Trent’anni di depistaggi

Tremila pagine mettono la parola fine all’inganno della trattativa stato-mafia

  • C’è una sola cosa buona nelle motivazioni della sentenza del processo di appello sulla cosiddetta trattativa stato-mafia: è il capitolo finale di una vicenda che ha coperto di vergogna la magistratura. 
  • Il giudice Angelo Pellino ha distrutto le paranoie della procura di Palermo, anche se ha usato una mano molto leggera nel giudicare i suoi colleghi. 
  • Trent’anni di impostura nella storia di un paese non sono pochi e alla mostruosità del processo di Palermo va aggiunta quella del depistaggio della Procura di Caltanissetta. 

C’è una sola cosa buona nelle motivazioni della sentenza della Corte di Assise d’Appello di Palermo depositata alcuni giorni fa. Non è la lunghezza intesa come una prova di serietà (tremila pagine!), non è il tempo che hanno impiegato a scriverla i giudici Angelo Pellino e il suo a latere Vittorio Anania (un anno dal verdetto), il segno dello scrupolo. No, perché quelle tremila pagine più spagnolesche che manzoniane sono pagine che sorvolano, tacciono, sfottono, ammiccano, ma hanno un solo gr

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