«Per “cambiamento climatico” si intende un cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente all’attività umana che altera la composizione dell’atmosfera globale e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima osservata in periodi di tempo comparabili». Questa è la definizione della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici del 1992 delle Nazioni Unite. 

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Il cambiamento del clima è stato correlato all’aumento della presenza di gas serra, liberati principalmente dalle attività dell’uomo. L’alta concentrazione di questi agenti nell’atmosfera produce il riscaldamento globale, l’innalzamento quindi della temperatura terrestre. Le attività che hanno aumentato drasticamente la presenza dei gas serra sono principalmente quelle per la produzione di elettricità da fonti non rinnovabili, gli impianti di riscaldamento, l’utilizzo di auto, l’agricoltura e l’industria

L’innalzamento delle temperature produce poi alcuni fenomeni, che hanno conseguenze gravi per il pianeta Terra: lo scioglimento dei ghiacciai, ad esempio, o disastri naturali, come alluvioni e uragani, o ancora la siccità

Secondo i dati della Fao, la Food and agriculture organization of the United Nations, in Europa negli ultimi quarant’anni, la temperatura è aumentata in media di 1,9 gradi rispetto a quella registrata tra il 1951 e il 1980. Nel 1993 ad esempio è aumentata mediamente di 0,2, nel 1999 di 1,01 e nel 2019 di 1,9. 

L’Onu nell’ultimo rapporto ha collocato il 2020 tra gli anni più caldi mai vissuti dell’uomo nell’era post industriale. L’agenda 2030 delle Nazioni Unite ha infatti inserito tra gli obiettivi quello di fermare l’innalzamento della temperatura annuale, mantenendola sotto i due gradi.

Tra gli accordi più importanti tra i paesi delle Nazioni Unite in tema di cambiamento climatico ci sono la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici del 1992, il protocollo di Kyoto del 1997, l’Accordo di Parigi del 2015 e l’Agenda 2030 appunto firmata nello stesso anno. 

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