Se si escludono gli impegni di Bruxelles da gennaio a marzo 2021 il senatore Matteo Renzi ha visitato lo stesso numero di paesi esteri del capo della Farnesina Luigi Di Maio. In tre mesi il ministro dei Cinque stelle è volato in Arabia Saudita, Libia (due volte), Montenegro e Bosnia. Il leader di Italia Viva, invece, ha partecipato a viaggi con imprenditori e incontri con emiri, principi e capi di stato. Alcuni in veste privata, altri da senatore e che lui stesso ha definito come «legittimi». Ma procediamo con ordine.

Arabia Saudita: 26 gennaio

Il viaggio più noto è quello di Riad del 26 gennaio scorso effettuato in piena crisi di governo. Il senatore Matteo Renzi è partito in Arabia Saudita dove ha partecipato come conferenziere all’evento della Future Investment Initiative intervistando il ministro della Difesa saudita nonché principe ereditario Mohammed bin Salman. Durante la conferenza il senatore italiano ha lodato il regno e l’impegno “neorinascimentale” nella creazione di nuove città e infrastrutture altamente innovative e tecnologiche. Un elogio spropositato visto che il paese è accusato di compiere gravi violazioni di diritti umani all’interno dei suoi confini ma anche fuori, come accaduto al giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, ucciso all’interno del consolato saudita di Istanbul.

Si scoprirà che Matteo Renzi fa parte del board del Future Investment Initiative e per questa suo ruolo guadagna una cifra che può arrivare fino a 80mila dollari l’anno.

Inizialmente per giustificare il suo viaggio, il leader di Italia Viva si è posto da solo alcune domande a cui ha dato risposta, schivando le richieste di spiegazioni dei giornalisti. Renzi ha detto che non c’è alcun conflitto di interessi tra il suo viaggio in Arabia Saudita e la carica da senatore e ha rivendicato il contenuto delle sue frasi pronunciate a Riad. Recentemente ha anche affermato di non considerare il suo «amico» bin Salman come il mandante dell’omicidio di Jamal Khashoggi, nonostante un rapporto della Cia e uno delle Nazioni unite hanno confermato un suo coinvolgimento diretto nell’operazione.

Emirati Arabi Uniti: 6 marzo

A poco più di un mese di distanza, Matteo Renzi ritorna nel golfo arabo. Questa negli Emirati Arabi Uniti, nello specifico a Dubai. Qui il leader di Italia Viva sarebbe stato accompagnato da Marco Carrai, amico di lunga data e attuale presidente, tra agli altri ruoli che ricopre, di Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli aeroporti di Firenze e di Pisa.

I due, stando a quanto riporta il quotidiano La Stampa, avrebbero passato a Dubai circa 48 ore alloggiando in suite di lusso. Sono ancora ignote le motivazioni della visita di Renzi il quale non ha mai fornito spiegazioni a riguardo, ma si è semplicemente limitato a dire di non essere andato in vacanza e neanche per svolgere un lavoro dietro pagamento.

Senegal 22 marzo

Non solo paesi arabi ma anche l’Africa rientra nell’agenda dell’ex sindaco di Firenze che il 22 marzo è volato a Dakar, in Senegal, con un aereo privato. Secondo quanto rivelato da La Verità, e anche poi confermato dalla presidenza della repubblica senegalese, Renzi sarebbe stato accompagnato da una delegazione di imprenditori. La foto dell’incontro con Macky Sall, il presidente senegalese al termine del suo mandato, il senatore italiano e la famiglia Ferrari ha sciolto i dubbi iniziali sulla sua visita, di cui non ha mai spiegato nulla. La sera prima dell’incontro con Macky Sall, Renzi è stato accolto in ambasciata con tutti gli onori del caso, come giusto che sia per un rappresentante parlamentare. Qui ha partecipato a un cocktail di tre ore, accompagnato sempre dalla delegazione di imprenditori, lo staff diplomatico e alcune autorità religiose italiane locali. La camera di commercio italiana in Senegal ha detto di non sapere i dettagli della visita del senatore e anzi ha lamentato una comunicazione poco trasparente del suo viaggio.

Una volta rientrato in Italia, in senato ha detto di aver parlato con Macky Sall ma non ha mai specificato il motivo del suo viaggio, ma è chiaro che ha fatto da facilitatore per un incontro commerciale tra il paese e i rappresentanti delle aziende che ha accompagnato.

Bahrein 28 marzo

L’ultimo viaggio del senatore si è svolto alla corte degli sceicchi del Bahrein. Qui è stato ritratto in una foto pubblicata su Twitter da Jean Toedt, presidente della Fia, nel paddock del circuito della Formula 1. Jean Todt è anche uno dei partner della Richard Attias Associates, la società che è a monte della Future Investment Iniative in Arabia Saudita, cioè il veicolo societario che paga 80.000 euro all’anno Renzi per le iniziative a Riad, a beneficio dell’immagine di bin Salman.

Per quanto riguarda questo ultimo viaggio, per entrare nel circuito di gara è richiesto espressamente di presentare una certificazione dell’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, visto che la campagna vaccinale nei paesi arabi è già partita da parecchi mesi grazie alla somministrazione dei vaccini cinesi. Cosa signfica? Che Renzi abbia ottenuto il vaccino? Dal suo staff fanno sapere che non ha ottenuto alcuna somministrazione e «per partecipare al gran premio come pubblico occorreva essere vaccinati o guariti dal Covid, ma gli invitati degli organizzatori, come gli addetti ai lavori, dovevano presentare semplicemente il tampone negativo, che il senatore ha fatto il 27 marzo in Bahrein». Una disposizione che non è specificata nel sito del Gran premio.

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