Il 17 settembre scorso il calciatore uruguaiano Luis Suarez, dopo il mancato rinnovo con il Barcellona, ha sostenuto un esame di lingua  italiana di livello B1 all’Università per stranieri di Perugia con l’obiettivo di ottenere la cittadinanza italiana ed essere tesserato come giocatore comunitario dalla Juventus. La fretta dei bianconeri è dovuta ai tempi stretti per l'inserimento di Suarez nelle liste della Champions League. Sui fatti di quei giorni i pm di Perugia hanno aperto un’inchiesta che vede indagati tre dirigenti dell’università e l’avvocata della Juventus, Maria Turco, accusata di essere stata «l’istigatrice morale» della prova che gli investigatori ritengono truffaldina.

Nel video della prova di italiano si vede Suarez arrivare davanti ai due esaminatori, Lorenzo Rocca e Danilo Rini, che gli fanno una serie di domande. Alla fine, i commissari lasciano la stanza. Subito dopo, entrano altre persone che chiedono a Suarez come sia andata. Vengono scattate anche alcune foto con il calciatore e l’allora rettore dell’università, Giuliana Grego Bolli, dimessasi poi in seguito allo scandalo, e con la professoressa Stefania Spina, la stessa che cinque giorni prima della prova inviò al fuoriclasse un pdf con domande molto simili a quelle che effettivamente gli hanno poi fatto gli esaminatori. 

Secondo i magistrati di Perugia, Suarez ha ricevuto un pdf con le domande che gli avrebbe poi fatto la commissione. Per gli investigatori il video è la prova che il calciatore sapeva in anticipo le domande. L’esame infatti si sarebbe dovuto a tutti i costi concludere con un esito positivo per il calciatore, per via dei tempi stretti necessari all’ottenimento della cittadinanza italiana. Gli investigatori avevano una telecamera nascosta nella stanza, in una plafoniera, che ha permesso di riprendere la scena.

Nelle intercettazioni telefoniche di quei giorni, i docenti dell’esame dicevano: «Non spiccia una parola d’italiano...ma con 10 milioni di stipendio a stagione non glieli puoi far saltare». Lo stesso Luis Suarez a dicembre si è presentato come testimone davanti la procura di Perugia accompagnato da un interprete per chiarire la sua posizione. Le domande della prova d’esame erano molto semplici e soprattutto tutto concordato, sostiene l’accusa. Perfino la sua biografia, poi recitata – secondo i pm umbri guidati da Raffaele Cantone – in un italiano pessimo, «con una pronuncia stentata e chiaramente ispanofona caratterizzata dalle “s” in fondo alle parole».

Gli indagati sono accusati di aver attestato falsamente nella delibera dell’esame tenuto il 17 settembre 2020. I pm accusano i dirigenti dell’Ateneo anche di rivelazione di segreto d’ufficio.

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