Una nuova fase si apre per la Gkn Driveline di Firenze. Il 23 dicembre, a Roma, la società QF Spa, del gruppo Borgomeo, ha acquisito il 100 per cento della società, ritirando la messa in liquidazione, e avviando un percorso di riconversione a partire dal nome. La nuova Gkn si chiama infatti QF Spa, o anche “Quattro F”.

«Sono quattro "F” che spiegano come la penso», ha spiegato il presidente della società, Francesco Borgomeo in un comunicato, «ovvero “fiducia nel futuro della fabbrica di Firenze”». L’imprenditore aveva già salvato, in passato, lo stabilimento di Ideal Standard di Roccasecca e, prima ancora, quello di Marazzi Sud di Anagni.

«La firma di oggi è l’inizio e non la fine di un percorso – continua Borgomeo – finalmente siamo arrivati alla linea di partenza e la strada da fare è tanta. Fino a pochi giorni fa sembrava impensabile riuscire a potersi dedicare al percorso di riconversione. Oggi si può partire». Il presidente ha parlato di «fine del rischio licenziamenti», assicurando di voler ritirare l’impugnazione contro il ricorso vinto dai sindacati sulla vecchia procedura di licenziamento.

In realtà il passaggio di proprietà dovrebbe essere funzionale a un’acquisizione successiva, una volta realizzata la conversione, da parte di una delle due aziende con cui Borgomeo starebbe trattando: un’azienda farmaceutica e un’altra di componentistica per le energie rinnovabili.

Per accompagnare l’operazione si starebbe pensando alla cassa integrazione per trasformazione industriale, e le indiscrezioni parlano dello stop alla procedura di licenziamento, e dell’impiego nella “nuova” fabbrica di circa 370 addetti dei 422 attualmente impiegati.

«L’advisor ci ha assicurato continuità occupazionale» ha spiegato la Fiom Cgil, astenendosi dal commentare nel merito l’incontro. Parla di soddisfazione ma anche della necessità di vigilare la nota che proviene dal segretario generale Uilm, Gianluca Ficco, e il segretario Uilm di Firenze e Arezzo, Davide Materazzi.

«Il passaggio di proprietà di Gkn rappresenta una tappa importante per realizzare un piano di reindustrializzazione dello stabilimento di Campi Bisenzio – scrivono i sindacalisti – Tuttavia non possiamo abbassare l’attenzione e ci aspettiamo che le istituzioni, locali e nazionali, continuino a seguire da vicino e concretamente questa vicenda fino a fino a una positiva conclusione per i circa 400 lavoratori coinvolti». Da Uilm hanno quindi chiesto al ministero dello Sviluppo economico di convocare «al più presto» un incontro.

La vicenda dall’inizio

I 422 lavoratori di Gkn Driveline di Campi Bisenzio erano stati collettivamente licenziati il 9 luglio scorso via mail. Un licenziamento improvviso, senza l’apertura di un tavolo istituzionale e senza il ricorso agli ammortizzatori sociali. L’azienda aveva annunciato la chiusura della fabbrica di componenti per auto – che nel 2018 era stata acquistata dal fondo Melrose, con sede a Londra, per «la situazione del mercato automobilistico e la contrazione dei volumi e della domanda».

A settembre Il tribunale del lavoro di Firenze aveva fermato l’apertura della procedura di licenziamento – a pochi giorni dall’arrivo delle lettere ufficiali – perché la multinazionale Gkn aveva violato lo statuto dei lavoratori.

Il ricorso sulla procedura era stato attivato dalla Fiom Cgil a fine luglio, per le modalità con le quali era avvenuto il licenziamento e per l’assenza di un tentativo di mediazione mai messo in campo dall’azienda.

A Gkn era quindi stato chiesto di avviare un confronto con sindacati e lavoratori – come previsto dal contratto nazionale –, risarcire le spese legali sostenuti dai sindacati e pubblicare a sue spese il decreto di condanna su cinque testate nazionali.

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