- La sinistra moderata, erede della Terza via, evita il problema della crisi climatica. Ma la storia del riformismo mostra che non si dovrebbe avere paura delle misure radicali
- La sinistra dovrebbe smettere di guardare agli elettori di mezza età, per cui la crisi climatica è una seccatura, e iniziare a parlare ai giovani che partecipano alle manifestazioni ecologiste che disturbano i benpensanti
- Sono loro gli unici ad aver chiaro che clima e giustizia sociale sono una cosa sola. Che una società equa e sostenibile è «il movimento reale per abolire lo stato di cose presente»
«Dopo un’epidemia tutti coloro che sono ancora vivi sono sopravvissuti». Leggo questa frase in un libro del teorico della politica Ivan Krastev, scritto durante le prime fasi della pandemia di Covid-19. Lo studioso bulgaro si chiedeva se l’esperienza fatta in quei mesi fosse un’occasione «per aprire gli occhi sul mondo in cui viviamo». A due anni di distanza mi pare di poter dire che le cose non sono andate in questo modo. L’occasione è andata sprecata. A differenza dei protagonisti del roman



