La società civile chiede la parità di genere nei ruoli all’interno della famiglia. Così Movimenta, associazione che si descrive femminista, ecologista ed europeista, ha lanciato oggi la petizione Genitori #allapari su Change.org, sostenuta da Coop, per estendere il congedo di paternità obbligatorio.

La richiesta di cambiamento, spiegano, deve arrivare da entrambe le figure genitoriali: «Non basta un’azione legislativa, c’è bisogno di una richiesta dal basso, prima di tutto dai papà», ha detto Valeria Ronzitti, membro del direttivo dell’associazione, durante la conferenza stampa organizzata da Coop nell’ambito della campagna “Close the gap – riduciamo le differenze”.

Per Ronzitti occorre arrivare a un cambiamento sul piano culturale affinché diventi anche economico: «Noi con questa petizione vogliamo dare coscienza di questa opportunità, l’opportunità dei padri di accedere a un diritto. Ma per essere tale deve essere retribuito al 100 per cento», spiega. Movimenta chiede dunque di estendere il congedo di paternità obbligatorio dai 10 giorni attuali (per il settore privato) a un minimo di tre mesi, e si pone come obiettivo «un po’ amibizioso» di arrivare a ciò entro la prossima legge di bilancio. «Ma vogliamo che si consideri non come un onere economico ma come un investimento», racconta la rappresentante di Movimenta. 

Coop un anno fa ha avviato la campagna “Close the gap”, un pacchetto di azioni e impegni per promuovere la parità di genere e combattere le disuguaglianze, partendo dal suo interno e aderendo ad alcune campagne, tra le prime quelle sulla tampon tax per abbassare l’Iva sugli assorbenti.

Per Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia, una disuguaglianza così profonda sul fronte genitoriale «ne genera altre a cascata», non solo per le donne ma anche per gli uomini: «Perché stare di più con i propri figli è un diritto che deve essere riconosciuto anche agli uomini».

il lavoro di cura

Secondo L’Istat, in Italia nelle famiglie in cui entrambi i genitori hanno un’occupazione, il 63 per cento del carico familiare grava sulla donna, e questa disparità è aumentata durante la pandemia. L’11 per cento delle madri non ha mai lavorato per prendersi cura dei figli. Nel 2021 sette donne su dieci con figli minori di 14 anni hanno avuto difficoltà a conciliare spazi e tempi tra vita e lavoro. 

Secondo Movimenta bisogna cambiare il paradigma «su cui basare la ripresa post pandemica e un modello di crescita inclusivo e egualitario», dice Ronzitti.

Davide Carnicella, della Community Papà pinguino, un collettivo che si occupa di riportare al centro del dibattito il riequilibrio del lavoro di cura, aggiunge: «L’adozione del congedo permetterebbe un deciso cambio di prospettiva sulla figura paterna e sull’educazione di figli e figlie, contribuirebbe a riequilibrare il carico di gestione familiare e incentiverebbe la parità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici».

In base a un rapporto Istat, riferito all’anno 2018, «il 38,8 per cento delle neomadri occupate ha dovuto modificare qualche aspetto della propria attività lavorativa, contro il 12 per cento dei neopadri», racconta Carnicella, dunque una situazione di disparità, nonostante ci sia stato un aumento costante dei beneficiari del congedo di paternità.

Le proposte di legge

La petizione vuole ottenere il congedo obbligatorio prima della prossima legge di bilancio e portare il tema all’attenzione del mondo imprenditoriale. In parlamento l’anno scorso sono stati depositati un disegno e una proposta di legge, rispettivamente al Senato e alla Camera. Il disegno di legge n. 2125, “Interventi per l’equità di genere nel tempo dedicato al lavoro e alla cura dei figli”, porta le firme di Tommaso Nannicini e Valeria Fedeli, senatori del Partito democratico, e chiede totale parità tra i congedi di maternità e paternità di 5 mesi, retribuiti al 100 per cento, a prescindere dalla condizione contrattuale. 

La proposta di legge a firma Fusacchia, Palazzotto, Muroni, Quartapelle Procopio invece chiede un congedo di paternità di tre mesi nei primi dodici mesi di vita della bambina o del bambino, obbligatorio e retribuito.

Gli altri paesi europei

Anche in altri paesi europei la società civile ha chiesto l’intervento della politica. Nel 2021 in Francia una petizione, che ha raggiunto quasi 100mila firme, dopo quattro anni ha portato all’estensione del congedo di paternità da 11 giorni a 4 settimane. In Spagna sulla piattaforma sono circa mezzo milione le persone che chiedono che il periodo venga portato a 8 mesi per entrambi i genitori. Ma la Germania rimane tra i paesi più garantisti.

La tampon tax

Anche in Italia la sensibilità verso i temi relativi alla parità di genere è cresciuta. La petizione sulla tampon tax, promossa l’anno scorso dal collettivo Onde Rosa e sostenuta da Coop, è stata la terza petizione più firmata nella storia di Change.org Italia. Con quasi 800mila firme si è riusciti a ottenere il taglio dell’Iva sugli assorbenti, dal 22 al 10 per cento. «Non è il passo finale. Continuiamo a insistere che possa essere portata al 4 per cento», ha sottolinea Marco Pedroni, presidente Coop Italia.

Fiamma Goretti, responsabile della comunicazione di Change.org ha concluso: «La società civile di tutta Europa sta chiedendo alla politica di rispondere a queste richieste e adesso tocca all’Italia dimostrare di essere al passo con quanto chiedono i cittadini».

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