- Non l’auspicio che Paola Severino sia eletta presidente della Repubblica, ma proprio l'idea stessa che la cosa sia pensabile illumina la crisi in cui si è avvitata la politica italiana. E non perché la 73enne avvocata napoletana non disponga di ogni qualità.
- Si parla con naturalezza dell’ipotesi di mandare al Quirinale, e quindi a presiedere il Consiglio superiore della magistratura (Csm), una penalista impegnata in prima linea nei più importanti e controversi processi in corso in Italia.
- Al momento stesso dell’elezione il sistema giudiziario italiano, già minato da una crisi gravissima, andrebbe definitivamente in tilt. Ma tutti fanno finta di non sapere, di non vedere, di non capire.
La prima necessaria premessa è il racconto di Massimo Mantovani, ex capo dei servizi legali dell’Eni, oggi imputato di calunnia e intralcio alla giustizia. Secondo la procura della Repubblica di Milano avrebbe organizzato con l’avvocato Piero Amara il cosiddetto “falso complotto” per sabotare il processo per corruzione internazionale al numero uno dell’Eni, Claudio Descalzi. Mantovani viene interrogato nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti di presunta corruzione tra Ilva e procura di Tarant



