Il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia oggi pomeriggio hanno visitato il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La visita arriva a distanza di due settimane dalla pubblicazione dei video – in esclusiva da parte di Domani – della «orribile mattanza» perpetrata dagli agenti di polizia penitenziaria lo scorso 6 aprile 2020.

Il discorso di Draghi

«Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. Sono immagini di oltre un anno fa. Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato». Inizia così il discorso di Mario Draghi fuori dal carcere dove il 6 aprile 2020 la polizia penitenziaria ha eseguito una “perquisizione straordinaria” fatta di violenze, pestaggi, torture.

«Il Governo non ha intenzione di dimenticare. Le proposte della Ministra Cartabia rappresentano un primo passo che appoggio con convinzione. Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso. La Costituzione Italiana sancisce all’Articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. A questi principi deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: Il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà», prosegue il presidente del Consiglio, alla presenza della ministra della Giustizia e della direttrice del carcere Elisabetta Palmieri.

Ricorda poi che «l’Italia è stata condannata due volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il sovraffollamento carcerario. Ci sono quasi tremila detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili. Negli istituti campani sono circa 450. Sono numeri in miglioramento, ma comunque inaccettabili. Ostacolano il percorso verso il ravvedimento e il reinserimento nella vita sociale, obiettivi più volte indicati dalla Corte Costituzionale».

Parla anche della polizia penitenziaria: «In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento. A voi, e ai vostri colleghi in tutta Italia, va il più sentito ringraziamento del Governo e il mio personale».

«La detenzione deve essere recupero, riabilitazione», continua Draghi. «Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo Governo, vogliono accompagnarvi».

Il discorso di Cartabia

«Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la costituzione pone come vera pietra angolare. Il carcere è un luogo dolore, sofferenza, luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni», ha affermato la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Ha poi annunciato che saranno costruiti «otto nuovi padiglioni» in tutta Italia, di cui uno proprio a Santa Maria Capua Vetere.

Grida e applausi dei detenuti

Dalle celle del carcere sono partiti applausi e grida poco prima delle 17, al momento dell’arrivo del presidente del Consiglio all’istituto comprensivo “Francesco Uccella”. Draghi ha poi iniziato la sua visita.

Il garante campano: «Detenuti soddisfatti»

«La visita del premier Draghi e della ministra Cartabia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha un alto valore simbolico. La visione "carcerocentrica' è superata, lanciano un segnale importante. A mia memoria, nessun presidente del Consiglio è entrato in questo modo in carcere. La cosa più importante è che vengono in una porzione di territori dove ci siamo tutti, non vengono a fare i tifosi e schierarsi, entrano per ascoltare. E di questi tempi è importante». Lo ha detto Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Regione Campania, all'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) prima della visita del premier Mario Draghi e della ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Il garante di Caserta: «Non si spengano i riflettori sui pestaggi»

«Questa mattina ho incontrato alcuni detenuti, e sono molto contenti di questa visita del ministro Cartabia e del premier Draghi, non vogliono però che si spengano i riflettori su quanto accaduto. Ora la situazione si è leggermente rasserenata, perché maltrattati e maltrattanti non sono più assieme. Quello che chiedono i familiari è il rientro dei reclusi trasferiti anche a 600 chilometri di distanza», ha dichiarato Emanuela Belcuore, garante dei detenuti della provincia di Caserta. «Avrei voluto che anche una delegazione di detenuti potesse parlare con le istituzioni, ma che io sappia questo non è stato previsto. Manca sempre la controparte, quella più debole. E nemmeno le famiglie sono state convocate».

© Riproduzione riservata