Serve un reddito di formazione, perché tutti e tutte abbiano accesso a libri, internet e abbiano la possibilità di visitare musei e frequentare biblioteche: questo uno dei punti prioritari individuati durante la tre giorni degli Stati generali della scuola, terminati ieri al Teatro Italia a Roma in un’assemblea plenaria. Un evento promosso dall’Unione studenti medi con il supporto di diverse organizzazioni, tra cui Libera, ActionAid, Arci, Sbilanciamoci, Federazione lavoratori della conoscenza – Cgil e Legambiente. 

Dal 18 al 21 febbraio oltre 500 persone che gravitano attorno al mondo della scuola, studenti docenti presidi, hanno preso parte a incontri, dibattiti e tavoli di lavoro tematici su diritto allo studio, clima, benessere psicologico, antifascismo e transfemminismo. Sono stati così prodotti documenti per delineare le priorità del sistema scuola: tra queste, la necessità di sviluppare la didattica digitale, perché non è possibile «riproporre la lezione frontale su schermo, bisogna sviluppare uno studio innovativo e di gruppo». 

le richieste

Le studentesse e gli studenti, come hanno ripetuto più volte durante i cortei delle scorse settimane, vogliono «avere voce nelle decisioni» che li riguardano, ha detto Luca Redolfi, coordinatore dell’Unione degli studenti. «I luoghi della formazione devono trasformare il sistema», ha affermato Redolfi, «non riprodurne le stesse logiche aziendalistiche e volte unicamente al profitto».

Dopo la morte di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci durante gli stage formativi, l’Unione degli studenti chiede l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro, un’«alternanza aziendalizzata», e l’introduzione di percorsi creativi, un’«istruzione integrata», che si occupi di accoglienza ai migranti e lotta alle mafie. Al termine delle assemblee, l’Unione degli studenti ha dedicato un’area del quartiere di San Lorenzo di Roma ai due studenti.

«Abbiamo tante proposte da fare, e vogliamo essere ascoltati», ha detto all’agenzia Dire Martina Giro, rappresentante di istituto del liceo Alfieri di Torino. Chiedono un modello di scuola diverso, in cui venga rivisto il sistema di valutazione degli studenti da parte dei docenti, che non dev’essere punitivo ma deve avere l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno e di portare avanti un percorso personalizzato per ogni studente. C’è poi bisogno di una maggiore offerta di attività pomeridiane, di educazione alla sessualità e assistenza psicologica negli istituti scolastici.  

Dai tavoli è emersa anche la richiesta di un maggiore ascolto e considerazione degli studenti all’interno dei collegi scolastici. «Docenti e studenti sono tutti dalla stessa parte: vogliamo tutti investire sul capitale umano personale, di comunità e territoriale che viene rappresentato dai ragazzi e dalla comunità», ha detto Antonella Di Bartolo, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Sperone Pertini di Palermo, all’Agenzia Dire. «Dobbiamo smettere di considerare i ragazzi futuro», ha continuato, «perché i giovani sono presente».

Servono poi più fondi strutturali all’istruzione, per affrontare i molteplici problemi edilizi, e una copertura capillare del personale su tutto il territorio. Secondo i dati di Cittadinanzattiva, un crollo in un edificio scolastico avviene ogni tre giorni e la metà delle strutture non ha certificati di agibilità.   

i tavoli al ministero

Gli studenti delle consulte nelle prossime settimane dialogheranno con i vari dirigenti ministeriali: dopo l’incontro di oggi sull’esame di maturità, il 22 febbraio sarà la volta del tavolo sull’educazione civica, il 25 febbraio dello sport, il 4 marzo del tavolo sui percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, e infine il 7 marzo del benessere psicofisico di studenti e studentesse.

il ministro

«Io sto ascoltando da tempo i ragazzi», ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ricordando che gli studenti «sono milioni e hanno diversi modi di parlare e agire». Bianchi, a Sky, si è detto «pronto a ragionare su una riforma più grande della scuola» e ha precisato che con il Piano nazionale di ripresa e resilienza si sta lavorando a riformare le scuole professionali e tecniche. Ha invitato gli studenti e le studentesse ad aprire «insieme il cantiere della scuola e ricordato che l’alternanza scuola lavoro non c’è più, ma esistono i “percorsi di orientamento e la formazione professionale”.

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