Il quadro politico

Il Partito democratico è lacerato dalle conseguenze della sconfitta al referendum costituzionale del 2016 voluto dal segretario Matteo Renzi e dalla fuoriuscita di alcuni esponenti della sinistra che hanno dato vita ad Articolo uno con segretario Roberto Speranza.

Silvio Berlusconi è limitato a candidarsi alle elezioni dalla prescrizione imposta dalla legge Severino in seguito alla condanna per peculato.

La Lega nord è in crescita e Matteo Salvini intuisce la possibilità di effettuare il sorpasso ai danni dello storico alleato Forza Italia.

Fratelli d’Italia, nato nel 2013, è guidato dal 2014 da Giorgia Meloni alla sue prime elezioni politiche da leader.

A sinistra vi sono Possibile di Pippo Civati e Sinistra italiana.

La principale novità del quadro politico è il Movimento cinque stelle che alle amministrative del 2016 ha conquistato i comuni di Roma e Torino e in vista delle elezioni politiche del 2018, ha eletto Luigi Di Maio capo politico.

Vi sono poi varie formazioni di centro risultato di ripetute scissioni e unioni: Udc, Centristi per l’Europa, Noi con l’Italia, etc.

Il 28 dicembre 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al suo primo mandato, scioglie le camere e fissa le elezioni politiche 4 marzo, data in cui si svolgono anche le elezioni regionali di Lazio e Lombardia.

La legislatura è giunta alla sua conclusione naturale ma, a differenza di quella di quest’anno, la campagna elettorale per le elezioni del 2018 è iniziata molti mesi prima la data del voto.

Ottobre

LaPresse

17 – Dalla stazione Tiburtina parte il treno elettorale di Renzi “Destinazione Italia” che toccherà 107 provincie in otto settimane.

18 – La sindaca di Torino Chiara Appendino è indagata per 5 milioni di debiti non messi a bilancio.

20 – Berlusconi annuncia la composizione del prossimo governo: tre ministri di Forza Italia, tre della Lega, due di Fratelli d’Italia e 12 indipendenti. «Non ne sapevo niente», dichiara Salvini.

24 –  Viene approvata al Senato la nuova legge elettorale n.165, nota come Rosatellum. Per protesta per il ricorso da parte del governo Gentiloni alla fiducia Pietro Grasso esce da Pd.

28 – La Lega nord cambia nome in Lega Salvini premier

29 –  La legge sullo ius soli viene messa in calendario in extremis dal governo incontrando la ferma posizione di Alternativa popolare di Maurizio Lupi e Angelino Alfano.

Novembre

LaPresse

6 – A poche ore dall’attesa sfida, Di Maio annulla sui social il faccia a faccia con Matteo Renzi a Di martedì. «Non è il nostro principale competitor e il Pd è politicamente defunto».

8 – Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa lanciano la Lista del popolo –Mossa del cavallo. Il sindaco di Amatrice annuncia l’intenzione di presentare la lista dello scarpone anche alle politiche.

16 – Piero Fassino è nominato il pontiere del Pd con l’incarico di unire una coalizione di centro-sinistra.

20 – Pier Luigi Bersani dichiara che Articolo uno non farà accordi con il Pd prima del voto.

21 – A Di Martedì Eugenio Scalfari che fra Di Maio e Berlusconi voterebbe quest’ultimo.

24 – Salvini propone a Berlusconi la firma di un patto anti inciucio dal notaio. «Dal notaio va chi non si fida e non i galantuomini», dichiara Berlusconi.

26 – Riprendendo un allarme del New York Times, Renzi annuncia alla Leopolda una squadra di lavoro anti fake, che diventano uno dei temi della precampagna e porta alla presentazione di ben tre ddl sul tema.

Da parte di tutti i leader c’è la corsa alle presenze e interviste nei talk-show.

Il centrodestra è nettamente in vantaggio nella composizione della coalizione, nella definizione dei temi  e dei ruoli dei tre leader. Nel centro sinistra sono ancora da definire i soggetti, le alleanze e i programmi.

Berlusconi rispolvera la figura del “nemico interno”, Renzi punta a quella del “nemico interno”.

Dicembre

2 – Sui giornali grande spazio al tema del Russiagate e ai tentativi da parte della Russia di influenzare online la campagna elettorale statunitense.

4 – Nasce la lista elettorale di sinistra Liberi e uguali, guidata dal presidente del Senato Pietro Grasso che riunisce Articolo uno, Possibile e Sinistra italiana.

Fratelli d’Italia rimuove dal simbolo il simbolo e il nome Msi, lasciando solo la fiammella tricolore.

5 – Su Facebook viene pubblicato un fotomontaggio con Salvini prigioniero con alle spalle il drappo delle Brigate rosse.

7 – L’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia scioglie Campo progressista, abbandonando l’idea di unire le forze progressiste a sinistra del Pd in un progetto comune. Determinante la non approvazione dello ius soli e la nascita di Liberi e uguali.

28 – Fallisce anche la possibilità di approvare al senato una versione “temperata” dello ius soli.

29 – Scioglimento delle camere, fissata per le elezioni la data del 4 marzo

30 – A nove settimane e mezzo dal voto inizia ufficialmente la campagna elettorale.

Iniziano le parlamentarie del M5s: la proposta di rimuovere il divieto di alleanze e l’automatismo delle dimissioni se indagati suscita polemiche nella base del Movimento. 

31 – I sondaggi dicono che se si votasse oggi il centrodestra sarebbe vicino alla vittoria.

Gennaio

LaPresse

6 – Renzi propone l’abolizione del canone Rai, Carlo Calenda si dichiara contrario.

9 – Repubblica calcola il costo delle promesse elettorali in circa 200 miliardi.

Scoppia, lanciato da Il Giornale e Libero ma amplificato dalla rete, lo “scandalo dei sacchetti ecologici”. Renzi è accusato di prossimità con la principale azienda produttrice italiana che ha preso parte alla Leopolda.

10 – Entrano in vigore le norme della par condicio.

La commissione di Vigilanza Rai fa rientrare Che tempo che fa e Porta a porta nelle testate giornalistiche, proteste di altri giornalisti fra cui Lucia Annunziata.

La proposta dell’Agcom di richiedere una autodichiarazione politica ai conduttori di talk-show e programmi elettorali incontra l’opposizione dei giornalisti.

15 – L’intervista di Silvio Berlusconi da Barbara D’Urso suscita polemiche per il tono acritico.

LaPresse

17 – Accordo elettorale fra Partito democratico e Più Europa. Primo giorno delle parlamentarie del M5s.

Accordo fra Pd e Leu per sostenere la candidatura di Nicola Zingaretti alle regionali del Lazio, non invece quella di Giorgio Gori in Lombardia.

A Otto e mezzo Carlo De Benedetti polemizza con Repubblica e il direttore Mario Calabresi per la copertura della notizia sulle informazioni da lui ricevute da Matteo Renzi sulla riforma delle banche popolari.

18 – Grande diffusione in rete del post di Giorgia Meloni che riposta la foto di un maiale che banchetta fra i rifiuti di Roma accusando la sindaca Virginia Raggi di incapacità. Il maiale risulta essere di una famiglia dei Casamonica.

Massimo D’Alema (Articolo uno), intervistato a Radio Capital dichiara «lunare pensare che il Pd vinca, pagherà il prezzo alla legge elettorale che ha fatto anche con l'obiettivo di schiacciarci».

19 – FI, Lega e FdI siglano l’accordo di programma. Sui social pubblicate le foto e i video dei vari incontri.

Presentata la task force del Viminale contro le fake news alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti e del capo della polizia Franco Gabrielli.

22 – Il M5s presenta a Pescara il suo programma in 20 punti sui quali chiede convergenza degli altri partiti.

98 sono i simboli presentati al Viminale.

23 – I vescovi italiani si pronunciano contro quello che definiscono un clima da leggi razziali.

Beppe Grillo stacca il suo blog da Il Blog delle Stelle e crea Beppegrillo.it

Gli elettori fra i 18 e i 24 anni sono l’8 per cento dell’elettorato. Quelli oltre i 65 anni il 22 per cento.

27 – I sondaggi danno M5s al 28 per cento, il Pd al 28 per cento, FI al 15,8 per cento, Lega al 12,8 per cento, Leu al 6,9 per cento, FdI al 5,2 per cento. Il primo partito è quello degli astenuti che superano il 30 per cento.

28 – Fa discutere la composizione delle liste del Pd che privilegia candidati vicini al segretario. Andrea Orlando parla di «bad company», Ugo Sposetti di «delinquente seriali», Gianni Cuperlo di «sindrome del bunker».

Renzi posta sui social la fotografia assieme alle due nonne.

31 – Viene ritrovato in due valige vicino a Macerata il corpo di Pamela Mastropietro. Le indagini portano al fermo di Innocent Oseghale, nigeriano di 30 anni, noto per l’attività di spacciatore, che viene incriminato per omicidio.  La vicenda scatena sui social una grossa campagna d’opinione di tenore razzista e xenofobi. Salvini su Facebook accusa la sinistra di avere «le mani sporche di sangue».

Romano Prodi annuncia che voterà per il Pd in nome dell’unità: post polemico di Pietro Grasso, Pierluigi Bersani dichiara: «Che il Pd sia per l’unità del centrosinistra è abbastanza curioso».

Febbraio

2 – Il Fatto quotidiano denuncia mancanza di trasparenza e dati delle parlamentarie del M5s.

3 – Nel centro di Macerata Luca Traini, già candidato in una lista della Lega e di simpatie neonaziste, ferisce a colpi di pistola sei immigrati e spara ad una sede del Pd, per vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro. Si accende il dibattito su razzismo e antifascismo. Forti polemiche sull’opportunità di una manifestazione antifascista a Macerata.

I tabelloni della campagna elettorale sono desolantemente vuoti.

6 – La “bestia”, struttura per la comunicazione social guidata da Luca Morisi, lancia su Facebook il concorso “Vinci Salvini” che sfruttando le logiche dei social network per allargare i propri follower mette in palio post e incontri con “il Capitano” in cambio di like e condivisioni.

7 – Interi pezzi del programma del M5s risultano copiati o plagiati da altri documenti fra cui Wikipedia.

10 – Le Iene pubblicano sul loro sito un servizio sui rimborsi non versati dai parlamentari dei Cinque stelle per circa 226 mila euro. Il caso ripreso dai giornali e in rete cresce nei giorni successivi portando a parlare di voragine nei rimborsi e alle dimissioni di diversi esponenti del Movimento.

12 – Diventa popolarissimo online il video di Giorgia Meloni che, confondendo razza, religione ed etnia, accusa il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, di discriminare gli italiani e di islamizzare la cultura occidentale per lo sconto offerto alle persone di lingua araba. FdI dichiara: «Una volta al governo Fratelli d'Italia realizzerà uno dei punti qualificanti del proprio programma culturale che prevede uno spoil system automatico al cambio del Ministro della Cultura per tutti i ruoli di nomina, in modo da garantire la trasparenza e il merito, non l'appartenenza ideologica».

A Otto e mezzo faccia a faccia fra Silvio Berlusconi e Laura Boldrini.

13 –  Lo scandalo dei rimborsi è l’apertura dei principali quotidiani. Continuano le dimissioni di esponenti M5s. Di Maio mostra alla Camera i rendiconti dei versamenti dei rimborsi al giornalista de Le Iene.

14 – A Porta a porta Silvio Berlusconi firma un nuovo contratto con gli italiani.

I giornali sottolineano l’assenza di faccia a faccia in tv fra i leader.

16 – Nell’ultimo giorno prima del blackout i sondaggi prevedono: Pd 21,6 per cento, Leu 6,1 per cento, Più Europa 3,5 per cento, FI 16,3 per cento, Lega 13,2 per cento, FdI 4,8 per cento, M5S 27,8 per cento. Nessuno dei tre schieramenti avrebbe la maggioranza. Gli indecisi sono ancora il 45 per cento.

Fanpage pubblica online la prima puntata di una inchiesta sulla presunta corruzione relativa al traffico di rifiuti di Roberto De Luca, assessore Pd al comune di Salerno, al seguito della quale viene formalmente indagato. 

17 – Matteo Salvini cancella il dibattito con Matteo Renzi a Porta a Porta. Nessun incontro televisivo quindi fra i principali leader di partiti o coalizioni.

Diventa virale la foto di Pier Ferdinando Casini, candidato nelle liste del Pd, con alle spalle i ritratti dei leader comunisti nella sezione di Casalecchio di Reno.

18 – Intervistato dal Mattino, Matteo Renzi invita a seguire l’indicazione di Montanelli: «Turatevi il naso e votate Pd».

Su La Stampa si parla di possibile attacco hacker nelle 24 ore precedenti il voto

Silvio Berlusconi indica Matteo Salvini per il Viminale.

19 – Laura Boldrini sostiene la necessità di chiudere i gruppi neofascisti. Berlusconi dichiara: «Temo gli antifascisti». 

Matteo Renzi apre alla possibilità di un governo Gentiloni bis.

20 – Fanpage pubblica online la seconda puntata dell’inchiesta sul traffico di rifiuti in Campania. Vincenzo De Luca parla di «camorrismo giornalistico».

21 – Silvio Berlusconi si dichiara disponibile a accogliere i transfughi dei M5s.

Sia Forza Italia che il Pd danno per improbabile l’ipotesi di un accordo post elettorale di larghe intese fra i due partiti.

Polemiche interne a Leu sulla leadership e gestione della campagna elettorale. Già si parla di scissione post elezioni.

22 – Preoccupazione per rischi di violenze politiche connesse al diverse manifestazioni elettorali e cortei programmati. Il Viminale dice che è tutto sotto controllo.

Un gruppo di militanti di Forza nuova fa irruzione negli studi di Di martedì per cercare di partecipare.

23 – Di Maio chiede di incontrare Sergio Mattarella per presentargli in anteprima la lista dei ministri Cinque stelle e viene ricevuto dal segretario generale Zampetti. Stefano Folli su Repubblica parla di «totale ignoranza istituzionale».

Il M5s annuncia che nei prossimi giorni verranno comunicati i componenti del governo Cinque stelle.

25 – Varie manifestazioni antifasciste in tutta Italia.

A Mezz’ora in più Luigi Di Maio indica il primo componente del futuro governo Cinque stelle: è il militare Sergio Costa al ministero dell’Ambiente. È il primo di una graduale serie di annunci in televisione che in una settimana rivela tutti i candidati ministri, tenendo alta l’attenzione della stampa.

Matteo Salvini durante un comizio a Milano giura sul vangelo e rosario.

27 – L’Italia è percorsa da una ondata di gelo e neve, con  treni bloccati e città paralizzate. Si teme per il regolare svolgimento della campagna elettorale e delle elezioni.

Matteo Renzi dichiara: «Resto segretario del Pd anche se perdo».

A Di martedì vengono presentati altri quattro candidati a ministro per i Cinque stelle quali «risorse della nazione». Fra questi c’è Giuseppe Conte al ministero Deburocratizzazione e meritocrazia. Filippo Ceccarelli su Repubblica parla di «striptease ministeriale».

Bufera su Luigi Di Maio, costretto a dichiarare che «aveva letto male» la comunicazione in cui Paola Taverna gli scrisse che l’assessore all’ambiente del comune di Roma Paola Muraro era indagata. Seguono le dimissioni di Salvatore Marra vicecapo di gabinetto e di Salvatore Romeo della segreteria politica del Comune di Roma.

28 – Di Maio anticipa la lista dei ministri al Quirinale via mail. Gentiloni dichiara «è surreale, tocca al presidente della Repubblica conferire l’incarico».

Marzo

AP

2 – Grillo dichiara che la fase “vaffa” del Movimento è terminata.

Berlusconi candida Antonio Tajani alla presidenza del Consiglio.

Paolo Gentiloni annuncia che il Pd supererà il M5s.

3 – Si chiude una campagna elettorale segnata da forti polemiche, casi di cronaca e un’alta conflittualità interna anche agli stessi schieramenti, che ha visto il calo nell’utilizzo di strumenti tradizionali quali i manifesti, una riduzione della centralità della televisione che non ha ospitato i tradizionali faccia a faccia fra candidati premier, ma che le indagini successive rivelano essere ancora il principale strumento di informazione per gli italiani, e dall’ingresso nella arena pubblica dei social sono diventati il principale strumento di comunicazione dei leader e il luogo di nascita e diffusione di casi mediatici e campagne d’opinione.   

4 – Alla chiusura delle urne la percentuale dei votanti alla camera è del 72,9 per cento, il dato più basso di sempre e il 2,9 per cento in meno delle precedenti elezioni politiche del 2013.

Risultati: M5s 32,7 per cento, Pd 18,7 per cento, Lega 17,4 per cento, Forza Italia 14 per cento, FdI 4,3 per cento, Leu 3,4 per cento, Più Europa 2,5 per cento. Sommando i risultati, la coalizione del centrodestra ha ottenuto il 37 per cento, quella di centrosinistra il 22,8 per cento.

AP

5 – Di Maio, a capo del primo partito italiano, apre al Pd per la formazione di una maggioranza di governo. Il segretario del Pd Matteo Renzi si dimette e annuncia l’indisponibilità ad ogni accordo.

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