Ville, yacht e altri beni da milioni di euro sono nel mirino della Guardia di finanza italiana che sta eseguendo i pacchetti di sanzioni decisi dall’Unione europea nei confronti di oligarchi e magnate russi.

Finora nel nostro paese sono stati congelati beni del valore di 700 milioni di euro. Lo ha ricordato il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, presente alla cerimonia di giuramento degli allievi della Gdf a Bergamo: «Vorrei complimentarmi con la Guardia di finanza che ha tempestivamente portato a termine importanti operazioni di congelamento di beni mobili e immobili di cittadini russi individuati nell’ambito delle sanzioni».

L’elenco di beni di proprietà dei miliardari russi è lungo e spesso è difficile risalire al reale proprietario. Fino a ora nella lista nera dell’Ue i nomi sono 680, tra uomini d’affari, oligarchi e alti funzionari.

I sequestri

Dei 700 milioni di beni congelati in Italia, l’operazione più importante è stata condotta nel porto di Trieste nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 marzo, quando le autorità hanno sequestrato il superyacht “Sailing Yacht A” del valore di circa 530 milioni di euro. Chiamata con l’abbreviazione “Sy A”, l’imbarcazione è riconducibile all’oligarca russo Andrey Igorevich Melnichenko, uomo d’affari proprietario della società produttrice di fertilizzanti EuroChem Group e della compagnia carboniera Suek.

Si tratta dello yacht a vela più grande e più costoso al mondo: 12.558 tonnellate, 143 metri di lunghezza, 25 di larghezza, tre alberi e otto ponti, con una parte in vetro sullo scafo. L’imprenditore russo non è il diretto proprietario dell’imbarcazione, che batte bandiera delle Bermuda e figura nelle disponibilità di una società registrata nelle isole dell’oceano Atlantico. Ma secondo le indagini dei finanzieri il bene di lusso sarebbe riconducibile proprio a Melnichenko, definito da una decisione del Consiglio europeo uno degli appartenenti alla «cerchia più influente di uomini d’affari russi con stretti legami con il governo».

Le autorità hanno consegnato il provvedimento di sequestro al comandante, cittadino europeo, disponendo così il congelamento amministrativo e impedendo allo yacht di lasciare il cantiere, dove già si trovava per lavori di manutenzione curati da Fincantieri.

Sono molti gli yacht di proprietà dei miliardari russi vicino al presidente Vladimir Putin: nei giorni scorsi erano stati sequestrati “Lena”, uno yacht da 50 milioni di euro dell’imprenditore Gennady Nikolayevich Timchenko e “Lady M”, un’imbarcazione del valore di 65 milioni di euro, ormeggiata nel porto di Imperia, di proprietà di Alexey Mordashov, presidente della società siderurgica russa Severstal. La rivista Forbes ha definito Mordashov l’uomo più ricco della Russia, con un patrimonio da 29 miliardi di dollari.

All’oligarca Alisher Usmanov sono stati sequstrati beni immobili in Costa Smeralda per 17 milioni di euro. Mentre alcune proprietà in provincia di Como, del valore di circa 8 milioni di euro, sono state sequestrate a Vladimir Rudolfovich Soloviev, giornalista e presentatore tv di un programma di propaganda a favore del Cremlino.

Scheherazade

A Marina di Carrara la Guardia di finanza sta indagando sulla proprietà di un altro panfilo che, secondo quanto riferito dall’intelligence statunitense al New York Times, potrebbe avere un collegamento con Putin. Lo yacht Scheherazade, da 700 milioni di dollari, lungo 140 metri, largo 24 e da 10.167 tonnellate, si trova ancorato nella cittadina toscana. I finanzieri stanno raccogliendo la documentazione da presentare al Comitato di sicurezza finanziaria, istituito al Mef, per stabilire se il proprietario dell’imbarcazione di lusso sia o meno nell’elenco degli oligarchi sanzionati.

Un ex membro dell’equipaggio aveva riferito che lo yacht veniva usato da Putin, ma l’intelligence statunitense non ha fornito le prove del collegamento con il presidente russo. L’attuale comandante, Guy Bennett-Pearce, ha smentito. Il presidente russo, secondo i funzionari statunitensi, avrebbe mantenuto poche proprietà a proprio nome.

Il proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, è riuscito invece a far approdare il suo yacht My Solaris, prima ormeggiato nel porto di Barcellona, in Montenegro. L’altra imbarcazione di Abramovich, Eclipse, potrebbe avere la stessa destinazione, perché il paese è considerato un porto sicuro da molti miliardari russi che, ricevendo facilmente la cittadinanza, possono mantenere nelle proprie disponibilità le ricchezze.

Negli Stati Uniti

Antony Blinken, segretario di Stato, venerdì ha scritto su Twitter che gli Usa stanno «mettendo nel mirino asset e beni di lusso che sono stati fatti uscire dalla Federazione russa per assicurarci che quanti stanno propagando questa guerra non possano godere facilmente della loro ricchezza mentre gli ucraini soffrono». Nella lista dei russi sanzionati dagli Stati Uniti sono finiti anche i componenti del consiglio di amministrazione della banca Novikombank e della società Abr Management.

© Riproduzione riservata