- Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 1999, Monica Bonvicini è tra le artiste italiane che hanno ricevuto più riconoscimenti internazionali
- Bonvicini porta spesso il pubblico fuori dalla comfort zone, lasciando emergere in modo liberatorio e divertente correlazioni tra desiderio sensuale, emotivo e consumistico
- Il suo lavoro contiene riflessioni sul ruolo dell’artista e su come l’organizzazione collettiva possa rispondere all’oppressione che le donne e diverse minoranze affrontano quotidianamente
Sin dagli esordi Monica Bonvicini (Venezia, 1965) ha esplorato il modo in cui l’architettura, i media e le istituzioni riflettono le strutture di potere – storicamente maschili – che perpetuano gerarchie sessuali e di genere. «Il mio obiettivo è indagare soggetti, come lo spazio e l’architettura, in modo analitico e critico. Per quanto alcuni di questi siano apparentemente neutri, in realtà mantengono complesse relazioni di fondo con idee di potere, controllo e identità», precisa artista. Il



