Le pagelle dei promossi e bocciati. L’ex presidente della Puglia escluso nonostante i suoi 9.600 voti.
Sangiuliano eletto sul filo del miracolo, Souzan Fatayer, paladina dei diritti dei palestinesi fuori dal Consiglio. In Veneto, in quota Vannacci, il consigliere che insultò Elena Cecchettin accusandola di satanismo, entra insieme a no-vax e promotori della legge popolare contro il gender
«Questi voti sono attestati di stima veri, sinceri». Prova a vedere il bicchiere mezzo pieno Maria Rosaria Boccia, candidata al Consiglio regionale della Campania con la lista Dimensione Bandecchi, nota grazie alle continue apparizioni mediatiche durante la vicenda che lo scorso anno aveva coinvolto lei e l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Ha preso 89 voti.
A scrutini completati le pagelle che emergono dalle regionali in Campania, Veneto e Puglia regalano sonore bocciature ma anche nomi destinati a far parlare di sé.
Partiamo dalla Campania dove oltre a Boccia, si registra la bocciatura per Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso per futili motivi a Napoli nel 2023; candidata con la Lega chiude la sua corsa con 964 voti. Pochi di più i voti, circa 1200, sono quelli raccolti da Pasquale di Fenza, l'uscente espulso da Azione dopo aver girato dei video in Consiglio regionale con la tiktoker Rita De Crescenzo, rientrato in Forza Italia, la ribalta social non ha aiutato, piazzandolo 19esimo su 27 candidati. Tra i big trombati c'è Severino Nappi: poco meno di 8mila voti per il capogruppo della Lega in Campania che paga la mancata crescita del Carroccio. Ce la fa sul filo l'ex ministro Sangiuliano, soprannominato durante la campagna elettorale, “Genny ‘o miracol(ato)”, con 9.900 preferenze ottenute nella lista di Fratelli d'Italia, arriva secondo dopo l'imprenditrice Ira Fele, sfilando per un soffio il seggio a Marco Nonno, già consigliere comunale di Napoli, con 9.605 voti. Fuori anche Souzan Fatayer, paladina dei diritti dei palestinesi. La «palestinese napulitana in leggerissimo sovrappeso» l'aveva definita su Radio24 il giornalista Paolo Mieli, che poi si era immediatamente scusato.
Ma è sicuramente il Veneto a regalare delle sorprese. Fa discutere il nome di Riccardo Szumski, che entra in Consiglio con il 5,1 per cento dei voti con la sua lista "Resistere Veneto". Sindaco per due mandati di Santa Lucia di Piave, paesino di 9mila anime poco lontano a Conegliano (Treviso), un passato da leghista (anzi lighista, nel senso di Liga Veneta), ex medico diventato celebre durante la pandemia per le sue posizioni critiche nei confronti dei vaccini e del green pass (e per questo radiato dall'ordine dei medici).
Entra insieme a Davide Lovat, che ha raccolto per “Resistere Veneto” 2.372 preferenze. Lovat si definisce «attivista» e promotore dell’iniziativa di legge popolare contro l’indottrinamento Gender nella scuola pubblica, nonché «Nemico radicale della fecondazione assistita». Tra gli esclusi eccellenti Joe Formaggio, nel Carroccio al 2015, prima da sindaco di Albettone da dove ha attaccato persone migranti, rom, lgbtq. Una nostalgia dichiarata («Al ristorante ho il busto di Mussolini»), è stato accusato di aver palpeggiato platealmente la consigliera leghista Milena Cecchetto, anche lei tra i non eletti. Dei quattro candidati leghisti vicini a Roberto Vannacci per ora entra solo Stefano Valdegamberi, nella circoscrizione di Verona, ammiratore di Putin è stato uno dei pochi occidentali ammessi come “osservatore” delle elezioni del 2024 che hanno rieletto sul trono di Mosca dello zar. Nel 2023 attaccò Elena Cecchettin, sorella minore di Giulia, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta accusandola di satanismo.
In Puglia l’escluso eccellente è Nichi Vendola, nonostante le sue 9.698 preferenze complessive (6.624 a solo a Bari). L'ex governatore e leader sconta la percentuale raggiunta da Alleanza Verdi e Sinistra: di poco superiore al 4 per cento ma insufficiente, in base alla legge elettorale che calcola la percentuale sulla base dei voti del presidente e non della coalizione, per conquistare un seggio. Non sono stati eletti anche due consiglieri e assessori uscenti della giunta guidata da Michele Emiliano: l'esclusione più clamorosa è quella del responsabile del Bilancio Fabiano Amati, che era candidato con Per la Puglia-Decaro presidente nella circoscrizione di Brindisi, formazione politica che pure ha ottenuto quattro seggi a livello regionale. In tutto ha ottenuto 8100 voti. L'altro è l'assessore Gianfranco Lopane anche lui candidato nella circoscrizione di Taranto anche lui in Per la Puglia Decaro Presidente. Un altro risultato molto atteso era quello dell'ex direttore (si è dimesso poco prima delle elezioni) del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia Aldo Patruno: era candidato nel Movimento Cinque Stelle sia nella circoscrizione di Bari che nella Bat ma non sarà tra i quattro consiglieri eletti.
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