SCENARI

Il prezzo della decolonizzazione dell’identità ucraina

  • Sui social si parla di “linguicidio”, e circolano vademecum per giornalisti che prescrivono la grafia e la pronuncia “dalla parte della vittima”: Ucraìna, e non Ucràina. Kharkiv, e non Karkov, e così via.

  • La vicenda storica è complessa, e merita tutto il rispetto che le gravi circostanze impongono.

  • Ma una domanda che credo valga la pena porre è se la giusta causa della difesa ucraina possa permettersi di selezionare il solo sostegno di chi è pronto ad abbracciare fino in fondo il credo nazionalista.

Questo articolo fa parte dell’ultimo numero di SCENARI, la pubblicazione geopolitica di Domani in uscita il 24 febbraio. Lo trovi in edicola oppure in digitale sulla nostra App. Abbonati per leggerlo e iscriviti alla newsletter per restare aggiornato sui prossimi numeri.

Ma siamo sicuri che si possa ancora scrivere Odessa, con due esse? Dopo che in città hanno rimosso la statua di Caterina la Grande, quella doppia esse – la stessa che ritroviamo anche in Donbass – è divenuta sospetta: viene additata come indice di ignoranza o, peggio, di adesione alla colonizzazione russa. Lo stesso atto di fondazione della città, nella rivisitazione della storia, è presentato come mito che alimenta la narrazione imperiale russa: da una parte il decreto della zarina, che port

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