A Milano è tempo di concerti. Ma questa settimana per un paio di sere ho finto di essere malata per onorare in pace la serie sulla depressione di Robbie Williams, che da adolescente molto avevo amato. Averlo saputo prima, non mi sarei lacerata tanto. Sabato scorso però sono stata al Forum d’Assago per l’esibizione del mio amico Mattia Balardi, in arte Mr. Rain.

Il palazzetto era sold out, gli effetti speciali degni degli show americani – è scesa perfino la pioggia – tanto che il suo agente Francesco Facchinetti, nella saletta privata dietro le quinte del forum, tra tende drappeggiate, moquette nera, tramezzini e birre, agli amici confidava con una certa apprensione che aveva investito tutti i suoi risparmi. Con certezza ora possiamo dire che non dormirà alla Stazione Centrale.

Dopo il concerto poi Mattia-Mr. Rain ha festeggiato il suo compleanno nel privè all’ultimo piano, aperto solo per alcune eccezioni. In passato ero stata già lì per la festa di X-Factor e quella di Tananai, che aveva sbocciato una magnum di champagne proprio mentre gli ero di fronte, e i miei pantaloni di seta ancora ringraziano. A pensarci ora, fu quella sera che dopo aver salutato Annalisa scoprii che di lì a poco avrebbe sposato un mio caro amico. E partirono i brindisi coi gin tonic.

Anche con Mattia-Mr. Rain abbiamo bevuto dei gin tonic e ricordo anche sua madre dietro al bancone, ma a dare una mano al barman per velocizzare la fila. Lunga sì, ma col vantaggio di fare nuove amicizie. A un certo punto il cantante Sangiovanni e la ex fidanzata di Lazza Debora Oggioni erano così vicini che per un attimo ho sognato il lieto fine.

KARAOKE (ANCHE) A ROMA

Oggi invece mi trovo a Roma, e tra poco dovrei raggiungere l’autrice Simona Ercolani alla Rai, in Viale Mazzini, alla presentazione del suo programma Farwest condotto da Salvo Sottile. Ma con le poche forze rimaste, do forfait.

Ieri sera, concluso il panel di Domani, sono andata coi colleghi più indefessi in un pub poco distante. «Fermatevi qui, c’è la serata karaoke», ha detto una ragazza all’ingresso e dopo un numero non definito di gin tonic non ricordo altro. Nel telefono scovo solo un video dove canto Non voglio mica la luna di Fiordaliso e poi via, luci accese e chiudiamo il locale.

«Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo in dovere di dare spettacolo», si chiedeva Bukowski. Mentre bevo il secondo caffè spero tanto di non averlo deluso. Oggi è il secondo giorno del panel, e per sicurezza ho prenotato un treno per Milano alle 19, sia mai che mi trovo di nuovo a cantare.

INCONTRI AL MUSEO

Vorrei avere la saggezza dell’amico compositore Giovanni Caccamo, che l’altra sera a Milano, al Museo del 900, ha presentato la mostra Manifesto del cambiamento, lavoro in cui ha coinvolto artisti come Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino per dirne alcuni. Mentre sorseggiavo un bicchiere di Masciarelli, l’amico Santi mi faceva sapere che non sarebbe andato a Miami per Art Basel e Ugo tentava di convincermi a utilizzare il suo personal trainer Aldo.

Poi mi sono trovata a parlare di danza e musica classica con Gianfranco Maraniello direttore del museo 900 e della Gam e con l’ufficio stampa della Scala di Milano Paolo Besana. Per fortuna mi ha salvato Giovanni Caccamo, che ha iniziato a suonare un pezzo al pianoforte.

La mostra apriva con una frase del suo maestro Franco Battiato, con cui passava le giornate a conversare sul divano della biblioteca di Milo, in Sicilia: «Cerca di ascoltarti in profondità e capire che cosa possa farti battere il cuore ed emozionarti in modo autentico. Lungo il cammino farai incontri ed esperienze da cui nasceranno spontanei i nuovi germogli artistici. Lascia che fioriscano e non preoccuparti del resto». Tutti dovremmo prendere spunto dal maestro, che di certo non beveva gin tonic. E ricordava gli incontri il giorno dopo.

© Riproduzione riservata