Care lettrici, cari lettori

la newsletter di oggi abbraccia molti temi diversi, che però mostrano come sia in corso quella che può essere chiamata la guerra dei diritti.

Visioni politiche diverse si scontrano su maternità surrogata, tortura, carcere. Vedremo con quali risultati.

Visioni politiche diverse si scontrano su maternità surrogata, tortura, carcere. Vedremo con quali risultati.
Uno in particolare: se venisse approvata l'abrogazione del reato di tortura, molti processi nei confronti delle forze dell'ordine salterebbero. Uno tra tutti, quello per i pestaggi in carcere di Santa Maria Capua Vetere, un caso che il nostro giornale ha sollevato per primo e raccontato.

In questo scenario, è bene tenere alta l’attenzione sulla libertà di informazione. Radio Radicale non potrà pubblicare le registrazioni delle udienzev proprio del processo di Santa Maria Capua Vetere. Per ora la sospensione riguarda solo l'ultima udienza in attesa di decidere, il prossimo 29 marzo, sulla richiesta degli avvocati di difesa che vorrebbero il divieto esteso all’intero processo.

 

Infine – sempre a proposito di guerra dei diritti, una -piccola incursione all’estero, vista la rilevanza che la notizia sta assumendo. Israele – con la proposta del suo primo ministro Benjamin Netanyahu – sta portando avanti una riforma della giustizia, che dovrebbe arrivare alle battute finali ad aprile. La proposta interviene sulla nomina dei giudici, affidata a commissioni formate in maggioranza schiacciante da membri del governo, e sulla giustizia costituzionale, con la previsione per il Parlamento di superare una decisione di incostituzionalità. 

La riforma sta producendo proteste in tutto il paese e lo scenario è quello di un conflitto istituzionale senza precedenti, che rischia di provocare l’innalzamento della tensione anche con i palestinesi, che già si sentono minacciati dall’idea di un governo senza l’argine della Corte suprema. 

La guerra dei diritti

In questa settimana, la maggioranza di centrodestra ha proposto alcuni disegni di legge che, pur separatamente, orientano in modo significativo la concezione della giustizia.

Il primo riguarda la maternità surrogata, con la proposta di legge di renderlo “reato universale” (un discreto pasticcio giuridico, come spiego in questo approfondimento).

Il secondo riguarda invece le detenute madri. Il disegno di legge era stato presentato dal Pd e nella scorsa legislatura era stato approvato alla Camera all’unanimità. Ora gli emendamenti della maggioranza lo hanno stravolto. L’obiettivo era quello di evitare che i bambini vivessero in carcere con le madri detenute. Un emendamento della Lega, invece, ha introdotto il divieto di differimento della pena per le donne incinte (Matteo Salvini ha scritto un tweet in cui ha gioito perchè così le «borseggiatrici non potranno più sfruttare la gravidanza» per evitare l’arresto). Il risultato è stata la decadenza del progetto, perchè il Pd ha ritirato le firme. Tuttavia, la Lega ha già presentato un altro testo autonomo contenente questa previsione. 

La terza proposta è quella di Fratelli d’Italia di abolire il reato di tortura. Introdotto nel 2027 sulla scia dei processi per il G8 di Genova (con prescrizioni e imputazioni lievi, in assenza di questo reato) e la successiva condanna della Cedu perchè l’Italia ancora non si era dotata di questa fattispecie penale a garanzia dei diritti umani. Secondo i firmatari di FdI, l’abolizione di questo reato serve alle forze dell’ordine «per portare avanti al meglio il loro lavoro».

Tre proposte del centrodestra che sembrano disattendere il progetto garantista più volte ribadito invece dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Il caso della maternità surrogata

La questione della maternità surrogata è tornata al centro del dibattito pubblico dopo una circolare del Viminale, nella quale si ribadiva quanto già sancito da una sentenza del 2019 della corte di Cassazione: non è possibile la registrazione completa dei certificati di nascita, sia col nome del genitore biologico che di quello “intenzionale”, nel caso in cui il bimbo sia nato con la tecnica della gestazione per altri. Essendo la gpa un reato in Italia, tale trascrizione è contraria all’ordine pubblico.

Il prefetto di Milano, poi, ha emanato una sua circolare in cui ha messo in discussione tutte le trascrizioni di coppie omogenitoriali. 

Sul tema c’è grande confusione che vale la pena di chiarire. 

- la maternità surrogata prevede che una donna porti avanti una gravidanza per un’altra coppia: può mettere a disposizione un suo ovulo, come accade nel caso di coppie omogenitoriali maschili, oppure può portare avanti la gravidanza con un ovulo fecondato della donna e dell’uomo di una coppia eterosessuale. Si tratta di una pratica a cui ricorrono principalmente coppie eterosessuali con problemi di sterilità.

- In alcuni paesi europei come Olanda e Danimarca, in Usa e Canada, in Russia e Ucraina, è legale farla. In altri, come l’Italia, è un reato punito dai 3 mesi ai 2 anni di carcere e con una pena pecuniaria dai 600 mila al milione di euro.

- Dopo la nascita del bambino, lo stato in cui la gpa è legale emette un certificato di nascita con il nome di entrambi i genitori “intenzionali” e dove non compare quello della donna gestante. Questo certificato, però, non è riconosciuto in Italia perchè la pratica è considerata contraria all’ordine pubblico.

- Nelle coppie etero, soprattutto se il parto avviene in paesi occidentali, però, è impossibile scoprire se è avvenuto con gpa. È invece sempre il caso di coppia omogenitoriale maschile. Qui ho raccontato alcuni casi.

- In mancanza di una legge che regoli la trascrizione, perchè il bambino possa godere della tutela di entrambi i genitori, si deve seguire la strada della adozione in casi particolari, fissata dalla legge del 1983.

- Si tratta di una strada giurisprudenziale consolidata, che però ha tempi diversi a seconda delle coppie e non garantisce totalmente il bambino: non forma legami giuridici (successori per esempio) con la famiglia dell’adottante; è un rapporto univoco genitore-figlio (quindi non fa sorgere diritti alimentari per esempio in caso di genitore anziano).

- In questo contesto, Fratelli d’Italia ha depositato una proposta di legge alla Camera per rendere la gestazione per altri “reato universale”. Un concetto giuridicamente poco solido, che dovrebbe prevedere che in Italia il reato sia perseguibile anche quando il fatto è commesso all’estero e da cittadini stranieri.

Le promesse del governo

«Le possibilità di arrivare, con questo governo e questa maggioranza, ad una riforma organica della Giustizia sono al 120 per cento», sono state le parole del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.

Ha anche fissato una timeline di massima:

– tra fine aprile e inizio maggio arriva il primo pacchetto, che riguarda la “paura della firma” per i pubblici amministratori, toccando abuso d'ufficio e traffico di influenze.

- Poi toccherà alle riforme che richiedono un intervento sulla Costituzione: obbligatorietà dell’azione penale e separazione delle carriere. 

Lo scudo erariale

I magistrati contabili della Corte dei Conti sono in subbuglio perchè Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento che punta ad estendere fino al 31 dicembre 2025 il cosiddetto “scudo erariale”.

Ovvero, un salvacondotto che solleva da responsabilità contabili gli amministratori pubblici nel caso della «colpa grave». In questo modo, fatte salve le condotte volontarie (dolose), la perseguibilità a titolo di colpa grave si riduce alle mere omissioni, che sono una minoranza.

Questo, però, mette a rischio i controlli per il Pnrr. Le regole europee per l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund, infatti, prevedono che ci sia un controllo sulla gestione finanziaria anche «per colpa grave».

«In questa fase di attuazione del Pnrr è sentita l’esigenza di rafforzare e non di depotenziate le funzioni della magistratura contabile», è la posizione di Paola Briguori, presidente dell’Associazione magistrati contabili.

Nuovo rinvio per le magistrature speciali

Le magistrature speciali – Corte dei conti, Consiglio di Stato e giustizia tributaria – rimangono ancora nel limbo. 

Il parlamento doveva nominare il 23 marzo i 4 membri laici per ciascun Consiglio di presidenza, ma ha deciso di rinviare il voto per la terza volta.

Ora la data è stata fissata per il 13 aprile, intanto il vecchio Consiglio continua ad agire in regime di prorogatio, anche se per il Consiglio di Stato e la Corte dei conti i membri togati sono stati eletti ormai 10 mesi fa. Intanto, stanno arrivando a scadenza alcuni incarichi apicali alla guida delle corti, che andranno rinnovati dal Consiglio.

La proroga è caduta nel silenzio generale e che disattende i molti moniti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di rinnovare gli organi delle magistrature.

Dietro questo ennesimo rinvio, continua ad esserci lo scontro politico: su 12 posti totali, Fratelli d’Italia punta a tenerne 9 per il centrodestra, lasciandone solo 3 alle opposizioni.

Inaugurazione anno giudiziario Cnf

L’avvocatura istituzionale ha celebrato l’apertura dell’anno giudiziario al Maxxi di Roma, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Nel suo discorso di inaugurazione, l’ultimo della sua presidenza, Maria Masi ha lanciato un attacco contro le riforme penale e civile appena entrate in vigore.

«A poche settimane dall'entrata in vigore di gran parte delle norme che regolano il nuovo processo civile, oltre ad essere evidenti i denunciati difetti di coordinamento tra le fonti, è emersa in maniera chiara l'attuale inadeguatezza di strutture e di risorse», ha detto la presidente.

Sono stati poi presentati i nuovi dati statistici sui numeri dell’avvocatura.

L’inaugurazione è stata anche l’occasione per il primo esordio davanti all’avvocatura della neo prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano: «L'avvocato è co-protagonista della giurisdizione, spetta a lui promuovere l'equilibrio tecnico dell'esercizio del potere giudiziario, l'osservanza delle garanzie del processo, il rispetto della regola del ragionevole dubbio nella ricerca della verità».

La corsa al tribunale dei brevetti

Prosegue la corsa di Milano per accaparrarsi la futura sede del Tribunale dei Brevetti dell’Ue. Secondo Nordio, la situazione «sta evolvendo a favore di Milano e dell'Italia, inizialmente isolata» rispetto alle candidature di Franca e Germania.

Gli sforzi del governo dovrebbero aver assicurato che Milano ospiterà «una delle sedi« dell’organismo giudiziario, che deve trovare nuova collocazione dopo l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

È già stato raggiunto un accordo preliminare con la Germania sul fatto che il capoluogo lombardo sarà sede del Tribunale «almeno per la farmaceutica».

L’equo compenso procede

Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge sull’equo compenso ai professionisti, che ora torna a Montecitorio per la lettura finale.

Il testo prevede il riconoscimento dell’equo compenso ai professionisti rispetto ai committenti forti come banche, assicurazioni e imprese con più di 50 dipendenti e un fatturato superiore ai 10 milioni di euro e alla pubblica amministrazione.

L’avvocatura, che si batte da tempo per l’approvazione della legge, chiede che venga ridotta la soglia di dipendenti e fatturato per le imprese. 

Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha detto che «siamo a un passo dalla meta: il riconoscimento della piena dignità economica alle prestazioni professionali».

Cottarelli contro gli avvocati

Il dibattito sull’equo compenso ha visto uno scontro tra l’avvocatura e il senatore del Pd, Carlo Cottarelli, che ha twittato: «Oggi il Senato ha votato l'equo compenso dei professionisti (abolito 10 anni fa) col voto di tutti i gruppi parlamentari (non il mio). In Italia non c'è il salario minimo o equo per braccianti e metalmeccanici, ma il compenso equo per gli avvocati sì. Lunga vita alle lobby».

Immediata la risposta di Ocf, che ha bollato le parole di Cottarelli come «isolata opinione contraria all’equo compenso, davvero poco tecnica e superficialmente buona per raccogliere like populisti sui social».

L’equo compenso, infatti, dovrebbe servire a vietare bandi e convenzioni nazionali da parte di banche, assicurazioni e Pubbliche amministrazioni con clausole platealmente vessatorie.

Ufficio del processo

Con un emendamento di Fratelli d’Italia al Pnrr, segnalato per l’esame in commissione Bilancio al Senato, si concretizza l’ipotesi di stabilizzare gli oltre 8mila lavoratori assunti per il funzionamento dell’Ufficio per il processo dal ministero della Giustizia.

L’emendamento prevede che il personale, dopo 36 mesi di servizio, possa accedere all’assunzione a tempo indeterminato, nell'ambito del piano triennale dei fabbisogni dell'amministrazione giudiziaria.

La riapertura del tribunale di Bassano

Dopo le promesse del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha chiesto la riapertura del tribunale di Bassano del Grappa. «Una Giustizia lontana, anche logisticamente, non può dare risposte efficaci ai cittadini e alle imprese. Serve l'apertura di un un tribunale in area Pedemontana».

Solleciti sono arrivati anche da Laura Dalla Vecchia, presidente di Confindustria Vicenza. 

Nomine del Csm

La commissione incarichi direttivi del Csm ha proposto all’unanimità per la presidenza del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, gip del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia e già leader di Magistratura democratica. Ora serve la ratifica in plenum.

La sua nomina è conseguenza dell’annullamento da parte del Consiglio di Stato, su ricorso di Morosini, della nomina di Antonio Balsamo.

Il plenum del Csm ha anche nominato 7 nuovi presidenti di sezione: Rosa Pezzullo, Grazia Rosa Anna Miccoli, Emanuele Di Salvo, Gaetano De Amicis, Giacomo Rocchi, Salvatore Dovere e Vito Di Nicola. I posti vacanti sono ancora 9.

Sono inoltre stati nominati Igor Maria Rifiorati presidente del tribunale di Trieste e Carla Altieri presidente del tribunale di Oristano.

Seminario sul processo mediatico a Fano

Sabato 25 marzo si svolgerà a Fano il convegno conclusivo della dodicesima rassegna “Con parole giuste”. Il tema è il processo mediatico e ne discutero io insieme a Glauco Giostra, professore ordinario di Procedura penale presso la Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza Università di Roma, con il coordinamento della professoressa Chiara Gabrielli (Dipartimento di Giurisprudenza Università degli Studi di Urbino Carlo Bo).
 

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