Care lettrici, cari lettori

la settimana è stata caratterizzata dal ricordo della strage di Capaci, sulla quale è ricaduta anche la polemica per la nomina della nuova presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo.

Sul fronte di governo, sono arrivate nuove anticipazioni sulla riforma dei reati contro la PA: dovrebbe mancare davvero poco al deposito della proposta del ministro Carlo Nordio, anche se ancora non ci sono date.

Infine, i processi: siamo alle battute finali di quello di primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio a carico di Piercamillo Davigo a Brescia, mentre il gip di Roma ha fissato la data per l’udienza per decidere se archiviare o rinviare a giudizio il sottosegretario Andrea Delmastro, imputato anche lui di rivelazione di segreto d’ufficio per i verbali del Dap sul caso Cospito.

Sul fronte dei commenti, infine, la giurista Vitalba Azzollini affronta il tema dell’emergenza sui fondi dopo la tragedia dell’alluvione in Emilia Romagna e propone una analisi  sui rilievi della Corte dei Conti sui vizi delle spese in questi casi.

La memoria della strage di Capaci

Trentuno anni dopo la strage di Capaci, l’Associazione nazionale magistrati, in collaborazione con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la Corte di Cassazione, ricordato l’anniversario con due eventi: uno il 24 maggio con una veglia-staffetta “Testimoni di Capaci”, in cui si sono alternati un magistrato esperto, un giovane magistrato ed un esponente della società civile dinanzi ad una delegazione di studenti, un secondo il 26 maggio sulla “Notte bianca della legalità”, che ha concluso la staffetta con il trasferimento dell’agenda di Falcone presso la Corte di Cassazione.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto, nel suo saluto alla Fondazione “Giovanni Falcone”, che «Da 31 anni, questa è una giornata fondativa della nostra storia, memoria del peggior attacco dei clan alle istituzioni democratiche, ma allo stesso tempo simbolo del riscatto della Repubblica».

Il nostro giornale ha voluto ricordare l’anniversario con due articoli di Attilio Bolzoni, un giornalista che ha dedicato la sua vita professionale a scrivere di mafie e che ha conosciuto Falcone e la sua squadra. Il primo è il racconto di questa commemorazione e cosa significa per Palermo, il secondo invece è una riflessione sulla nomina della nuova presidente della commissione Antimafia proprio negli stessi giorni.

Gli errori giudiziari

L’associazione Errorigiudiziari.com presenta i numeri sugli errori giudiziari del 2022: si sono registrati in Italia 547 casi complessivi tra ingiuste detenzioni ed errori giudiziari (-25 rispetto all'anno precedente).

La spesa complessiva per indennizzi e risarcimenti è, invece, in crescita: poco meno di 37 milioni e 330 mila euro, oltre 11 milioni e mezzo in piu' rispetto al 2021.

Per quanto riguarda i dati sulle ingiuste detenzioni, nel 2022 ci sono stati 539 casi, per una spesa complessiva in indennizzi pari a 27 milioni 378 mila euro. Un leggero calo dei casi rispetto all'anno precedente (-26), a fronte di una spesa che è aumentata invece di quasi 3 milioni di euro. 8 invece i casi di errori giudiziari, per cui si intende chi, dopo essere stato condannato con sentenza definitiva, viene assolto in seguito a un processo di revisione.

Negli ultimi vent'anni, dal 1992 al 31 dicembre 2022, si sono registrati 30.556 casi: vuol dire che, in media, quasi 955 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera gli 846 milioni e 655 mila euro in indennizzi, per una media di circa 26 milioni e 460 mila euro l'anno. L'associazione Errorigiudiziari.com ha rilevato, inoltre, 8 casi di errori giudiziari nel corso di tutto il 2022, uno in più rispetto all'anno precedente. 

Qui Milano: chiuse le indagini su Amara

L’ex legale esterno di Eni, Piero Amara, e il suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini con l’accusa di calunnia e autocalunnia. Lungo l’elenco di calunniati, che secondo i due avrebbero fatto parte della fantomatica Loggia Ungheria. Originariamente le parti offese erano 64 e ora sono diminuite, con posizioni trasmesse ad altre procure.

Tra i calunniati ci sonovl'ex Guardasigilli Paola Severino, l'ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, l'ex vice presidente del Csm Michele Vietti, l'ex consigliere sempre del Csm Sebastiano Ardita, l'ex primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio,  un altro ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini; gli ex Comandanti generali della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana (oggi presidente Eni) e Giorgio Toschi, gli ex Comandanti dei Carabinieri, Emanuele Saltalamacchia e Tullio Del Sette; il segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin, Silvio Berlusconi, Luigi Bisignani, Denis Verdini e numerosi magistrati fra cui il Pg di Torino, Francesco Saluzzo, l’ex consigliere Csm Sebastiano Ardita e Antonello Racanelli, magistrato in servizio a Roma. 

Tutto è partito dagli ormai famosi verbali di Amara, che il pm Paolo Storari ha poi consegnato al consigliere Csm Piercamillo Davigo, oggi sotto processo per rivelazione di segreto d’ufficio.

Il processo a Davigo

Continua ad essere in corso a Brescia il processo di primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio nei confronti dell’ex membro del Csm, Piercamillo Davigo. Il magistrato in pensione ha risposto alle domande dal banco degli imputati, raccontando la sua versione dei fatti: come andò la consegna dei verbali di Amara da parte di Paolo Storari, le sue ragioni e la sua difesa. 

Alla domanda sul perchè avesse ricevuto i verbali senza portare Storari direttamente al Csm ha risposto: «Non ci ho pensato, anche perché pensavo di poter riferire io per far tornare la vicenda nel binario della legalità». Inoltre, «la mia personale opinione è che fosse un attacco violentissimo all'ordine giudiziario, andava preso con le pinze, quei nomi fanno tremare i polsi: si parla del Vaticano, della Cassazione, del Csm..».

Sul perchè abbia contattato Salvi, ha spiegato: «Ho visto i documenti in word e lì c'era una notizia di reato: non ho mai visto non iscrivere chi rende dichiarazioni autoincriminanti, chi come Amara dichiara di far parte di una loggia massonica. Non potevano non iscrivere e non potevano non iscrivere Amara immediatamente, sulla legge Anselmi quantomeno». Un soggetto «di straordinaria pericolosità che domani può andare in qualsiasi procura e dire a Milano ho detto queste cose e non hanno fatto nulla». Per questo la decisione di informare Salvi e la sua valutazione negativa sul procuratore di Milano, Francesco Greco: «Superficiale. Decidere “non iscrivo e secreto” è una cosa che mi lasciò di stucco». Inoltre, ha aggiunto Davigo, «Non è che Salvi quando gli ho parlato mi ha detto “vieni che ti sento come persone informata sui fatti”. Ha ritenuto legittimo quello che ho fatto, come anche Ermini e gli altri componenti del consiglio».

Davigo ha anche risposto sui motivi che hanno portato al suo addio al Csm, deciso dal plenum ritenendo che non potesse rimanere in carica da pensionato. «Involontariamente avevo acquisito un peso troppo importante, ero stato determinante in tutte le più importanti nomine della magistratura. Ho pensato: se passa l'idea che uno può andare in pensione ma rimanere al consiglio superiore della magistratura non è più condizionabile, nemmeno per futuri posti».

La settimana scorsa era stata sentita l’aggiunta Laura Pedio, il prossimo 13 giugno è attesa l'ultima testimonianza - l'ex primo presidente di Corte di Cassazione, Pietro Curzio - la discussione e il ritiro in camera di consiglio dei giudici che potrebbero anche emettere il verdetto la sera stessa. 

Caso Cospito: il gip fissa l’udienza per Delmastro

Ne abbiamo scritto molto all’epoca dei fatti e ora arrivano le prime conseguenze giudiziarie per il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che ha consegnato verbali segreti del Dap sulla detenzione al 41 bis dell’anarchico Alfredo Cospito al suo compagno di partito, Giovanni Donzelli.

La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei suoi confronti, il gip non ha accolto la richiesta e ha fissato a luglio l’udienza, in cui cui ascolterà le parti prima di decidere sul rinvio a giudizio per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio.

«La richiesta di archiviazione riconosce l'esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo ed era fondata sull'assenza dell'elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale», si legge nella nota della procura. Subito dopo la quale, tuttavia, è arrivata la notizia che il gip della Capitale chiamato a decidere tecnicamente non ha accolto la richiesta di archiviazione e ha fissato a luglio l’udienza per decidere. In quella sede il gip entrerà nel merito e ascolterà le parti. La nota della procura, che pure ha chiesto l’archiviazione, mostra in controluce una sostanziale contestazione anche alla posizione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

La questione è legata alla natura giuridica del segreto amministrativo, di cui qui trovate un approfondimento tecnico sul segreto amministrativo e qui le ragioni della procura di Roma nel chiedere l’archiviazione. In sintesi, di segreto amministrativo si trattava e la procura lo ha dimostrato, tuttavia Delmastro non ne era al corrente dunque mancherebbe l’elemento soggettivo.

Ancora tribunali da riaprire: Vallo di Diano

Nell’attuale corsa di tutte le regioni a chiedere la riapertura dei cosiddetti tribunalini, dopo le aperture in questo senso del ministro Nordio, si aggiunge una nuova sede da riaprire in provincia di Salerno. «Il Vallo di Diano non può restare l'unico territorio in Italia ad avere la sede del tribunale in un'altra regione. Quasi dodici anni sono trascorsi dalla chiusura del Tribunale di Sala Consilina, unico annesso fuori regione (con quello più piccolo di Lagonegro). Lo storico tribunale del Vallo di Diano, in provincia di Salerno, vanta due primati negativi: è l'unico tribunale ad essere stato accorpato ad un tribunale più piccolo, sia in termini di carico di lavoro sia in termini di dipendenti, ed è l'unico tribunale ad essere stato accorpato ad un tribunale di un'altra regione, il tribunale di Lagonegro in Basilicata», hanno scritto i senatori 5 Stelle Francesco Castiello e la già Senatrice Felicia Gaudiano. Una nuova sede da aggiungere all’elenco per il ministro.

Novità dalla giustizia amministrativa

Come anticipato, Giulio Castriota Scanderbeg è il nuovo segretario generale della Giustizia amministrativa. Attualmente è presidente di sezione del Consiglio di Stato e svolge le sue funzioni giurisdizionali, in seconda sezione, dal 2019. La sua nomina è stata necessaria dopo le dimissioni del suo predecessore Michele Corradino, in seguito alla vicenda legata alla compravendita dell’immobile del Tar Lazio decisa dal Consiglio di Stato.

A Palazzo Spada, inoltre, si è insediato il nuovo Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, presieduto dal Presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti e composto da altri 14 componenti di cui: quattro eletti dal Parlamento (gli avvocati Eva Sonia Sala, Francesco Urraro, Giovanni Doria e il professore Gianni Giacomo Palazzolo), quattro eletti dai magistrati in servizio presso il Consiglio di Stato (Gabriele Carlotti, Luca Lamberti, Stefano Toschei e Giancarlo Carmelo Pezzuto) e sei eletti dai magistrati in servizio presso i TAR (Mario Alberto Di Nezza, Ettore Manca, Luca Cestaro, Laura Patelli, Roberto Lombardi, Valentina Santina Mameli). Sono componenti supplenti i magistrati del Consiglio di Stato Dario Simeoli ed Alessandro Maggio e i magistrati dei TAR Ines Simona Immacolata Pisano e Pierpaolo Grauso. Il nuovo Plenum, che resterà in carica quattro anni, ha nominato all'unanimità, quale Vice Presidente, l'avvocato Eva Sonia Sala. 

Riforme della giustizia, gli annunci

Dopo mesi di attesa, qualcosa sembra aver davvero cominciato a muoversi. In settimana c’è stato un incontro tra Nordio e la presidente della Commissione giustizia del Senato Giulia Bongiorno, all’esito della quale verrà presentata la riforma complessiva dei reati contro la Pubblica Amministrazione, le misure cautelari già oggetto del referendum voluto dalla Lega del giugno 2022, il sistema dell'appello.

Il nodo è in particolare la modifica dell’abuso d’ufficio, che Nordio aveva ipotizzato di abolire incontrando il no della Lega. L’attesa ora è per il testo definitivo del governo.  

Si è parlato anche di intercettazioni, visto anche che la Commissione giustizia del Senato ha avviato da tempo un'indagine conoscitiva sul tema. L’ipotesi al vaglio è di introdurre una sorta di divieto a pubblicare nelle trascrizioni degli ascolti, i nomi dei terzi che non c'entrano nulla con le indagini.

La rendita in caso di danno

Il tribunale di Milano ha pubblicato i criteri elaborati dall'Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano, coordinato dal presidente della decima sezione civile Damiano Spera, per il calcolo della rendita in caso di danno permanente alla persona per incapacità di guadagno.

Secondo i criteri, un uomo di 45 anni, che percepiva un reddito di 24mila euro all'anno e che è rimasto invalido sul lavoro al 100%, potrebbe aver diritto ad un risarcimento di oltre 565mila euro.

Il presidente facente funzione del Tribunale di Milano Fabio Roia ha scritto in nota che «in assenza di interventi normativi e ad oltre cento anni dall'ultimo testo di identificazione dei coefficienti», per circa tre anni magistrati, avvocati, «esperti in metodi matematici e in consulenza finanziaria» hanno lavorato alla individuazione di parametri per le rendite. La tabella si fonda su una formula finanziaria, corretta con l’età e il sesso della vittima, con le tavole di mortalità, con i tassi di interesse dinamici e con l’inflazione attesa.

Il Csm sulla procura di Napoli

Il prossimo 30 maggio la quinta Commissione del Consiglio superiore della magistratura audirà i magistrati che hanno fatto domanda per ricoprire l'incarico di procuratore capo di Napoli. A partire dalle 9:30 saranno sentiti il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, il procuratore di Benevento Aldo Policastro, il procuratore di Potenza Francesco Curcio e il procuratore aggiunto di Napoli Rosa Volpe. La Procura di Napoli manca di una guida dai primi di maggio 2022, quando Giovanni Melillo è stato nominato procuratore nazionale antimafia.

Il convegno di Area a Bari

Il gruppo associativo Area ha organizzato un convegno di due giorni a Bari, dal titolo “Dialoghi sulla pena”, che si occuperà anche di rendere un primo bilancio sulla riforma Cartabia, nella parte in cui tocca le pene alternative al carcere e la giustizia riparativa.

© Riproduzione riservata