonisti
Ben fondati su una solida e variegata base documentaria – e quindi nuovi – sono i giudizi storici dell’autore sui protagonisti della pluridecennale vicenda della Ferruzzi, anzi, delle “due Ferruzzi”: quella che si svolge nei primi due capitoli dedicati al consolidamento nel trading internazionale, ai risvolti finanziari e all’inizio dell’avventura industriale nelle mani di Ferruzzi, resa con l’immagine del «fiume tranquillo che si amplia e si rafforza lentamente», e quella via via incontrollabile di Gardini, con fuochi d’artificio mediatici, colpi di scena, drammi e devastante epilogo, a cui sono dedicati ben otto capitoli.
Sono due figure di imprenditori che spiccano nel panorama nazionale, catalizzatori di visioni e strategie non comparabili fra loro, ma entrambi frequentatori di quell’area poco affollata dagli imprenditori «viziati» italiani, quella del rischio: rischio d’impresa e finanziario «calcolato» per Ferruzzi, rischio al limite dell’ingovernabilità, per Gardini: entrambi però affascinati dalle novità e orientati oltre la sicurezza dei confini nazionali, entrambi non avvezzi alla contrattazione con il potere politico e alle protezioni pubbliche.
La riflessione dell’autore è importante perché riguarda qui le caratteristiche del capitalismo familiare italiano e i limiti di un modello imprenditoriale che ha mostrato e mostra le sue debolezze nel contesto globale, ma anche i vizi – industriali e finanziari – di una stagione economica e politica ingloriosamente esposta con la cosiddetta “fine della prima Repubblica” nella complicata fase della transizione verso l’Unione europea.
L’ottica del presente
Non sono temi da consegnare solo alla storia. Nel volume c’è un’atmosfera – nella passione dello storico – che parla all’oggi: l’ottica del presente echeggia nel dialogo continuo tra la fonte scritta e la memoria partecipata di alcuni protagonisti, mentre l’autore dichiara da subito la sua percezione condizionata dall’essere stato – come tutti noi di una certa età – testimone interessato dell’epilogo di una avventura umana e industriale che ha segnato la nostra storia economica, ma anche giudiziaria e culturale.
A Luciano Segreto va riconosciuto il merito di aver trovato il tono e la misura per distaccarsi dal suo oggetto di studio, nonostante la figura del discusso protagonista sia ancora avvolta da un pathos di contemporaneità che rischia di offuscare ogni sforzo di giudicare in maniera equilibrata la storia di un’impresa.
Finalmente, disponiamo di un nuovo archivio di fonti, che la famiglia Ferruzzi/Sama metterà a disposizione della consultazione pubblica: il paradosso è che proprio questo archivio ci consente di non “archiviare” una vicenda importante per la nostra storia industriale e sollecita l’avanzamento della ricerca, il “superamento” di questo volume, che oggi ci appare un monumentale lavoro di analisi e domani sarà diversamente considerato da nuove ricerche e riflessioni.
Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini e la fine di un grande gruppo industriale (Feltrinelli 2025, pp. 432, euro 28,50) è un libro di Luciano Segreto
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