- Le cosiddette «primarie aperte» limitano l’influenza degli iscritti sulla selezione della guida del Pd, e ciò deprime la sua capacità di rappresentare gli interessi dei molti.
- D’altro canto le primarie aperte limitano la capacità delle reti clientelari di incidere sulla vita del partito, perché diluiscono il loro peso nel più largo insieme dei simpatizzanti.
- Serve una strategia in due tempi. Se Elly Schlein saprà rimediare alle degenerazioni che Domani ha diffusamente descritto, potrà poi lasciare il voto ai soli iscritti.
Le cosiddette «primarie aperte» sono una cosa insieme illogica e utile per il Pd, e solo una strategia articolata su due tempi può sciogliere la contraddizione. Questa opinione può suscitare perplessità, soprattutto sotto la mia penna. Tenterò di difenderla, ma prima conviene collocarla nello spettro delle critiche che sono state rivolte alla scelta di affidare la selezione della guida del partito al voto di chiunque abbia voglia di passare in un gazebo lasciando il nome, l’email e un paio di



