Cari lettori,

due notizie hanno caratterizzato la settimana. La prima è il flop del referendum sulla giustizia, che ha toccato il minimo storico dell’affluenza poco sopra il 20 per cento. Questo ha aperto riflessioni sia nel merito del metodo con cui è stato posto il referendum, sia sulle ragioni di tale disinteresse.

La seconda è che il Senato ha definitivamente approvato anche il terzo pilastro in materia di giustizia del Pnrr: la riforma dell’ordinamento giudiziario, a cui questa newsletter dedica un approfondimento.

A proposito del referendum, il costituzionalista Andrea Morrone, autore di "La repubblica dei referendum. Una storia costituzionale e politica (1946-2022)”, edito dall’editrice Il Mulino, analizza come questo istituto è cambiato nel corso delle fasi politiche.

Scontro post flop

Il referendum sulla giustizia ha avuto il peggior risultato di sempre nella storia repubblicana, con il 20 per cento di partecipanti e il quorum molto lontano.

La politica a sostegno del sì ha attaccato sostenendo che la campagna referendaria sia stata silenziata dai media, anche se un fact checking dice che i tg ne hanno parato quanto nel 2016, mentre effettivamente i talk show ne hanno parlato meno. In realtà, le ragioni hanno riguardato anche l’eccessivo tecnicismo dei quesiti, la mancanza di coordinamento tematico nel presentare in modo polarizzante i quesiti e lo scarso dispiegamento di forze, anche economiche, da parte dei sostenitori.

Si è anche creato uno scontro interno tra sostenitori del sì, a partire da una dura intervista al Corriere della Sera del presidente delle Camere penali, Giandomenico Caiazza, che ha parlato di «atto politico avventato» che rischia di essere «pagato carissimo» il cui insuccesso è anche «frutto del modo con cui è stato organizzato: estemporaneo, improvvisato. Chi ha scelto i quesiti? Con chi li ha discussi?». Le Camere penali, infatti, non sono state interpellate per un parere tecnico e la cosa è stata scoperta alla conferenza stampa Turco-Salvini e Caiazza ha stigmatizzato anche la scelta della Lega di non depositare le firme ma di procedere con i voti dei consigli regionali di centrodestra.

La riforma Cartabia

Parallelamente, è stata approvata la riforma dell’ordinamento giudiziario in Senato. Così, la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha concluso quello che è forse il più grande piano per la giustizia degli ultimi governi. Insieme alla

riforma civile e a quella penale a formare il pacchetto giustizia, si tratta probabilmente del miglior successo del governo Draghi in politica interna, oltre che la garanzia di aver raggiunto uno degli obiettivi essenziali per l’ottenimento dei fondi europei per il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il dibattito è forte: la magistratura associata con l’Anm sostiene che quest’ultima riforma mini l’indipendenza delle toghe, l'avvocatura con il Cnf sostiene invece che sia un buon passo avanti di equilibrio.

Impossibile fare già ora un bilancio complessivo. Si tratta, infatti, di leggi delega al governo e solo al momento della messa a terra con i decreti attuativi si potrà iniziare fare una valutazione. L’obiettivo è completare anche i decreti entro la fine della legislatura, così da non correre il rischio che il prossimo governo politico non sfrutti la delega o la parcheggi in fondo ai cassetti del ministero facendola scadere.

Tuttavia la riforma Cartabia ha un pregio rispetto alle precedenti: può contare su fondi per misure strutturali come la digitalizzazione e le 16.500 assunzioni nell’ufficio del processo.

Per rinfrescarsi la memoria sul contenuto delle tre riforme, una scheda sul ddl civile, una sul ddl penale e una sul ddl sull’ordinamento giudiziario.

Per chi invece volesse avere una visione più sistematica, qui c’è un quadro di tutte e tre le riforme.

Il dlgs sulla crisi d’impresa

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo che introduce modifiche al codice della crisi di impresa e dell'insolvenza, in

attuazione della direttiva Ue 2019/1023. 

Il dlgs riguarda i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione.

Nominato il nuovo vice del Dap

Carmelo Cantone è stato nominato nuovo vice Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Catanese, 64 anni, attuale Provveditore regionale per il Lazio, l'Abruzzo e il Molise, vanta un'esperienza ultra-venticinquennale nell'amministrazione penitenziaria. Va ad affiancarsi all’attuale capo del Dap, Carlo Renoldi.

Stabilizzati 1200 operatori nel settore giustizia

E' stata approvata in Parlamento la norma che autorizza il ministero della Giustizia a modificare il contratto di lavoro per quei 1.200 operatori giudiziari a cui, in presenza di specifici requisiti, ora il contratto potrà essere trasformato da determinato in indeterminato. Si tratta di lavoratori entrati prima come tirocinanti, poi come dipendenti, che hanno contribuito in questi anni nell’attività di digitalizzazione dei fascicoli.

Edipo Re a Siracusa

Il Siracusa International Institute organizza anche quest’anno la simulazione processuale al teatro greco.

Quest’anno tocca a Edipo, il re di Tebe della tragedia di Sofocle: finirà sotto processo la sera del 24 giugno alle ore 21.30.

La "Corte", infatti, sara' presieduta da Pietro Curzio, Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione mentre il Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione, Giovanni Salvi, sarà la Pubblica Accusa. A difenderlo, invece, sarà la Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Maria Masi.

Il giovane tebano, è accusato di parricidio, incesto, minacce all'indovino Tiresia e di aver scatenato un'epidemia. E l’esito del processo non è scontato, assicura il giudice Curzio. 

Le nomine

Il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina a consigliere della Corte dei Conti del dottor Antonio Agostini, dirigente di prima fascia del ruolo della presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito dell'aliquota dei posti riservati al governo.

Inoltre, acquisito il parere favorevole del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione Siciliana, ha deliberato la nomina dell'avvocato Paola La Ganga quale componente dello stesso Consiglio - Sezione consultiva.

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