Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, attacca Domani e le inchieste che ha condotto questo giornale sul suo sistema di potere. Parla di «aggressione mediatica volgare». Il presidente è abituato ai monologhi, all'insulto libero, agli strali. Confonde il giornalismo con l'aggressione e le inchieste con la volgarità. Le sue parole sono l'ennesima dimostrazione del suo profondo e radicato disprezzo nei confronti della libera stampa.

Vogliamo tranquillizzarlo, noi continueremo a svolgere la nostra professione e a raccontare le contraddizioni del suo granducato, continueremo a fare le pulci e a denunciare il suo modello politico che ha elevato la clientela a stella polare, il familismo a faro, la fedeltà e l'appartenenza a unico orizzonte.

Lo faremo rispettando la nostra deontologia e il patto che abbiamo sottoscritto con le lettrici e i lettori: quando abbiamo una notizia, la verifichiamo e la pubblichiamo indipendentemente da chi ne avrà giovamento o svantaggio. 

Le inchieste

De Luca è in buona compagnia, contro il nostro giornale si sono scagliati, negli ultimi mesi, le invettive di Matteo Salvini, di Giorgia Meloni, di ministri, sottosegretari che quando non hanno inveito contro il nostro lavoro hanno ingolfato le procure con denunce per diffamazione.

Alla lunga lista non poteva mancare il padrone del Pd campano al quale abbiamo sempre doverosamente chiesto una replica, replica che non ha mai voluto fornire ignorando ogni nostra richiesta.

Nel caso volesse rilasciarci un'intervista, rispondere alle nostre domande, noi siamo pronti. Forniamo al presidente qualche anticipazione ripubblicando le nostre inchieste, quelle che, in questi quasi tre anni di vita del nostro quotidiano, abbiamo dedicato al suo sistema di potere che imprigiona un partito, divenuto in Campania un feudo con un solo padrone.

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