- Il grande economista torinese Piero Sraffa, anche quando insegnava a Cambridge e godeva della stima di John Maynard Keynes, non è mai stato iscritto ufficialmente al Pci. Ha però sempre amato definirsi “un comunista indisciplinato”.
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Gramsci, alla fine della sua riflessione nei Quaderni del carcere, farà un giudizio molto preciso della gestione del potere da parte del partito bolscevico. Erano diventati, ai suoi occhi, uno Stato, una società e un partito diversi da quello auspicato e idealizzato.
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Diverso lo stato d’animo del suo amico Piero Sraffa. Nominato consulente editoriale della Einaudi, sarà in prima linea nel favorire o proporre la traduzione in italiano di una saggistica che delle condizioni dell’Urss dava un’immagine se non positiva certamente rassicurante.
Il grande economista torinese Piero Sraffa, anche quando insegnava a Cambridge e godeva della stima di John Maynard Keynes, non è mai stato iscritto ufficialmente al Partito comunista italiano. Ha, però, amato sempre definirsi, con qualche civetteria, “un comunista indisciplinato”. Per i rapporti di grande amicizia e solidarietà mantenuti con Antonio Gramsci, detenuto nelle carceri fasciste, Sraffa è stato identificato solo col partito da quest’ultimo fondato. Come hanno argomentato Luciano C



