È di almeno 12 morti, compresi alcuni bambini, il bilancio degli attacchi russi che hanno colpito l'Ucraina nella notte tra sabato 24 e domenica 25 maggio, nel mezzo di un importante scambio di prigionieri tra le due nazioni in guerra che coinvolge mille persone per parte e il giorno dopo uno degli attacchi più potenti contro l'Ucraina dall'inizio dell'invasione su vasta scala nel 2022.

Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, le forze di difesa hanno abbattuto 45 missili e 266 droni russi su un totale di 367 ordigni lanciati, tra cui 69 missili e 298 droni. L'attacco ha provocato anche 30 feriti nelle regioni di Kiev, Khmelnytsky, Mykolaiv e Jitomir. Attacchi notturni sono stati segnalati anche nella regione di Kherson.

L'ambiguità di Mosca però sconcerta e spiazza gli occidentali. L'Ue chiede con nettezza «la massima pressione» sul Cremlino: «Gli attacchi dimostrano ancora una volta la determinazione della Russia a causare ulteriori sofferenze e ad annientare l'Ucraina. È devastante vedere bambini tra le vittime innocenti ferite e uccise. I miei pensieri oggi sono rivolti alle famiglie. Abbiamo bisogno della più forte pressione internazionale sulla Russia affinchè fermi questa guerra», ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas.

Nel frattempo Donald Trump mantiene un atteggiamento attendista, continuando a sperare che Vladimir Putin faccia seguito alla sua promessa di presentare quanto prima un suo piano di pace. I colloqui di Istanbul dello scorso 16 maggio, i primi tra russi e ucraini dall'inizio della guerra, hanno prodotto solo un'intesa sullo scambio di prigionieri ed una disponibilità delle due parti a rivedersi.

Mosca non ha ceduto alle richieste di Kiev e dei suoi alleati di far scattare subito una tregua temporanea, rinviando la questione ad un confronto ad ampio raggio "sulle cause del conflitto". Allo stesso tempo, ha fatto sapere che avrebbe inviato agli ucraini la sua proposta di pace, aspettandosi una controproposta, subito dopo lo scambio di mille prigionieri, che si è concluso oggi. 

Zelensky: «Il silenzio incoraggia putin»

«Sono stati segnalati attacchi aerei nemici in 22 località e la caduta di detriti da missili e droni abbattuti in 15 località», ha aggiunto l'Aeronautica. «Ogni attacco russo fornisce una ragione sufficiente per nuove sanzioni contro la Russia, che continua a uccidere ogni giorno. Senza una forte pressione sui leader russi, questa brutalità non può essere fermata. Le sanzioni saranno certamente d'aiuto», ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando che «il mondo si può godere il fine settimana, ma la guerra continua e non può essere ignorata. Il silenzio dell'America, il silenzio degli altri nel mondo non fa che incoraggiare Vladimir Putin».

Secondo Zelensky «ora conta la determinazione: la determinazione degli Stati Uniti, la determinazione dei paesi europei, di tutti coloro che nel mondo vogliono la pace. Il mondo conosce tutte le debolezze dell'economia russa. È possibile fermare la guerra, ma solo grazie alla necessaria pressione sulla Russia. Putin dovrebbe essere costretto a pensare non al lancio di missili, ma alla fine della guerra».

Completato lo scambio di prigionieri

L'attacco russo coincide con il più ingente scambio di prigionieri tra i due Paesi dall'inizio della guerra. Oggi, domenica, si è conclusa la terza fase dell'operazione, con il rilascio di 303 persone per parte. Venerdì la prima fase aveva portato alla liberazione di 390 prigionieri russi e altrettanti ucraini, mentre sabato le persone rilasciate erano state 307 per parte.

«Istanbul sede più probabile per nuovi colloqui»

Istanbul è al momento la sede più probabile per il secondo round di colloqui diretti tra Russia e Ucraina: lo ha dichiarato una fonte all'agenzia di stampa russa Tass.

«Il Vaticano non diventerà sicuramente una sede dell'incontro per una serie di motivi, tra cui quelli logistici. Istanbul è l'opzione più probabile al momento. I dettagli saranno annunciati a breve», ha affermato la fonte all'agenzia di stato russa.

bambini coinvolti

Questa apparente distensione fa tuttavia a pugni con i pesanti raid su tutta l'Ucraina, nelle ultime due notti, che hanno provocato almeno 25 morti. «Mosca combatterà finché avrà la capacità di produrre armi», ha avvertito il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, mentre lo stesso presidente ucraino ha invocato nuove sanzioni occidentali.

Nei bombardamenti della notte tra sabato e domenica, nella regione di Zhytomyr, nell'Ucraina occidentale, sono stati uccisi tre minori: tutti e tre i bambini provenivano dalla stessa famiglia e sono deceduti in seguito all'attacco russo nella regione di Zhytomyr. I loro genitori sono stati ricoverati in ospedale, la madre è in gravi condizioni. Lo ha annunciato il ministro degli Interni Ihor Klymenko, che ha parlato di «attacco combinato e spietato contro la popolazione civile». 

I tre minori avevano 8, 12 e 17 anni: sono tutti morti nell'attacco notturno nella regione di Zhytomyr. Altre 10 persone sono rimaste ferite nella zona. Le abitazioni private sono state distrutte e danneggiate.

Tredici regioni sono state sotto attacco russo: le città di Kyiv, Kyiv, Zhytomyr, Khmelnytskyi, Ternopil, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Odessa, Kharkiv, Chernihiv, Cherkasy, Sumy e Poltava. Sono stati danneggiati più di 80 edifici residenziali.

Le autorità russe, da parte loro, hanno riferito che una dozzina di droni diretti a Mosca sono stati abbattuti e quattro aeroporti, tra cui il grande hub di Sheremetyevo, sono stati interessati da restrizioni.

© Riproduzione riservata