«L'importante è che siano rapporti trasparenti. Il nostro governo è fermamente collocato in Europa e nel rapporto transatlantico. Continua a muoversi su questo binario e non si fa spostare da queste cose», così il presidente del Consiglio Mario Draghi ha commentato la notizia dell’incontro tra Matteo Salvini e l’ambasciatore russo in Italia lo scorso primo marzo rivelata da Domani.

Si tratta della reazione di più altro profilo tra quelle che si sono succedute dopo la rivelazione dell’incontro. Draghi ha parlato da Bruxelles, dove è terminato il vertice dei capi di governo dell’Unione europea che ha deciso il parziale embargo del petrolio russo.

Salvini era già stato criticato negli ultimi giorni per la sua intenzione, poi abbandonata, di andare a Mosca per un viaggio diplomatico. La notizia dell’incontro con l’ambasciatore russo ha prodotto un’ulteriore alzata di scudi.

Le reazioni nel centrosinistra

Tra i leader dei principali partiti, il segretario del Pd Enrico Letta è stato il primo a prendere una netta posizione sull’incontro. «Noi chiediamo delle risposte, non è che questa vicenda possa completarsi così. Mentre la crisi era in corso c’erano trattative non si sa bene tra chi, in che modo e in che forma tra l’invasore russo e un partito di governo Italiano. Quindi noi chiediamo chiarezza, non può terminare a tarallucci e vino», ha detto il segretario del Pd.

Anche la capogruppo del Pd in commissione Esteri Lia Quartapelle ha chiesto chiarimenti a Salvini con un Tweet.

Il 1° marzo Matteo Salvini ha incontrato in gran segreto l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, insieme al misterioso Antonio Capuano, un ex deputato di Forza Italia di Frattaminore che è diventato, negli ultimi mesi, una sorta di superconsulente di Salvini per la politica estera.

Il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, dice che «è sempre più evidente che le mosse di Salvini non c’entrano un fico secco con le ragioni del pacifismo. A maggior ragione ora che emergono pure le cene segrete del leader leghista con l'ambasciatore russo: i vecchi amori con il regime di Putin non si scordano». Secondo Fratoianni «è sempre più chiaro che l’attuale governo ha al suo interno anche questo gigantesco problema».

Le reazioni nel centrodestra

Per ovvie ragioni, le reazioni da parte del centrodestra alleato della Lega sono state meno intense. Spicca però quella del deputato Elio Vito di Forza Italia che ha presentato un interrogazione alla presidenza del Consiglio e al ministero degli Esteri in cui chiede se Mario Draghi e Luigi Di Maio sono stati «informati degli incontri e delle iniziative del senatore Matteo Salvini e dell’avvocato Capuano con ambasciate straniere?» e domanda quali sono le loro «valutazioni sugli effetti della vicenda».

Secondo il parlamentare di Forza Italia «tali attività possono compromettere le relazioni diplomatiche e istituzionali del nostro paese e dunque anche la nostra sicurezza nazionale». Se non Draghi stesso, il ministero degli Esteri dovrà rispondere all’interrogazione presentata in aula.

A parte il caso isolato di Vito, le critiche degli alleati di Salvini si concentrano soprattutto sul suo progetto di viaggio a Mosca. «È l’iniziativa di un leader di partito, ed essendo leader di uno dei più importanti partiti di governo credo che debba coordinare la sua missione con il premier», aveva detto ieri Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia.

Nel frattempo, il Copasir, il comitato parlamentare che supervisiona le attività dell’intelligence, ha annunciato oggi che indagherà sull’avvocato Capuano, il consulente che avrebbe aiutato Salvini a organizzare gli incontri con l’ambasciatore russo e il successivo viaggio a Mosca. Il Copasir è guidato da Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia considerato una sorta di “garante” della posizione filo-Nato del partito guidato da Giorgia Meloni.

Parole ben diverse dal senatore di Fratelli d’Italia Giovan Battista Fazzolari, considerato uno degli strateghi della leader di partito Giorgia Meloni sulle questioni di politica internazionale. «Non trovo nulla di anomalo che un leader politico incontri un ambasciatore accreditato in Italia – dice a Domani – Se l’ambasciatore russo è persona non gradita o pericolosa, è il governo italiano che deve espellerlo. Se questo non avviene, chi reputa di farlo, lo incontra liberamente, politico o imprenditore che sia. Sono scelte che ognuno fa in base al proprio sentire».

Azione e i radicali

Critiche durissime e senza mezzi termini arrivano a Salvini dal partito dell’ex ministro Carlo Calenda e da parte dei Radicali italiani. «L’incontro di Matteo Salvini con l’ambasciatore russo senza avvisare il governo è ai limiti da quello che è accettabile da uno che partecipa a una maggioranza di governo. Questo è un atto di irresponsabilità da parte di una persona che non ha senso dei limiti. Il Copasir deve convocarlo e chiedergli spiegazioni», ha detto Calenda a Domani.

Calenda insiste poi su altri due punti: la necessità di espellere Salvini, ma non tutta la Lega, dal governo e l’auspicio di un colpo di mano interno al partito che ne detronizzi il leader. Come ha detto senza mezzi termini: «Dobbiamo aiutare la Lega a mettere Salvini in un angolo».

La richiesta di indagini del Copasir direttamente sull’incontro di Salvini, in realtà piuttosto complicate da realizzare per l’organismo, arriva anche dai Radicali italiani, che in un comunicato hanno scritto: «Il Copasir convochi il senatore Salvini per chiarimenti sulla cena con l'ambasciatore russo dopo l'aggressione all'Ucraina. Il leader della Lega deve revocare pubblicamente l'accordo di collaborazione con il partito Russia Unita».

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