Considerazioni dopo il Festival di Cannes

Per colpa di Netflix il cinema non ci piace più come prima

Illustrazione di Dario Campagna
Illustrazione di Dario Campagna
  • Ma Monsieur Thierry Frémaux le guarda le serie? Thierry Frémaux è gloriosamente, da ventun anni, il Délégué Général del Festival di Cannes, quello che per abitudine, conformismo e disciplina retorica viene ancora considerato il più grande festival mondiale della settima arte.
  • Non sono un professorino di cinema, parlo da ordinario consumatore di audiovisivo: perché all’indomani di Cannes cerco conforto in ‘quei’ classici? Piaccia o non piaccia, il nostro palato di spettatori ha subito, negli ultimi anni, scossoni epocali.
  • Per riportare e tenere il pubblico in sala non servono prima di tutto bei film? Quanto fruttano, in pratica, le battaglie di retroguardia? Puoi difendere la grandeur puntando sui sottoprodotti delle Grandi (solite) Firme?

Ma Monsieur Thierry Frémaux le guarda le serie? Thierry Frémaux è gloriosamente, da ventun anni, il Délégué Général del Festival di Cannes, quello che per abitudine, conformismo e disciplina retorica viene ancora considerato il più grande festival mondiale della settima arte. È un festival che frequento da trentatré anni, più o meno da quanto frequento la Biennale Cinema di Venezia. Come tanti freschi reduci dall’edizione numero 75, ho riflettuto a consuntivo sugli schermi cannesi mentre rivi

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