Accolta dagli applausi e dall’entusiasmo della platea di Gioventù nazionale, Giorgia Meloni è arrivata al Laghetto dell’Eur per la chiusura di Fenix, la festa della formazione giovanile di Fratelli d’Italia. La presidente del Consiglio, scesa dall’auto, si è trovata subito di fronte le domande della stampa: «Cavalcate il clima d’odio per coprire gli scarsi risultati del governo, come dicono le opposizioni?». La risposta è stata secca: «Mi pare una domanda molto condizionata».

Sul palco, davanti ai militanti di Gioventù nazionale, la premier ha rivendicato l’autonomia del movimento giovanile: «Qualcuno vi chiama i giovani meloniani come se foste semplice manovalanza. La realtà è che siete qui perché non siete burattini, perché ragionate con la vostra testa e non vi limitate a ripetere ciò che altri vi dicono o quello che una parte dei media e una minoranza organizzata sui social cerca di propinarvi ogni giorno».

Attacchi e minacce

Nel suo intervento, la premier ha poi alzato i toni contro quella che ha definito una campagna d’odio nei confronti del governo e del suo partito. «Qualche giorno fa nessuno dei moralizzatori che hanno riempito pagine di commenti su di voi ha detto una parola sull’ignobile post di sedicenti antifascisti, che esibiva l’immagine di Kirk a testa in giù con la scritta “-1”. Tutti zitti. Non ci facciamo fare la morale da questa gente. Siamo fieri di non essere come loro». E, continuando ad alzare i toni: «Non abbiamo avuto paura quando potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate Rosse e non abbiamo paura oggi. Le minacce si moltiplicano man mano che dimostriamo di saper governare questa nazione, ma non abbiamo paura».

Antimafia e istituzioni

Un passaggio del discorso è stato dedicato alla lotta alla criminalità organizzata: «Fin dal primo provvedimento abbiamo avuto il coraggio di dire che la mafia fa schifo e la combatteremo con tutte le nostre forze. Non cederemo mai sul carcere duro, riporteremo lo stato nei territori in cui aveva fatto un passo indietro e rafforzeremo la legislazione antimafia che rende l’Italia un modello internazionale. Ci guidano gli esempi di Falcone, Borsellino e Livatino».

La scuola e la maturità

La premier ha rilanciato la riforma della Maturità, con un chiaro messaggio agli studenti: «Se ti rifiuti di sostenere una prova d’esame vieni bocciato. Se fai volontariamente scena muta per qualche battaglia politica, devi ripetere l’anno. Perché il compito della scuola è insegnare, ma anche educare al rispetto delle regole e al fatto che a ogni scelta seguono delle conseguenze. Non ne possiamo più dei disastri del ’68, del 6 politico, di una meritocrazia fondata su una distorta idea di uguaglianza». Gli attacchi alla sinistra che «si occupa di dare uno stabile pubblico agli sfollati del Leoncavallo, noi invece abbiamo messo 270 milioni di euro su un fondo di garanzia statale per l'acquisto della prima casa» hanno toccato anche il dissenso contro il decreto sicurezza. «Quali sono le libertà che avremmo compresso con il decreto sicurezza? La libertà di fare truffe alle anziani, occupare le case abusive, impedire ai bambini di fare l'elemosina o insultare le forze dell'ordine? Non saranno mai le nostre libertà, lasciamo alla sinistra il privilegio di difendere queste libertà», ha chiosato. 

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