La rete anarchica ha annunciato, per questo pomeriggio, cortei e presidi in gran parte delle principali città italiane per esprimere «solidarietà» nei confronti di Alfredo Cospito e protestare contro lo stato ritenuto «assassino». 

Giorgia Meloni ha, con una lettera indirizzata al Corriere della Sera, dichiarato il proprio sostegno alla “linea Donzelli” in merito alla visita in carcere di alcuni esponenti del Pd. Per Meloni, la vera assurdità sta nell’insistenza dei deputati del Pd sulla revoca del 41 bis a Cospito, nonostante le «implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata».

Le grandi città

A Roma, Napoli e Milano si attendono i cortei più corposi. Nella capitale, gli anarchici si riuniranno a piazza Vittorio alle ore 15 e sfileranno fino a Piazza Porta san Giovanni. Lungo il percorso sono stati rimossi i cassonetti ed è stato vietato il traffico cittadino, nel timore di un’escalation di violenza che le forze dell’ordine temono possa aver luogo. 

Anche Napoli, dopo la bomba carta esplosa in prossimità della sede delle Poste centrali, è in allerta per il corteo autorizzato delle ore 16 che partirà da Piazza Dante. Alle 14 e 30, invece, si riunirà il presidio di solidarietà presso il carcere Opera di Milano, dove Cospito è attualmente detenuto sotto il regime del 41bis. 

Il reale timore delle autorità è che cortei e presidi autorizzati possano “sconfinare” in zone limitrofe, creando disagi nella migliore delle ipotesi e, nella peggiore, sfociando nella violenza. 

La comparsa di scritte e manifesti contro la gestione statale del caso Cospito e, in generale, contro l’istituzione stessa dello stato contribuisce a innalzare il livello d’allerta, già elevato in seguito alle minacce e agli scontri degli ultimi giorni. 

Nel resto del paese

Oltre ai centri delle tre principali città italiane, i gruppi anarchici fanno sapere che anche le città di Parma, Pisa, L’Aquila, Genova e Rovereto saranno interessate dalle manifestazioni. Domani sarà la volta di Cagliari, Sassari e Bergamo. 

Nulla esclude che anche in altri centri urbani si verifichino proteste e cortei. A Bologna, per esempio, non sono stati autorizzati presidi, ma la minaccia di attentato pervenuta al Resto del Carlino il 31 gennaio non contribuisce all’allentamento delle tensioni. 

L’infrastruttura social è, secondo il direttore della polizia postale Ivano Gabrielli, essenziale per la mobilitazione degli anarchici e, secondo i dati raccolti dalle forze dell’ordine, la capillare e in gran parte anonima rete eversiva online è in crescente fermento in vista delle manifestazioni di oggi. 

La natura delle proteste

Tutte le manifestazioni, in quanto autorizzate, si suppongono pacifiche. Tuttavia, il clima estremamente teso tra dimostranti e forze dell’ordine e la pluralità delle fazioni anarco-antagoniste che verranno coinvolte non portano all’esclusione di potenziali accessi di violenza di vario grado. 

Lo spettro anarchico, infatti, comprende gruppi pacifici e votati alla disobbedienza civile ma anche fazioni maggiormente eversive, come quelle che fanno diretto riferimento all’apparato teorico e operativo elaborato da Alfredo Cospito. 

Il caso

Ma chi è Alfredo Cospito? È un detenuto anarchico, in galera dal 2012 per scontare prima la condanna a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione di un dirigente della Ansaldo, poi un cumulo di condanne per altri reati di 30 anni, che tuttavia non è ancora definitiva. La Cassazione, infatti, ha riqualificato il reato di strage semplice in strage contro lo Stato, che prevede l’ergastolo. Il processo è sospeso perché la corte d’appello di Torino ha rinviato gli atti alla Consulta per valutare la possibilità di applicare una attenuante.

È al 41 bis dal maggio 2022, la misura è stata chiesta dalla Dna e firmata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, perchè si è ritenuto pericoloso l’invio di materiale dal carcere a riviste anarchiche, che secondo i magistrati poteva istigare la commissione di nuovi attentati. Lui e la galassia anarchica, invece, sostengono che si tratta di un’ideologia senza leader e che quindi nessuno può dare ordini.

Da 106 giorni è in sciopero della fame contro il 41bis e il 4bis, rispettivamente il regime di carcere duro che riduce le visite, la socialità, l’ora d’aria e la disponibilità di materiale e comunicazioni esterne e il regime di carcere ostativo.

Ha iniziato lo sciopero nel carcere di Sassari, dove trascorreva la sua ora di socialità a rotazione con le cosiddette “dame di compagnia”, altri 4 detenuti al 41bis come lui e selezionati dall’amministrazione penitenziaria sulla base della diversità dei reati per cui erano stati condannati.

Da lunedì si trova nel carcere di Opera a Milano, perchè a Sassari mancava la struttura sanitaria per gestire la sua condizione di salute, sempre più precaria. Da quando ha iniziato lo sciopero ha perso 45 chili (ne pesava 118) e ha dichiarato che non assumerà più integratori, inoltre ha firmato una dat per dichiararsi contrario alla nutrizione artificiale, nel caso in cui perdesse conoscenza.

La sua situazione è pendente con due ricorsi per revocare il 41bis: uno davanti alla Cassazione, che deciderà il 24 febbraio e, nella migliore ipotesi per Cospito, rinvierà la rideterminazione del regime al tribunale di sorveglianza; uno davanti al ministero della Giustizia, che può revocare il 41bis sulla base dei pareri della magistratura (è controverso se vincolanti) entro il 12 febbraio.

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