All’ombra delle elezioni europee si è votato anche in 3.716 comuni italiani, quasi il 50 per cento del totale. Lo spoglio è partito alle 14, ma dalle prime proiezioni già si possono dedurre i primi dati politici che sembrano sorridere al centrosinistra.

A Cagliari stravince il candidato di centrosinistra Massimo Zedda, così come a Bergamo, dove Elena Cardinali amministrerà la città nel solco di Giorgio Gori, ora eletto in Europa. Il centrodestra continuerà a guidare Pescara, mentre a Bari e Firenze si va verso il ballottaggio il prossimo 23 giugno. A Campobasso, Perugia e Potenza i dati sono in bilico: nelle prime due città è in vantaggio il centrodestra, nel capoluogo lucano il centrosinistra.

Il centrodestra si conferma alla guida del Piemonte, con il presidente uscente Alberto Cirio al 55,9 per cento, circa 20 punti sopra la sfidante Giovanna Pentenero, ferma al 33,7.

Bari e Firenze al ballottaggio

Un dato certo che esce dagli exit poll e confermato dalle prime proiezioni è che sia a Bari che a Firenze – due dei sei capoluoghi di regione che sono andati alle urne nel weekend – sarà il ballottaggio tra i due candidati più votati a decidere chi guiderà le rispettive città per i prossimi cinque anni.

Gli occhi erano puntati sul capoluogo pugliese perché qui non era scontato un buon risultato del Partito democratico, a capo dell’amministrazione comunale da anni ma che negli ultimi mesi è stata coinvolta nell’istituzione della commissione d’accesso del Viminale per valutare la presenza di infiltrazioni mafiose e sciogliere eventualmente il comune. Le polemiche suscitate un effetto lo hanno avuto, perché dopo alcune settimane di tira e molla il Movimento 5 stelle ha scelto di disertare le primarie per scegliere il dopo Decaro e di correre da solo con il proprio candidato, Michele Laforgia. I primi dati ufficiali avvicinano al 50 per cento Vito Leccese del Pd (48) che supera Fabio Saverio Romito (30.2) del centrodestra. Sarà ballottaggio, con il candidato dem che dovrebbe ricevere in dote i voti (20.7) del pentastellato Laforgia.

A Firenze il campo largo invece c’è stato, con la propria candidata Sara Funaro, lanciata dal primo cittadino uscente Dario Nardella (ora europarlamentare), data al 43 per cento e davanti a Eike Schmidt, l’ex direttore degli Uffizi, che per ora si attesta al 33,3. Un vantaggio che potrebbe far ben sperare ma che non basta per vincere al primo turno. C’è poi con il 7,3 per cento di consensi la candidata renziana.

Ribaltone Cagliari e Perugia

A Cagliari il centrosinistra può sorridere. Nel capoluogo sardo, che già alle regionali aveva voltato le spalle al centrodestra, secondo i primi dati la coalizione guidata da Massimo Zedda è al 59.4 per cento e stacca di oltre venti punti la candidata dei partiti di governo, Alessandra Zedda (35.5).

Lo stesso esito potrebbe verificarsi a Perugia. Qui i primi dati danno Vittoria Ferdinandi al 49.4 per cento, inseguita dalla candidata di centrodestra Margherita Scoccia (47.7): un vantaggio comunque non molto netto, per cui si dovranno aspettare inevitabilmente i dati ufficiali. Ma se venissero confermate queste stime, il centrosinistra scipperebbe la guida dei comuni rispettivamente a Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Bergamo e Pescara città delle riconferme?

Bergamo rimarrà al centrosinistra. Dopo i due mandati di Giorgio Gori – ora eletto al parlamento europeo – il Partito democratico continuerà a guidare la città con Elena Carnevali che con il 54,8 per cento per ora ha già al primo turno la meglio sullo sfidante Andrea Pezzotta, fermo al 42,4 per cento. Qui il campo largo non c’è stato, ma il candidato del Movimento 5 stelle Vittorio Apicella è stato da subito fuori dalla partita, accreditato solo del 2,9 per cento.

A Pescara le percentuali non sono così nette, ma il centrodestra potrebbe farcela già al primo turno. Secondo le proiezioni il sindaco uscente Carlo Masci, di Forza Italia e appoggiato dagli altri partiti di maggioranza, è al 50.3 per cento, a cavallo della soglia limite per evitare il ballottaggio. Segue Carlo Costantini, sostenuto da Pd e M5S, al 34,8. Ha pesato senz’altro la corsa solitaria di Domenico Pettinari, fuoriuscito dai 5 stelle e re delle preferenze alle scorse regionali, che dai primi dati è stimato al 13.1 per cento.

Potenza e Campobasso

Concludono l’elenco dei comuni più grandi Potenza e Campobasso. Nel capoluogo lucano con Francesco Fanelli i partiti di governo sono avanti con con il 40,9 per cento per cento. Rincorre il Partito democratico con Vincenzo Telesca al 30.7.

A Campobasso centrodestra in testa con Aldo De Benedittis (51.7 per cento), mentre Marialuisa Forte del centrosinistra è dietro, ferma al 28.8. Ma occhio al 19,5 per cento del civico Pino Ruta, possibile ago della bilancia.

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