Cari lettori,

questa settimana si ritorna a parlare della riforma dell’ordinamento giudiziario, che sembrava aver superato le maggiori resistenze con l’approvazione in consiglio dei ministri dell’emendamento ministeriale, invece è di nuovo bloccata e il suo approdo in aula alla Camera è slittato l’11 aprile.

Tuttavia, il tema centrale di queste settimane rimane il conflitto ucraino. Con Domani lo stiamo seguendo soprattutto grazie a Scenari, l’inserto curato dall’analista geopolitico Dario Fabbri. I riverberi, però, toccano anche la nostra dimensione nazionale e per questo l’avvocato Matteo Bonetti approfondisce il tema della cybersicurezza e i rischi che, anche in Italia, devono essere scongiurati.

Sul fronte della magistratura, il gruppo associativo Unità per la Costituzione ha lanciato la sua nuova rivista dal titolo “Diritto, giustizia e Costituzione”, che viene così presentata dalla segretaria Mariarosaria Savaglio.

Su quello dell’avvocatura, invece, l’Associazione giuslavoristi italiani celebra il ventennale della sua fondazione e la presidente, Tatiana Biagioni, racconta le nuove sfide dell’associazione, a partire dalle specializzazioni forensi.

Riforma del Csm

La riforma doveva arrivare in aula a Montecitorio il 28 di marzo ma il presidente della commissione, Mario Perantoni, ha indicato la nuova data: l’11 aprile. Impossibile, prima di allora, recepire il parere del governo sui subemendamenti presentati, che anche dopo il taglio sono rimstati 250.

Il tempo, però, è sempre più stretto: la riforma va approvata entro metà maggio, in modo da rispettare la richiesta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di eleggere con la nuova legge il prossimo Csm.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha aperto a ragionare su tutta la riforma, ma con tre paletti su emendamenti che «sollevano dubbi costituzionali»: il sorteggio temperato per eleggere il Csm, la responsabilità civile diretta dei magistrati e il divieto dei parlamentari di diventare membri togati del Csm.

Il Csm si spacca sulla riforma

A rendere ancora più problematica l’approvazione della riforma dell’ordinamento giudiziario, arriva anche il parere del Csm.

Il testo, molto critico sulla riforma, è stato approvato in commissione all’unanimità ma ha spaccato il plenum, che ha rinviato due volte il voto. Alla fine, il Csm ha votato per parti separate il parere, approvando ogni capitolo ma la divisione interna è stata netta.

In particolare, quella tra la componente laica e togata, con i laici che hanno votato contro o sisono astenuti su diversi capitoli. La sintesi delle critiche è quella che il ddl, per come è formulato, «mette in discussione l’indipendenza della magistratura»: in particolare con le norme disciplinari sui rapporti tra pm e stampa e la norma che affida al ministro della Giustizia la definizione dei collegi per l'elezione del Csm.

Inoltre, il Csm chiude alla presenza dell’avvocatura, con il voto dei laici nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, da cui dipendono gli avanzamenti di carriera. Contrarietà anche per le cosiddette “pagelle”, cioè un sistema di valutazione del lavoro graduato in discreto, buono, ottimo, perchè "potrebbe finire per stimolare quel carrierismo che la riforma vorrebbe invece eliminare".

Visto il testa a testa nei voti del plenum, è stato sottolineato come anche il vicepresidente David Ermini si sia espresso, votando a favore della relazione critica nel voto decisivo in merito al sistema elettorale per eleggere il Csm: il suo voto è stato decisivo nello stallo con 13 voti favorevoli e 13 contrari. 

Inaugurazione anno giudiziario del Cnf

Si è svolta oggi, 25 marzo, l’inaugurazione dell’anno giudiziario forense organizzata dal Consiglio nazionale forense al Maxxi di Roma. In questa sede è intervenuta la presidente del Cnf, Maria Masi, che ha ricordato le priorità per l’avvocatura: 

-  La revoca o il ridimensionamento delle misure emergenziali: nel settore civile, «contenere la modalità della trattazione scritta solo nelle ipotesi già contemplate nel progetto di riforma», mentre nel penale «superare il limite delle giornaliere trattazioni tabellari, rimodulare la calendarizzazione delle udienze e degli orari e soprattutto garantire il libero accesso alle cancellerie».

- Un «maggiore coinvolgimento» degli avvocati «nella stesura dei decreti attuativi delle riforme». 

- L’introduzione dell’avvocato in Costituzione, così da esplicitare «con chiarezza quali siano i soggetti ai quali la legge demanda la difesa».

Infine Masi è intervenuta per rifiutare il «dissenso e i pregiudizi» da parte della magistratura associata sull'ipotesi di voto degli avvocati nei Consigli giudiziari in relazione alle valutazioni di professionalità dei magistrati.

Il tema è particolarmente delicato e nel merito sono entrati anche il vicepresidente del Csm, David Ermini, e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, presenti all’inaugurazione. Il dibattito è stato particolarmente animato nel corso della discussione sulla riforma e a questo ho dedicato un focus specifico che trovate qui.

Verbali di Amara: Storari ha commesso un errore scusabile

In tempo record sono arrivate le motivazioni della sentenza di assoluzione perchè il fatto non costituisce reato di Paolo Storari, il magistrato milanese imputato di rivelazione di segreto d’ufficio per aver consegnato all’ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo, i verbali della presunta loggia Ungheria.

Il ragionamento della gup è che la consegna dei verbali da parte di Storari non sia stata irrituale, perchè lui era convinto di «interloquire con soggetto legittimato a ricevere quelle informazioni e di veicolare allo stesso per finalità istituzionali, finalità ritenute di tale rilievo da considerare subvalenti le esigenze di segretezza di cui all'indagine».

Storari, quindi, fidandosi di Davigo è incorso «in un errore su una norma extrapenale». Infatti il pm «era convinto di rivelare informazioni segrete» a chi era «deputato a conoscerle».

Dunque, le motivazioni dell’assoluzione di Storari rischiano di far ricadere ogni colpa proprio su Davigo, imputato a Brescia per lo stesso reato ma la cui posizione è stata separata perchè ha scelto il rito ordinario.

Le novità sul caos Ocf

Non si placano le polemiche dopo la complicata riunione di Ocf della scorsa settimana, in cui l’ufficio di coordinamento si è presentato dimissionario. A mettere in crisi l’organo direttivo è stato il comportamento dell’ormai ex tesoriere, l’avvocato di Genova Alessandro Vaccaro. A partire dal 2019 e fino a gennaio 2022, Vaccaro ha bonificato sul suo conto personale in undici tranche circa 235 mila euro, con causali come “saldo comunicazione” e “Sole24ore”. Le somme, poi, sono state ri-bonificate dall’avvocato sul conto di Ocf.

La riunione è stata aggiornata confermando ai revisori il compito di vagliare la gestione contabile non solo del conto “incriminato”, ma tutti i movimenti di denaro giustificati e non giustificati che hanno riguardato il conto di Ocf. L’obiettivo è fugare i dubbi sul fatto che siano state fatte anche spese improprie.

Nella prossima seduta, che è stata fissata l’8 e il 9 aprile, si costituirà anche il seggio elettorale per eleggere il nuovo ufficio di coordinamento. L’elezione si preannuncia complicata, anche perchè nella assemblea di venerdì scorso non è stato possibile svolgere compiutamente un dibattito sulle responsabilità politiche.

Il coordinatore dimesso, Giovanni Malinconico, ha dichiarato che le dimissioni in blocco sono state date per «consentire all'Assemblea di discutere con serenità sull'accaduto, di fare le necessarie valutazioni politiche e di eleggere un nuovo Ufficio di Coordinamento. C'è ancora molto lavoro da fare e questo increscioso episodio va superato al più presto».

Incerto, ad oggi, è se qualcuno dell’ufficio di coordinamento uscente deciderà di ripresentarsi.

Il futuro dell’organo di rappresentanza politica dell’avvocatura è sempre più complicato, in vista anche del prossimo congresso nazionale forense di ottobre.

Novità sulle nomine negli uffici giudiziari

Direzione nazionale antimafia: il Csm inizia il 12 aprile le audizioni per individuare il sostituto di Federico Cafiero De Raho, andato in pensione il mese scorso. I più titolati dovrebbero essere i procuratori di Napoli Giovanni Melillo e Catanzaro Nicola Gratteri, assieme al procuratore nazionale aggiunto Giovanni Russo. Gli altri candidati sono il Pg di Firenze Marcello Viola ( in ballo anche per la nomina a procuratore di Milano) e altri tre procuratori: Carmelo Zuccaro (Catania), Maurizio De Lucia (Messina) e Leonardo Leone De Castris (Lecce).

Procura generale di Cassazione: a luglio Giovanni Salvi andrà in pensione e la corsa per la successione sarà a tre. Concorrono il suo "vice" alla procura generale, Luigi Salvato e i procuratori generali di Roma, Antonio Mura, e Napoli, Luigi Riello.

Milano: la corsa si è ridotta al procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli, il Pg di Firenze Marcello Viola e il procuratore di Bologna Giuseppe Amato.

La nuova rivista di Unicost

Nasce “Diritto, giustizia e Costituzione”,  la nuova rivista telematica di Unita' per la Costituzione, la corrente di centro delle toghe. Il nome della rivista evoca il trimestrale "Giustizia e Costituzione", fondata nel 1980 da Adolfo Beria di Argentine, «con la quale cerca di porsi in linea di continuità, perchè, senza dimenticare l'insegnamento del passato, guarda al futuro ed intende affermare la centralità dell'associazionismo nella difesa dell'indipendenza della magistratura e degli altri principi costituzionali che la giurisdizione deve attuare», si legge nel comunicato che la annuncia.

Cosa sono le “piante organiche flessibili”

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia ha firmato il decreto sulle piante organiche flessibili distrettuali. Il sistema punta ad andare incontro alle specifiche esigenza degli uffici giudiziari e sarà un sostegno per gli uffici giudiziari in ottica di smaltimento di arretrato, riduzione delle pendenze e sostituzione di magistrati temporaneamente assenti.

Dei 179 magistrati, 125 sono destinati alle funzioni giudicanti, 54 a quelle requirenti, ripartiti così nei diversi distretti di Corte d'appello: Ancona: 6; Bari: 7; Bologna: 9; Brescia: 6; Cagliari: 7; Caltanissetta: 5; Campobasso: 3; Catania: 7; Catanzaro: 9; Firenze: 10; Genova: 5; L'Aquila: 6; Lecce: 5, Messina: 6; Milano: 12; Napoli: 13; Palermo: 6, Perugia: 4; Potenza: 5; Reggio Calabria: 6; Roma: 13; Salerno 5; Torino: 9; Trento: 2; Trieste: 3; Venezia: 10.

I magistrati resteranno nella pianta organica flessibile almeno un anno e, nel caso in cui non ci siano le condizioni critiche necessarie per attivarla, i magistrati che la compongono verranno assegnati all'ufficio del distretto con le maggiori percentuali di scopertura effettiva.

Edilizia giudiziaria

La ministra della Giustizia, Marta Cartavia ha parlato in audizione degli interventi sull’edilizia giudiziaria previsti dal piano del Pnrr.

L'obiettivo è quello di intervenire entro la metà del 2026 su 48 edifici dislocati in diverse aree del Paese. Tra questi, 10 cittadelle della Giustizia (Trani, Bergamo, Monza, Napoli, Benevento, Perugia, Roma, Latina, Velletri e Venezia).

A Roma la cittadella verrà realizzata tramite la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell'ex caserma Manara; a Bergamo presso l'ex Convento della Maddalena mentre a Venezia l'intervento riguarderà il terzo lotto della Manifattura Tabacchi e a Napoli si prevede un collegamento con un nuovo ponte pedonale sopraelevato tra gli uffici della procura e il nuovo Palazzo di Giustizia.

Quanto ai 38 interventi manutentivi degli uffici giudiziari, la spesa complessiva sarà di 330 milioni di euro e il 19 per cento degli incarichi di progettazione è già stato aggiudicato. 

Ingiuste detenzioni

Nel 2021 lo Stato ha speso 25.478.105 euro tra errori giudiziari e ingiuste detenzioni. Le vittime di ingiusta detenzione, arrestati per sbaglio, innocenti sono state, solo nel 2021, 565. Dal 1992, oltre 30 mila innocenti in carcere, per una spesa complessiva dello Stato di quasi 900 milioni di euro.

I numeri sono stati forniti dal Ministero dell’economia e delle finanze, dopo una interpellanza urgente di Enrico Costa, vicesegretario di Azione. Costa ha commentato duramente i dati: «Quando accadono queste vicende, lo Stato si volta dall’altro lato senza comprendere le vere ragioni, senza verificare le motivazioni dietro quegli errori e senza sanzionare chi sbaglia. L’auspicio è che nel quadro della riforma al Csm venga finalmente approvata la mia proposta di sanzione disciplinare per chi ha concorso, con negligenza o superficialità, all'adozione dei provvedimenti di restrizione della libertà personale per i quali sia stata disposta la riparazione per ingiusta detenzione».

Il codice dei crimini internazionali

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha nominato una commissione ministeriale per scrivere un Codice dei crimini internazionali, dando compiuta attuazione agli obblighi internazionali assunti in occasione della Conferenza diplomatica delle Nazioni Unite il 17 luglio 1998.

In particolare, la commissione è chiamata a lavorare per garantire l'adattamento nel diritto interno della materia dei crimini internazionali, che richiede «di organizzare e sistematizzare una disciplina complessa, tenendo conto dei criteri generali di legalità e personalità della tutela penale», come specificato nel decreto ministeriale.

La Commissione è presieduta da Francesco Palazzo, professore emerito di diritto penale all'università di Firenze, e da Fausto Pocar, professore emerito di diritto internazionale all'università di Milano.

Nomine:  Lia Sava è il nuovo procuratore generale di Palermo. Attualmente pg a Caltanissetta, è la prima donna a ricoprire questo incarico. 

Si e' insediato il nuovo procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio.

Fabio Scavone è un nuovo procuratore aggiunto a Catania.

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