- Un mese dopo l’invasione russa dell’Ucraina, anche le parole del papa si fanno più nette. Resta aperta la mediazione per un incontro con il patriarca di Mosca, mentre più decisa è la condanna della Russa.
- Dall’Ucraina si spinge per una visita di Francesco a Kiev, che egli stesso ha ammesso possibile. «Sarebbe un potente gesto per la pace» ha detto il capo della chiesa greco-cattolica.
- Chi nota un cambiamento nella percezione della guerra in Vaticano è Andrii Yurash, l’ambasciatore ucraino presso la Santa sede. S’intensificano gli appelli per la pace, ma anche le condanne alla guerra, figlia di Caino.
Ieri, al termine dell’udienza in aula Nervi, sotto la statua del Cristo risorto che allarga le braccia, anche papa Francesco ha aperto le braccia dispiegando davanti alle telecamere una bandiera ucraina proveniente da Bucha, la città alle porte di Kiev liberata dagli occupanti russi, che hanno marchiato la loro fuga uccidendo barbaramente decine di civili. «Il massacro di Bucha», lo ha definito il papa, preoccupato per la climax di atrocità a 43 giorni dall’inizio dell’invasione russa: «Crud



