Nuova giornata di questa strana e breve campagna elettorale, in vista delle elezioni fissate il prossimo 25 settembre. Ieri è stata la giornata delle trattative per formare un’alleanza di centrosinistra, con il segretario Enrico Letta ha si è consultato con tutti i potenziali partecipanti: dai cosiddetti rossoverdi, cioè Sinistra Italiana ed Europa Verde, alla formazione su cui si stanno accordando Luigi Di Maio e il sindaco di Milano Beppe Sala, passando per la federazione centrista di Azione e +Europa. 

Oggi, invece, è in corsoun vertice di centrodestra mentre nuove fuoriuscite continuano a colpire Forza Italia. Il Movimento 5 stelle è in subbuglio per le deroghe alla regola dei due mandati. Sala torna a parlare delle trattative avvenute ieri e chiude la porta a un accordo con il Movimento 5 stelle in vista delle regionali in Lombardia dell’anno prossimo, ma l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti avverte di non aver ancora deciso se partecipare. Domani segue la giornata con un liveblog costantemente aggiornato: per vedere le ultime notizie clicca qui.


La diretta

20.09 – Accordo del centrodestra sul capo di governo

Il vertice del centrodestra è ancora in corso, ma è stato raggiunto l’accordo sulle modalità per scegliere il futuro capo di governo. Sarà espresso dal partito della coalizione che otterrà il maggior numero di voti, cioè Fratelli d’Italia stando agli attuali sondaggi. Le trattative proseguono per decidere l’assegnazione dei collegi uninominali.


18.30 – Conte smentisce lo scontro sulla regola dei due mandati

«Tra me e Beppe Grillo non c’è stata nessuna telefonata ieri sera e quindi nessun aut aut. Smentisco categoricamente tutte le indiscrezioni in merito. Abbiamo di fronte una grande battaglia da combattere tutti insieme per il Paese, guardiamo uniti nella stessa direzione», ha detto oggi Giuseppe Conte. 
Fonti del Movimento 5 stelle riferiscono che Grillo avrebbe definito l’indiscrezione di Adnkronos, che per prima ha rivelato il supposto “ultimatum”, una «fakenews». Grillo avrebbe sottolineato che non sarà lui ad andare via dal Movimento, ma chi non ne condivide le regole.


17.55 – Iniziato alla Camera il vertice di centrodestra


17.30 – L’ultimatum di Grillo

17.15 – Berlusconi al vertice di centrodestra

Silvio Berlusconi è arrivato alla Camera dove si discuterà delle regole interne alla coalizione di centrodestra in vista delle elezioni.


17.12 – L’intervento di Letta alla presentazione del libro di Cuperlo

Il segretario del Pd sta parlando alla presentazione del dirigente Pd ed editorialista di Domani Gianni Cuperlo.

17.00 – Un nuovo simbolo per Conte

Mentre circolano voci di una possibile rottura nel Movimento 5 stelle sulla questione della regola del secondo mandato, l’agenzia LaPresse scrive che lo staff del leader Giuseppe Conte è al lavoro su un nuovo simbolo che dovrebbe includere il suo nome, forse al posto dell’attuale data “2050” presente nella parte bassa del logo.


16.45 – Agenzie: Grillo avrebbe minacciato di lasciare il Movimento su regola secondo mandato

Secondo l’agenzia Adnkronos, in una telefonata con Giuseppe Conte, Beppe Grillo avrebbe minacciato di lasciare il Movimento 5 stelle in caso di cancellazione della regola che proibisce agli eletti del partito di fare più di due mandati. Grillo, scrive l’agenzia, sarebbe contrario anche alla mini deroga che Conte avrebbe chiesto soltanto per alcuni fedelissimi. Grillo è titolare del simbolo del Movimento 5 stelle e potrebbe quindi decidere di toglierne l’utilizzo a Giuseppe Conte, un’azione che potrebbe portare a complicate conseguenze legali.


16.30 – Lavori in corso al gruppo M5s alla Camera

Dopo le dimissioni del capogruppo Maurizio Crippa, il gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera è al lavoro per la scelta di un nuovo direttivo con cui guidare i lavori negli ultimi due mesi di legislatura. Questa mattina, Crippa aveva annunciato che sta pensando alle dimissioni dal partito.

16.20 – Cingolani annuncia che non farà più il ministro

Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica ha detto in una conferenza stampa che non sarà più governo in un futuro governo «per mia scelta». Nei giorni scorsi si era ipotizzato che Cingolani si stesse avvicinando al centrodestra. Nel corso del governo Draghi, Cingolani era stato più volte contestato per le sue posizioni vicine agli interessi del business e spesso in contrasto con le istanze ambientaliste.

16.10 – L’ex sindaco di Parma Pizzarotti sulle alleanze

L’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha scritto su Facebook di non aver ancora aderito ad alcun progetto elettorale, ma di essere al lavoro per creare una nuova aggregazione. Pizzarotti era stato indicato come uno dei possibili partecipanti al progetto di Luigi Di Maio e del sindaco di Milano Beppe Sala.


15.50 – Vassallo: «Senza M5s destra in vantaggio»

«Se il M5s e il centrosinistra vanno al voto separati, il centrodestra sarà comunque in vantaggio. Per questo motivo e' stupefacente la leggerezza con cui, nella sequenza degli eventi che si sono svolti nelle ultime settimane, e' stata infranta la possibilità di una coalizione capace di competere alle elezioni. Il centrodestra forse avrebbe potuto vincere lo stesso ma, in questo modo, aumentano la possibilità che ottenga la maggioranza dei seggi», ha detto all’Agi il direttore dell’Istituto Cattaneo ed editorialista di Domani Salvatore Vassallo.


15.30 – Calenda: «Non so chi sia Di Maio»

Il leader di Azione Carlo Calenda ha presentato insieme al segretario di +Europa Benedetto Della Vedova il “Patto Repubblicano”, il programma in 14 punti con cui i due partiti che concorrerà alle prossime elezioni. Calenda e Della Vedova sono in trattativa per allearsi con il Pd, ma per il momento nessuno si sbilancia sulla possibilità di accordo.

Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se la presenza di Luigi Di Maio nella stessa coalizione potesse essere un problema, Calenda ha risposto: «Non so di chi lei stia parlando».


15.00 – Attesa per il vertice di centrodestra

Oggi pomeriggio, i leader di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e delle formazioni alleate, come Noi con l’Italia, si incontreranno alla Camera per discutere delle regole interne della coalizione in vista delle prossime elezione. Negli ultimi giorni c’erano stati diversi scontri su chi avrebbe dovuto essere indicato come leader, con Forza Italia in particolare preoccupata che la favorita, Giorgia Meloni, sia troppo radicale e che quindi andrebbe scelto un diverso candidato premier. Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia che si era autocandidato al ruolo, avverte però che dal vertice di oggi non uscirà un nome di leader.


14.05 – Il Senato boccia il linguaggio di genere

L’aula del Senato ha respinto un emendamento proposto dalla senatrice M5s Alessandra Maiorino che prevede l’introduzione di una maggiore parità di genere nelle comunicazioni ufficiali di Palazzo Madama. La proposta ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti, ma non la maggioranza assoluta che era richiesta per il passaggio. L’emendamento è stato respinto con voto segreto e Pd e Movimento 5 stelle ora accusano la destra di aver votato compattamente contro.

Il testo dell’emendamento recitava: «Il Consiglio di presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell'attività dell'amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l'adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l'utilizzo di un unico genere nell'identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne».


13.45 –  Altre uscite da Forza Italia

Dopo l’abbandono dei ministri Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Mara Carfagna e di un pugno di parlamentari, tra cui l’influente senatore Andrea Cangini, Forza Italia perde altri pezzi. Oggi è il turno della deputata Rossella Sessa. Anche lei imputa il suo abbandono al «tradimento» da parte di Forza Italia del governo Draghi.

Le risponde da Radio Capitale il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani: «Chi ha lasciato Forza Italia deve dimettersi dal Parlamento» e, in particolare: «Per prima cosa dovrebbero dimettersi dagli incarichi governativi perché non si è ministri in quota personale, lo si è perché si è stati eletti all'interno di un partito», una frecciata, quest’ultima, diretta al trio Gelmini, Brunetta e Carfaga, che però non sembra intenzionato a lasciare gli attuali incarici.


13.30 – Sala sulle trattative con il Pd e le alleanze in vista delle regionali

«Quando sento dire da Pizzul che in Lombardia dovremmo andare con i 5stelle la mia risposta è “not in my name" io non ci sto», così il sindaco di Milano Beppe Sala sulla possibilità di allearsi con il Movimento alle prossime elezioni regionali in Lombardia. «Lo dico in buona fede e sono stato uno di quelli che per primo anni fa diceva “guardiamo ai 5 stelle, al loro elettorato e alle loro idee”, però dopo tutto quello che è successo e soprattutto col posizionamento che stanno avendo non credo sia possibile».

A proposito delle trattative con il Pd, Sala ha aggiunto: «Di Maio ha manifestato a Letta la disponibilità a far parte del centrosinistra. Se qualcuno giudica negativo il fatto di allargare un campo che parte sfavorito lo dica, ma se non si prova ad allargare il campo si perde». All’incontro di ieri, ha concluso Sala: «L'unica cosa che ho chiesto a Letta è di lavorare in questo momento affinché si azzerino i veti».

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