- «Per certi aspetti mi aveva eletto suo padre (io ero infinitamente più giovane di lui);» ricorda Citati «mi chiedeva consiglio per tutte le cose della vita: le tasse, la domestica, il cibo, l’editore, il rapporto con gli scrittori e tutti gli esseri umani. Di Gadda mi occupai molto».
- «Sembra che tutte le mie nascoste o palesi macchinazioni ad maiorem Caroli Emilii Gaddi gloriam debbano andare a finire male o riuscire a metà! … Cosa vuole, i Suoi libri sono troppo belli, intelligenti, generosi e moderni per essere capiti dagli stupidi, dai presuntuosi e dai vecchiacci rimbambiti e ammuffiti che, in Italia, fanno la critica letteraria, danno i premi e così via»
- Questo articolo è tratto dal nuovo numero di Finzioni, il mensile culturale di Domani che puoi scaricare e leggere a questo link.
Bastava molto meno per atterrire Gadda: l’aspra rivalità fra gli editori non tarderà infatti ad alimentare, nelle lettere ad amici e parenti, un fosco epos, folto di avvoltoi che si gettano su una carogna, tigri che si contendono un capriolo, menadi che sbranano il piccolo Bacco, lupi che si accapigliano su un cadavere. Per di più Garzanti amava compiere irruzioni nella fabbrica dei romanzi acquisiti: chiederà la soppressione delle note che nella redazione di Letteratura del Pasticciaccio orc



