- C’è chi si voltola nei fanghi termali, chi si immerge in piscine sulfuree. Noi affetti da “scenalgìa” seguiamo le rassegne teatrali come la Biennale Teatro di Venezia (diretta per la terza volta da Stefano Ricci e Gianni Forte)
- In molti degli spettacoli che ho visto c’era parecchio da immaginare. Bisognava sedersi e seguire le istruzioni degli attori o delle voci fuori campo, che ti dicevano che cosa visualizzare mentalmente
- Che cosa ci rivela, dell’epoca che viviamo, questa sconnessione? È un residuo di speranza che ciò che vediamo non sia tutto qui?
La rivelazione l’ho avuta uscendo da uno spettacolo mesi fa: un amico aveva portato sua sorella, una donna di mezza età che non segue il teatro contemporaneo. Sulla scena avevamo assistito a violenze mimate bene, a metà fra recitazione e performance. «Ma voi siete malati!», è stato il commento di quella donna, che non aveva mai visto cose simili su un palcoscenico. Sì. Siamo malati. Questo spiega tutto. I festival di teatro che seguiamo, finanziati dallo stato, sono prestazioni mediche erogat



