- Risuona ancora la voce tutt’altro che distesa di Giorgio Napolitano con cui dalla poltrona più alta dell’aula di Montecitorio lesse il suo discorso dopo essere stato rieletto presidente della Repubblica. Disse ai partiti che avevano fallito e che non erano capaci di riformarsi.
- Durante il quarto voto sono arrivate 166 schede a favore dell’attuale capo dello stato.
- Lo stallo ormai conclamato, la sindrome da Prodi che frena il centrosinistra a puntare su un proprio nome e l’attivismo senza un vero scopo di Matteo Salvini portano sempre più vicino a una rielezione.
Risuona ancora la voce tutt’altro che distesa di Giorgio Napolitano con cui nell’aula di Montecitorio lesse il suo discorso dopo essere stato eletto presidente della Repubblica per la seconda volta. Quando disse ai partiti, che si sperticavano di applausi, che avevano fallito e che non erano capaci di riformarsi. Sono passati otto anni, era il 22 aprile 2013, poco o nulla è cambiato. Le prima di quattro votazioni per eleggere il successore di Sergio Mattarella sono andate a vuoto, i partiti son



