- Parlare di «un errore» pare appropriato: per l’idea radicata che l’aborto fosse una conquista ormai raggiunta e non più seriamente discutibile; per l’abitudine diffusa e corretta di pensare gli Usa come la «patria della libertà».
- Tutto ciò è coerente con la Costituzione americana del 1787, che si occupa soprattutto della divisione dei poteri, mentre in materia di diritti dice assai poco. Parla solo di libertà civili (vita, libertà e proprietà) e non prevede affatto i “diritti sociali” presupposto necessario per l’eguaglianza dei cittadini.
- Nonostante i chiaro-scuri, la 194 è un compromesso fondato nella costituzione e garantito da una giurisprudenza consolidata. Nessuna forza politica, anche dopo Dobbs, sembra disposta a rivederla.
«Errore» è la parola ricorrente per commentare la sentenza della Corte suprema (Dobbs v. Jackson del 24 giugno 2022) che ha negato l’esistenza di un diritto all’aborto, annullando i propri precedenti e rinviando la palla agli stati membri, liberi ora di vietarlo o di permetterlo. Parlare di «un errore» pare appropriato: per l’idea radicata che l’aborto fosse una conquista ormai raggiunta e non più seriamente discutibile; per l’abitudine diffusa e corretta di pensare gli Usa come la «patria de



