Nel primo giorno del secondo giro di consultazioni, il premier incaricato, Mario Draghi, ha incontrato i gruppi minori. Tutti  hanno espresso il loro appoggio al programma delineato da Draghi. I gruppi delle minoranze linguistiche hanno detto che l’ex presidente della Bce conosce bene la loro situazione e ha rassicurato sull’azione governativa su questo tema. Anche i gruppi di Maie e Centro democratico hanno espresso il loro apprezzamento per il posizionamento di Draghi che ha messo al centro quattro pilastri: la creazione di un bilancio comune europeo, le riforme di giustizia, fisco e pubblica amministrazione. Appoggio «incondizionato» anche da +Europa e Azione che hanno detto che sosterranno il premier anche «nei momenti difficili». Mentre i gruppi di Noi con l'Italia-Usei-Cambiamo!-Alleanza di centro pur esprimendo il loro appoggio a Draghi, hanno chiesto tramite Vittorio Sgarbi che «nessun esponente del governo Conte » faccia parte della nuova compagine governativa.

Il voto su Rousseau

Nel corso della giornata, il Movimento cinque stelle ha annunciato di avere individuato nel 10 e 11 febbraio le date per fare votare sulla piattaforma Rousseau i propri iscritti chiamati a decidere se entrare o meno nel nuovo governo. Intercettato dai giornalisti del Tg3, l’ex premier, Giuseppe Conte, ha detto di «comprendere» le divisioni interne del Movimento sul sostegno a Draghi, ma ha richiamato «all’unità» nel sostenere il nuovo governo.

Le urgenze e le difficoltà

I tempi sono strettissimi: Draghi dovrebbe salire al Colle mercoledì o giovedì per sciogliere la riserva sull’incarico, prima del giuramento che a questo punto potrebbe arrivare già venerdì. Sul nuovo governo, infatti, pende l’urgenza della pandemia da Covid-19. Il 15 febbraio scadono i provvedimenti attualmente in vigore che vietano gli spostamenti tra regioni, si attende inoltre un nuovo decreto Ristori mentre va trovata una soluzione per lo stop ai licenziamenti, in scadenza a fine marzo. Sfide, queste, da affrontare con un governo che al momento non si sa se sarà politico, tecnico o una via di mezzo. Difficile, infatti, immaginare tutti i partiti che hanno garantito la fiducia a Draghi (Pd, M5s, Italia viva, LeU, Forza Italia e Lega) seduti allo stesso tavolo a trovare un accordo su un programma condiviso.

Il Quirinale ha rinnovato l’appello per un esecutivo istituzionale e di alto profilo, il Pd sottolinea che è la Lega ad aver fatto un passo verso l’europeismo e non viceversa, Giorgia Meloni vuole Fratelli d’Italia fuori dalla maggioranza nonostante gli appelli interni, mentre nel M5s che valuta una votazione su Rousseau c’è una fronda di parlamentari che minaccia di non votare la fiducia a Draghi. 

Di seguito, nel liveblog, tutti gli ultimi aggiornamenti della prima giornata delle nuove consultazioni del premier incaricato.

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