- Arrivando al pranzo a casa del senatore Scheurer-Kestner, organizzato per discutere del processo ad Alfred Dreyfus, lo scrittore Émile Zola non aveva certezze
- Zola si avvicinò con lentezza all’affaire Dreyfus e quando ne comprese la portata sposò la causa principalmente per un motivo estetico. Perché era bella come un dramma. E lui ne voleva fare parte
- Ma fondamentale, per lo scrittore, fu l’incoraggiamento delle donne. Senza loro, probabilmente, non avremmo avuto il J’Accuse…!
Nell’istante in cui si accomodò a tavola, Zola era certo solo della posizione che stava per assumere sprofondando sulla sedia. Erano in cinque quel sabato 13 novembre 1897. Oltre a lui, il senatore Scheurer-Kestner aveva convocato a pranzo il drammaturgo Prévost, l’avvocato Leblois e il procuratore generale Sarrut. Il padrone di casa desiderava avere un consiglio da «uomini abituati a parlare con le masse». Émile Zola si avvicinava ai sessant’anni, era lo scrittore francese più tradotto nel mon



