Checkpoint per andare dai bambini ricoverati all’ospedale di Beit Jala e droni che volano sopra le case. È la vita di una psicologa palestinese in un villaggio vicino a Hebron, dove la Striscia si vede dalla finestra
Bwuuu. Bwuuu. È da poco passato mezzogiorno quando quello che sembra il ronzio sordo di un calabrone irrompe nella stanza. È fuori ma è come se si muovesse tra le pareti della cucina della madre di Farah. Ha appena ribaltato la maqluba dalla pentola al vassoio, con un movimento sapiente che ha permesso al riso e al pollo di mescolarsi alla perfezione. È il piatto tipico palestinese e qui, a Tarqumiya, dieci chilometri da Hebron, in Cisgiordania, si prepara ogni volta che arriva un ospite. Anche


